Conte: il vincolo è di utilizzare le somme per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa
Quattrocento milioni di euro che arriveranno – si spera – entro martedì da distribuire ai comuni per gli aiuti alimentari a chi ne ha bisogno. Mentre l’80% del totale del provvedimento è distribuito in base alla popolazione, il restante 20% sarà affidato tenendo conto di requisiti come la differenza tra il reddito pro capite e il reddito medio nazionale.
Nell’ordinanza non è precisato a quanto ammonta il valore del buono spesa – benché apparirebbe verosimile che il valore si possa aggirare intorno a 400 euro – tuttavia è chiaro che i buoni potranno essere utilizzati “per l’acquisto di generi alimentari o per comprare e distribuire direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità”.
Nel testo dell’ordinanza è inoltre stabilito che nel definire i beneficiari verrà accordata la precedenza a chi non percepisce già altre misure di sostegno pubblico come il reddito di cittadinanza.
Quanto al ruolo dei comuni – che potranno acquistare i buoni spesa direttamente, con una deroga al Codice degli appalti che permette di accelerare parecchio – a loro toccherà individuare i beneficiari e l’operazione richiederà almeno qualche giorno.
A finanziare le casse comunali, ci sono altri 4,3 miliardi un’anticipazione del Fondo nazionale dei Comuni, pertanto alle casse comunali sarà offerta liquidità utile per le spese emergenziali. Casse che comunque sono indebolite dall’impossibilità del momento di incamerare tributi e imposte comunali.
Come spiegato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte: “i Comuni saranno messi nella condizione, attraverso Servizi sociali, associazioni di volontariato e Terzo settore di erogare concretamente buoni spesa o consegnare derrate alimentari alle persone bisognose”.
Nella foto Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile italiana