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Pifo Basilicata: a Scanzano Jonico il meeting sul progetto di filiera

in Appuntamenti

Pifo Basilicata: a Scanzano Jonico il meeting sul progetto di filiera. “La competitività dell’ortofrutta: aggregazione, innovazione e sostenibilità”. Meeting nel Palazzo Baronale il prossimo 4 Luglio.

SCANZANO JONICO. Pifo Basilicata: il progetto integrato di filiera sarà presentato a Scanzano Jonico il prossimo 4 Luglio alle 18.30 nel Palazzo Baronale cittadino. Appuntamento autorevole che vedrà la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Galella al quale saranno affidate le conclusioni. I saluti introduttivi ospiteranno gli interventi del sindaco di Scanzano Jonico, Pasquale Cariello e del presidente di Asso Fruit Italia, Andrea Badursi.

Per la Regione Basilicata sono attesi i contributi tecnici di Paolo De Nictolis, responsabile Progetti di sviluppo delle filiere produttive Regione Basilicata e Vittorio Restaino, Autorità di gestione della Regione Basilicata. Salvatore Pecchia, responsabile della progettazione per l’AOP Arcadia a cui Asso Fruit Italia è associata, illustrerà i risultati raggiunti in termini di competitività, sostenibilità e aggregazione.

“Il progetto attuato, con capofila l’Organizzazione di Produttori Asso Fruit Italia, ha avuto come obiettivo quello di valorizzare la presenza della filiera PIFO (Progetto Integrato di Filiera Ortofrutticola) Basilicata nei mercati nazionali ed esteri. Ha contribuito a consolidare la concentrazione dell’offerta con l’adozione di interventi finalizzati alla produzione e alla qualità con estrema attenzione alle esigenze del consumatore finale”, hanno spiegato in una nota congiunta Andrea Badursi e Salvatore Pecchia.

L’evento è aperto a tutti gli interessati.

Ortofrutta: 17 persone indagate. Inchiesta della DDA

in Cronaca

Ortofrutta: 17 persone indagate. Operazione della DDA, in azione la Guardia di Finanza. L’ipotesi accusatoria è quella di aver distratto risorse all’Amministrazione giudiziaria tramite altra azienda

Nella mattinata di oggi la Guardia di Finanza ha eseguito otto arresti, metà degli indagati sono finiti in carcere, gli altri ai domiciliari. In totale gli indagati a vario titolo sono 17. Le indagini del pubblico ministero Annagloria Piccininni sono andate oltre i confini regionali e hanno interessato le città di Milano, Firenze, Torino, Roma Lecce, Brindisi, Pescara, Catanzaro.
L’azienda di Scanzano Jonico al centro dell’inchiesta, quella di Aldo De Pascalis, già in amministrazione controllata, secondo la tesi accusatoria avrebbe sottratto soldi all’ amministrazione giudiziaria a cui era sottoposta per una ipotesi di riciclaggio.
Da quanto riportato nelle carte delle indagini, l’ipotesi investigativa porta a supporre che parte dei prodotti dell’azienda sottoposti all’amministrazione giudiziaria sarebbero stati sottratti e commercializzati tramite un’altra azienda, la “Società agricola Dea Frutta Srl” intestata alla moglie di De Pascalis a cui sarebbero finiti – secondo gli organi inquirenti – anche parte dei pagamenti dei prodotti commercializzati dalla società “De Pascalis Aldo”, portando l’azienda in amministrazione giudiziaria sull’orlo del fallimento. Ora tutti i beni delle due aziende sono stati posti sotto sequestro, come i conti della famiglia De Pascalis.
L’azienda De Pascalis di Scanzano Jonico è stata già oggetto di indagini nell’ambito dell’operazione condotta nel Maggio del 2021, l’ipotesi accusatoria in quel caso contemplava anche l’associazione mafiosa, circostanza che non ha trovato riscontro negli esiti processuali giunti in Corte di Cassazione.
La vicenda di queste ore sarà vagliata nelle opportune sedi affinché sia fatta chiarezza processuale su quelle che al momento sono ipotesi accusatorie.

Foto archivio, non si riferisce al fatto descritto nell’articolo

Fruit Logistica Berlino: ortofrutta settore chiave per la Basilicata

in Economia

Fruit Logistica Berlino: ortofrutta settore chiave per la Basilicata.  “9.6 milioni di finanziamenti alle O.P lucane”

Il valore della produzione commercializzata nel 2021 dalle Organizzazioni di Produttori lucane è stato circa 210 milioni di euro e rappresentando il 55% del totale del valore della produzione ortofrutticola regionale.

 

Ammontano a 9,6 milioni di euro i contributi per il rafforzamento e lo sviluppo del sistema ortofrutticolo regionale che verranno erogati nel 2023 alle imprese agricole per gli interventi previsti dai Programmi Operativi delle 10 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli (OP) e Associazioni di Organizzazioni di Produttori (AOP) riconosciute dalla Regione Basilicata, con un incremento del 11% rispetto alla precedente annualità.

È il consuntivo dell’attività istruttoria realizzata dalla Direzione Generale delle Politiche Agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata nel quadro dell’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) del settore ortofrutticolo.

“Un consuntivo più che lusinghiero – sottolinea dalla fiera internazionale Fruitlogistica di Berlino il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi – che testimonia l’importanza e la vitalità di un settore chiave non solo per l’agricoltura ma per tutta l’economia regionale e che deve far fronte ad una concorrenza internazionale sempre più agguerrita facendo leva su innovazione, aggregazione tra imprese e qualità delle produzioni”.

I Programmi Operativi presentati dalle Organizzazioni di Produttori e approvati dalla Regione prevedono tipologie di interventi legate alla pianificazione della produzione, al miglioramento della qualità dei prodotti, al miglioramento delle condizioni di commercializzazione, oltre ad azioni ambientali, formazione, consulenza, prevenzione e gestione delle crisi di mercato.

Il valore della produzione commercializzata nel 2021 dalle Organizzazioni di Produttori lucane è stato circa 210 milioni di euro e rappresentando il 55% del totale del valore della produzione ortofrutticola regionale.

Nel nostro piccolo, siamo contenti di poter dare un contributo sostanziale con l’ortofrutta lucana allo sviluppo e alla crescita della Dieta Mediterranea. Ad oggi abbiamo 3 prodotti a marchio IGP, tra cui il Peperone di Senise, i Fagioli di Sarconi e la Melanzana Rossa di Rotonda, quest’ultima a marchio DOP e stiamo conquistando l’IGP anche per la Fragola della Basilicata, di cui siamo i maggiori produttori in Italia.
Il nostro rapporto con l’identità, il cibo e la salute è ancestrale e vi siamo grati per averci dato l’opportunità di ricordarlo qui, rendendoci doppiamente felici e dando anche voce al fermento che è presente nella nostra regione contro il cibo sintetico e a favore della sovranità alimentare e delle pratiche agroecologiche e sostenibili che sposiamo appieno.
Politicamente, anche a livello nazionale, siamo in prima linea per rafforzare le filiere produttive, promuovere un piano per la sicurezza alimentare, così come le biotecnologie agrarie, la riduzione degli agrofarmaci del 50% entro il 2035, i marchi di qualità, l’agricoltura biologica e contrastare le pratiche sleali presenti sul mercato.
Non possiamo che continuare a lavorare proficuamente con i produttori e con i consumatori per affrontare sempre di più la sfida culturale, economica e sociale che questo stile di vita rappresenta, associato al ritmo di un calendario stagionale che si fonda sui valori della condivisione, ma soprattutto celebra il rispetto del territorio e della biodiversità, favorendo l’aiuto sociale e la tutela del pianeta.
La Dieta Mediterranea dunque è il nostro elisir di lunga vita. Non mi resta che ringraziarvi ancora e augurare lunga vita al vostro salone DMED con l’auspicio che diventi un punto di riferimento nella mappa dei luoghi faro in Italia e nel mondo dedicati alla Dieta Mediterranea”.

L’ortofrutta lucana al Fruitlogistica 2023 di Berlino

in Economia

L’ortofrutta lucana in scena al Fruitlogistica di Berlino: fragola, uva da tavola e ortaggi di qualità.

Il Metapontino è il cuore della produzione ortofrutticola lucana dove si concentrano i ¾ della superficie agricola interessata, con circa 5 mila imprese, per una superficie agricola complessiva di 74.000 ettari di cui circa 21.000 investiti ad ortofrutta.

 

Volano dell’economia regionale, sia per le produzioni che per le relazioni commerciali nazionali e internazionali, il comparto ortofrutticolo della Basilicata andrà in scena al Fruitlogistica di Berlino, la più importante fiera internazionale di settore, ospitata nella capitale tedesca dall’8 al 10 febbraio 2023.

Punto di forza del sistema produttivo regionale, verrà rappresentato nello stand collettivo regionale Hall 4.2 D 33 con una delegazione di quattro Organizzazioni di Produttori, tra cui Assofruit, l’Associazione di Organizzazioni di Produttori, Arcadia, Primo Sole e Terre della luce. Tra gli appuntamenti importanti a cui prenderanno parte il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, assessore ad interim al ramo e il Direttore Generale Politiche Agricole, Emilia Piemontese, l’incontro inaugurale del taglio del nastro, insieme ad altri rappresentanti istituzionali, e il panel dedicato al tema “Uva da tavola e futuro: Idee condivise e azioni sinergiche per l’innovazione varietale” organizzato da Assofruit Italia, seguito dall’evento dedicato alla “felicità alimentare e alla dieta mediterranea”, insieme a rappresentanti politici e istituzionali della Regione Campania e della Camera dei Deputati. Tra presentazioni, degustazioni e incontri con buyer nazionali e internazionali, non mancheranno focus di approfondimento sul percorso intrapreso dalle Organizzazioni di Produttori per l’ottenimento della IGP per la fragola della Basilicata, la cui documentazione è in fase di istruttoria presso il Ministero competente.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta uno dei punti di forza dell’economia regionale – dichiara Vito Bardi – e incide sul mercato del lavoro anche in termini di numero di addetti. Il nostro compito è favorire le migliori condizioni possibili per accrescere la competitività e la sostenibilità della commercializzazione dei prodotti. Con la nostra presenza a Berlino, primo appuntamento del nostro calendario fieristico 2023, vogliamo affiancare e ringraziare le O.P lucane che giorno dopo giorno favoriscono sempre di più i processi di aggregazione accrescendo tutta la competitività del comparto, anche e soprattutto delle piccole imprese, che conferiscono le loro produzioni alle O.P e senza le quali non avrebbero potere e forza contrattuale e non arriverebbero sui banchi del fresco nei paesi esteri.

Tra le priorità del governo regionale – aggiunge Bardi – a garanzia del consolidamento del comparto: sostenere gli alti costi di produzione, rafforzare la qualità, la commercializzazione e la promozione sui mercati con i Programmi Operativi e salvaguardare, attraverso la ricerca, le risorse di acqua e suolo, sempre meno disponibili a causa dei cambiamenti climatici”.

 

Dati di settore

Nel 2021, il valore della produzione del comparto ortofrutticolo lucano è di circa 353 milioni di euro, il contributo maggiore è dato dalla produzione di frutta e verdura, pari a 88 milioni di euro, seguita dalla produzione di agrumi, pari a 35 milioni di euro e di ortaggi, con 215 milioni di euro. Nel 2020 la superficie regionale dedicata è di poco superiore ai 18.000 ha (9.000 ha di frutta e 8.827 ha di ortaggi) con una produzione pari a 1.497.740 tonnellate di cui 20.515 di ortaggi e frutta coltivati 41 in serra, 100.534 di agrumi e la rimanente parte di frutta e ortaggi in piena aria

Il Metapontino è il cuore della produzione ortofrutticola lucana dove si concentrano i ¾ della superficie agricola interessata, con circa 5 mila imprese, per una superficie agricola complessiva di 74.000 ettari di cui circa 21.000 investiti ad ortofrutta. La Val d’Agri è nota per le sue produzioni estive e tardo-estive, come quelle del fagiolo e di altre ortive: si tratta di produzioni di elevata qualità e ad alto valore aggiunto, tra cui si annoverano le IGP del Fagiolo di Sarconi, del Peperone di Senise e della Melanzana Rossa di Rotonda.

Nella Valle dell’Ofanto le specie ortive più diffuse sono il pomodoro da industria, le insalate, i cavoli, il cavolo broccolo e il finocchio. Le principali colture frutticole regionali sono l’albicocco, il pesco e la nettarina, mentre tra gli agrumi primeggiano l’arancio e il mandarino (clementina), che consentono maggiori margini di guadagno. La destinazione industriale interessa principalmente il pomodoro da industria (per la produzione di pelati, concentrati, polpe e passate) seguito da albicocco, fragola ed agrumi.

Nuovo raid incendiario a Scanzano Jonico: stavolta tocca al comparto ortofrutta

in Cronaca

Nuovo raid incendiario a Scanzano Jonico: stavolta tocca al comparto ortofrutticolo. Le fiamme si sono sviluppate qualche minuto prima della mezzanotte di mercoledì 25 Maggio. E’ il quarto episodio in città, indaga l’antimafia. Sul posto il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco e degli agenti di Polizia e Carabinieri. Sopralluogo svolto anche dal commissario prefettizio, la dottoressa Ermelinda Camerino, che attualmente governa Scanzano Jonico.

SCANZANO JONICO. Ancora un rogo a Scanzano Jonico, in fiamme stavolta un magazzino ortofrutticolo in località Parisi. Sembrerebbero due gli inneschi esterni che nella notte fra il 24 e il 25 Maggio hanno devastato l’immobile, relative pertinenze e apparecchiature.

In meno di un mese si tratta del quarto episodio in città, gli altri tre hanno riguardato i lidi la Baia delle Scimmie, in località Bufaloria, e il lido la Kicca, a Terzo Cavone. In quest’ultimo caso gli autori hanno agito in due volte, per l’esattezza in due nottate consecutive: il secondo tentativo ha praticamente distrutto la struttura che era in allestimento e pronta per l’estate 2022.

Scenario apocalittico anche nell’ultima orribile vicenda: lamiere piegate e annerite, roghi, fumo e quel puzzo che strozza gole e speranze di una città, Scanzano Jonico, che ormai sembra l’epicentro di una sorta di guerra dichiarata dalla criminalità allo Stato.

Ad indagare è la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza a cui toccherà far luce sui recenti fatti di fuoco. E non solo.

 

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Bando 6.1: 401 domande per nuove aziende agricole da parte di giovani

in Economia

Bando 6.1, 401 domande per nuove aziende agricole da parte di giovani. Si tratta di 316 aziende (il 79% circa delle candidature) che dovranno presentare la domanda di sostegno e la documentazione a corredo, come previsto dall’avviso pubblico

Sono 401 le domande di partecipazione al bando della Sottomisura 6.1 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Basilicata per il periodo 2014-2022, che si prefigge di sostenere il primo insediamento di giovani in agricoltura. Attivato nello scorso mese di novembre, il bando prevedeva quale termine della prima fase di candidatura il 18 febbraio scorso. Nella parte finale del 2021, gli Uffici della Direzione per le Politiche agricole, alimentari e forestali, hanno realizzato una capillare opera di divulgazione dell’avviso pubblico, attraverso undici incontri sul territorio regionale, per favorire la più ampia conoscenza delle opportunità offerte dalla misura del PSR Basilicata.
Con atto dell’Ufficio Autorità di Gestione del PSR Basilicata, si è proceduto alla individuazione delle istanze che, sulla base delle autovalutazioni dei requisiti di accesso e di merito saranno chiamate a presentare il piano di sviluppo aziendale. Si tratta di 316 aziende (il 79% circa delle candidature) che dovranno presentare la domanda di sostegno e la documentazione a corredo, come previsto dall’avviso pubblico.

“Esprimo particolare soddisfazione per i tempi celerissimi con cui sono state istruite le domande. Grazie all’applicazione di una procedura semplificata e più snella – sostiene il vicepresidente e assessore al ramo Francesco Fanelli – è stato possibile procedere in pochi giorni all’approvazione di un primo elenco dei candidati che ora sono chiamati a presentare i propri progetti di sviluppo aziendale, nei quali rappresentare la propria idea di impresa agricola, verificando l’esistenza degli elementi di redditività che possano assicurare la sostenibilità economica e sociale della nuova iniziativa imprenditoriale”.
Il bando, rivolto a giovani di età compresa fra 18 e 40 anni (41 anni non compiuti), in possesso di partita IVA agricola da non più di 24 mesi dalla domanda di partecipazione, presenta una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro e prevede il riconoscimento di un premio forfettario di 70 mila euro agli insediamenti ricadenti in aree territoriali con vincoli naturali (aree montane) o specifici (Aree Parco o Natura 2000) e di 60 mila euro per quelle aziende situate in altre aree del territorio regionale.
“La risposta dei giovani dimostra ancora una volta quanto stia crescendo l’appeal del settore agricolo verso le nuove generazioni – conclude Fanelli – e, al tempo stesso, quanto possano essere importanti i giovani che scelgono l’agricoltura come ambito di impegno lavorativo, apportando la loro propensione all’innovazione, le competenze avanzate e una maggiore resilienza alle condizioni di contesto”.
Nei prossimi giorni, a seguito della pubblicazione sul BURB dell’atto di approvazione dell’elenco delle aziende ammesse alla Fase 2 della procedura di selezione, i giovani candidati avranno 45 giorni di tempo per poter candidare le proprie istanze con la presentazione della domanda di sostegno sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) e mediante l’inoltro della documentazione richiesta nel portale SIA-RB.

“Oggetto: aumento prezzi”. I produttori denunciano gli aumenti

in Economia

Oggetto: aumento prezzi. I produttori ortofrutticoli denunciano gli aumenti. Dalle etichette alle pedane. La “crisi” pesa su frutta e verdura

 

Se il caffè espresso rischia di essere più amaro del solito, visto che in alcune zone d’Italia la tazzina è arrivata a costare 1,50 euro, anche frutta e ortaggi rischiano di avere almeno metaforicamente un sapore diverso e molto poco gradevole per le tasche dei consumatori e non solo.

Già dall’autunno scorso i primi sintomi: aziende fornitrici di packaging, etichette e altri servizi collegati e indispensabili per l’ortofrutta, hanno cominciato ad avvertire i produttori del Metapontino con email il cui “oggetto” (foto a sx) è quello che letto appena svegli, la colazione te la fa andare storta.

E la situazione non sembra mettersi bene, anzi per capire e quantificare gli altri aumenti sarà necessario tornare sul tema.

L’istantanea attuale.

Dall’autunno 2021 i produttori di cibo – di ortofrutta – hanno ricevuto email con quell’oggetto. Nel Metapontino ne sono arrivate in quantità industriali. Dalle etichette agli imballaggi, fino ad arrivare alle cassette e alla “gestione delle pedane”, tutto cambia e soprattutto tutto aumenta. La domanda è legittima: quanto costa al consumatore finale un chilo di clementine o di navel. Quanto costano e costeranno le fragole?

Cosa resta ai produttori e all’economia dei territori che d’agricoltura vivono?

Le ragioni dei rincari sono elencate nelle email spedite dai fornitori di packaging (in questo caso) alle aziende agricole: “scarsa disponibilità di materie prime come legno, plastica”. E, ancora: “cartone, carburanti, energia aumentati fino al 60%. Questo contesto ci porta a chiedere un ulteriore aumento del 12% rispetto alle condizioni attuali”, si legge in una delle tante email spedite ai produttori agricoli e poste all’attenzione di questo giornale che continuerà a seguire la vicenda e i diversi e numerosi aspetti in cui i “costi” hanno un peso strategico e vitale per le stesse aziende produttrici. Un’altra azienda che fa packaging ripercorre l’intera filiera mettendo in evidenza le cause che starebbero alla base degli aumenti: “prima gli incrementi del polipropilene, poi la carenza dello stesso”. Come se non bastasse nella primavera 2021 è iniziata la salita della plastica riciclata (“rpet “) che “ha toccato i livelli della resina vergine”. E infine la “crisi energetica” con “i costi fuori controllo dell’energia elettrica e del petrolio”.

Le cassette e le “pedane”?

Le “cassette” (500x300x155) passano da 0,690 a 0,734. Cambia anche la gestione di quelle, infatti la scarsa disponibilità di materie prime (in particolare il legno) e gli aumenti dei prezzi hanno pregiudicato la reperibilità delle pedane che “dovranno essere restituite contestualmente alla consegna”.

L’Azienda Scarnato di Scanzano Jonico

Nei giorni scorsi, a lanciare un appello è stato Claudio Scarnato, produttore che opera a Scanzano Jonico. “Basta agli aumenti smisurati, ci vogliono azioni”, ha scritto in un post Scarnato. Che spiega: “quest’anno i prezzi di vendita degli agrumi non sono variati. Ma sono triplicati quelli di produzione”.

E, infine Scarnato ha aggiunto: “tutto ciò accadrà anche per albicocche, pesche e fragole”.

La speranza è che le “azioni” chieste dal mondo produttivo ci siano. In ogni caso, l’attenzione resterà alta.

 

Per dettagliare ulteriormente l’inchiesta conoscitiva, mandate le segnalazioni e le richieste di aumento ricevute a redazione@ilmetapontino.it

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Ortofrutta lucana in vetrina al Macfrut di Rimini

in Storie di Frutta

Ortofrutta lucana in vetrina al Macfrut di Rimini. Fanelli: “Importante il ruolo svolto dalle Organizzazioni di Produttori”

 La Basilicata sarà protagonista con un suo stand alla 38° edizione del Macfrut 2021, fiera internazionale dell’ortofrutta in programma al Rimini Expo Center da domani a giovedì 9 settembre. Le produzioni lucane di eccellenza e di pregio saranno raccontate ai visitatori nel Padiglione D5 – Stand 78, dove ad accoglierli ci saranno, da un lato, i rappresentanti delle Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli (A.O.P. Arcadia, O.P. Primo Sole e O.P. Terre della Luce), dall’altro l’istituzione regionale promotrice di alcuni importanti appuntamenti.

In particolare, il vicepresidente e assessore alle Politiche agricole e Forestali Francesco Fanelli (foto apertura)  parteciperà domani mattina all’evento inaugurale del Macfrut 2021 e Fieravicola, nella Hall centrale di Rimini Fiera, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

Nel pomeriggio, a partire dalle 15, sarà aperto lo stand della Basilicata con una tavola rotonda dal titolo “Ortofrutta di Basilicata al Macfrut 2021”, nel corso della quale verranno presentate le principali colture lucane: pomodori, finocchi e cavolfiori tra le ortive e agrumi, uva da tavola, drupacee e fragole tra le fruttifere. Sempre lo stand lucano ospiterà mercoledì 8 settembre, alle 10,30, la conferenza di presentazione del Team Bocuse d’Or Italy Academy che prenderà parte alla più importante competizione culinaria al mondo – il Bocuse d’Or – nell’ambito del Salone della gastronomia “Sirha 2021”, previsto a Lione nei giorni 26 e 27 settembre 2021.

“L’ortofrutta rappresenta un settore chiave del Made in Italy, incidendo per il 20% sull’agroalimentare, con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura per 300 mila aziende coinvolte. Un comparto diventato, nel corso degli anni, sempre più ambizioso – spiega il vicepresidente Fanelli – che necessita di una forte aggregazione per affrontare le nuove sfide poste dai mercati. Partendo da questo presupposto la Regione Basilicata ha promosso e riconosciuto nove Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli e una Associazione di Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli, che presentano un livello di aggregazione prossimo al 40%, il livello più alto dell’intero Mezzogiorno. Soprattutto nell’area del Metapontino si distingue un distretto di produzione veramente importante, che ha permesso al comparto ortofrutticolo di aprirsi a mercati sempre più vasti, proprio grazie al ruolo delle OP, le quali hanno messo insieme aziende e piccoli imprenditori al fine di garantire una migliore organizzazione dell’offerta e un maggior peso contrattuale”.

Nella categoria dedicata “Storie di Frutta”  le notizie sulle iniziative e l’economia virtuosa che riguarda il settore agricolo e il food regionale e non solo.

Agricoltura: Angela Cuccaro in pensione

in Storie di Frutta

Agricoltura: Angela Cuccaro in pensione. L’azienda Scarnato ringrazia per la collaborazione: “ormai, una componente della nostra famiglia”

Angela, dopo trenta lunghi anni di lavoro e collaborazione con l’azienda agricola Scarnato, va in pensione. “Nella giornata di oggi, presso la nostra azienda, si è tenuto un momento di festa con tutti i dipendenti per il pensionamento di una nostra dipendente: Angela Cuccaro”, è riportato in una nota diffusa alla stampa dall’azienda.
E, ancora: “Angela ha iniziato a lavorare nella nostra azienda 30 anni fa, quindi trenta lunghi anni di collaborazione. Ha vissuto tutta la nostra storia. Ad Angela abbiamo consegnato una targa-ricordo considerandola, ormai, un membro della nostra famiglia.Tutta l’azienda si congratula con lei per il prossimo pensionamento e ringrazia per i lunghi anni di lavoro prestato con dedizione e professionalità”.

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AZIENDA SCARNATO, BREVE STORIA 

L’azienda agricola Scarnato, che oggi è una importante realtà produttiva con sede a Scanzano Jonico, nel cuore del Metapontino, è stata fondata agli inizi degli anni 80. Furono Nunzio Scarnato e sua moglie, Anna Maria Zito, a “mettere insieme” i piccoli appezzamenti di terreno che furono donati dal padre di Nunzio, il sig. Leonardo. Fu così avviato il processo di ampliamento che ha portato alle attuali dimensioni specializzandosi tra le altre cose, nella coltivazione di fragole pregiate, kiwi, drupacee e agrumi.  Nel 1980 fu creato il marchio “Scarnato Nunzio” che ha contrassegnato l’intera evoluzione aziendale ispirata ai valori dell’innovazione colturale, il rispetto dell’ambiente, la razionalizzazione delle risorse produttive e l’etica del lavoro. La crescita delle produzioni (sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo), l’incremento delle superfici coltivate, e la nascita del primo magazzino, hanno fatto sì che si ampliassero anche i mercati, infatti i prodotti a marchio Scarnato oltre ad essere commercializzati nel Mezzogiorno d’Italia hanno cominciato ad affermarsi anche al Nord, era l’anno 1989.
Sei anni dopo la svolta tecnologica, era il 1995 quando l’azienda Scarnato si è dotata di macchinari innovativi (pesatrice, etichettatrice, calibratrice) nuove celle frigorifere che hanno offerto la possibilità di perfezionare gli aspetti logistici e presentare ai mercati prodotti competitivi e apprezzati. Nel 1998 entrano a far parte dell’azienda la moglie di Nunzio, Anna Maria Zito, il primogenito Leonardo, Claudio e Vincenzo. Nel 2000 nasce il nuovo marchio Azienda Agricola Leonardo Scarnato.

Le storie che riguardano il cibo e i suoi protagonisti,

l’economia virtuosa e le curiosità, le notizie nella sezione dedicata

Agricoltura biologica: verso il futuro

in Storie di Frutta

L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che ha come obiettivo il rispetto dell’ambiente, degli equilibri naturali e della biodiversità, della salute dell’operatore e del consumatore.

Il termine biologico deriva dal greco “bios”, che significa “vita” e si distingue dall’agricoltura definita “convenzionale” per la scelta consapevole di non utilizzare prodotti quali fertilizzanti, insetticidi, diserbanti e pesticidi di origine chimica, ritenuti pericolosi per la salute delle persone e dell’ambiente. Le modalità agricole devono rispettare i cicli biologici degli ecosistemi naturali e evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.

Tutte le aziende che vogliono operare in regime biologico devono attenersi ad alcuni parametri come: scelta di specie resistenti alle caratteristiche climatiche locali con preferenza per quelle autoctone.

Rotazione delle colture, che consiste nel non coltivare la stessa specie sullo stesso terreno per più stagioni, al fine di prevenire l’insorgenza di parassiti e malattie e per evitare che vengano esauriti i principi nutritivi del terreno in quanto, le coltivazioni, consumano e apportano sostanze ed elementi differenti di volta in volta.

Consociazione, consiste nel coltivare piante diverse affiancate l’una all’altra secondo combinazioni di specie favorevoli ad entrambe.

Uso di siepi e alberi per creare passaggi e delimitazioni di confini in grado di ospitare predatori dei vari parassiti delle piante.

Lotta biologica, ovvero l’introduzione di insetti utili a contrastare i vari parassiti dannosi.

Gli organismi geneticamente modificati (OGM) son vietati.

Si pratica la pacciamatura che consiste nel coprire il terreno con fieno o erba fresca per proteggerlo dagli sbalzi termici e ostacolare la crescita delle erbe infestanti.

Si utilizza il sovescio, ovvero la semina di alcune piante come il trifoglio, la veccia ed altre, che una volta fiorite vengono interrate per fertilizzare il terreno e proteggerlo dall’erosione.

Si utilizzano come fertilizzanti letame e concimi organici come il compost.

Negli ultimi dieci anni i consumi di prodotti biologici sono cresciuti a due cifre, è quindi chiaro che il biologico non è un fenomeno destinato ad esaurirsi ma una vera e propria trasformazione nel modo di produrre e consumare cibo. Il tutto determinato dalle scelte consapevoli dei cittadini verso prodotti che offrano maggiori garanzie per la salute e per il rispetto dell’ambiente.

L’Italia rientra tra i dieci maggiori paesi produttori di cibo biologico con i suoi quasi 80mila operatori e con circa 2milioni di ettari che rappresentano oltre il 15% della superficie agricola del nostro paese con Sicilia, Calabria e Puglia che concentrano oltre il 45% delle aziende biologiche italiane.

Il tema dell’agricoltura biologica ha spaccato il mondo agricolo, politico e della ricerca:

favorire un’agricoltura che non usa prodotti chimici vuol dire limitarne la presenza nell’aria, nelle falde acquifere e nel mare, consente il rispetto della fertilità del suolo e della biodiversità senza trascurare che gli alimenti biologici sono ricchi di antiossidanti, sostanze che neutralizzano i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare e non solo.Anche la fase di trasformazione degli alimenti biologici è uniformata a questo approccio ecologico e pertanto i prodotti derivati, come pasta, yogurt, formaggi, vino, birra ecc., beneficiano di una forte riduzione di additivi, coadiuvanti di lavorazione e sostanze sintetizzate chimicamente.

Leggi europee e nazionali regolamentano l’agricoltura biologica per assicurare che tutti gli operatori della filiera rispettino le normative.Inoltre, sull’etichetta del prodotto certificato, deve comparire il nome dell’organo controllore oltre al logo biologico dell’Unione Europea.

L’altro lato della medaglia è che la resa dell’agricoltura biologica in quintali per ettaro è decisamente più bassa e questo significa che se si convertisse l’intera agricoltura mondiale al biologico occorrerebbe trovare altre superfici coltivabili che oggi non esistono e per crearle bisognerebbe devastare ancor più foreste e praterie naturali e questa minor resa determina anche che il prezzo finale dei prodotti sia più elevato di circa il 30/50%.

I cibi biologici sono oggi presenti sugli scaffali di tutti i supermercati e sulle tavole di molti italiani, un mercato che cresce del 10/15% all’anno, li ritengono più sani, più buoni, più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

Lavorare la terra con il metodo biologico significa prendersi cura del pianeta che ci ospita, nel rispetto dell’ecosistema e della biodiversità-

Ma, come abbiamo già detto, con il tallone d’Achille della poca produzione: e se si parlasse un po’ di più dello spreco alimentare?

 

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Matteo Lai

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