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summer 2019

Tipi da spiaggia

in Cultura

La crema solare c’è, l’asciugamano pure, ma il vicino quello no, non si può scegliere. E come dato che la Fortuna è cieca, ma la Sfiga ci vede benissimo, t’aspettavi Brad Pitt ma t’è toccato De Niro.

Tipi da spiaggia: kit di sopravvivenza… e relativo contrappasso.

– ‘Pulitzer’ o ‘l’intellettuale dell’ombrellone accanto’. Così detto per il suo modo di esprimersi: dall’italiano a prova di Crusca e gli occhiali rigorosamente rotondi, rigorosamente a metà naso. Se ha due figli si chiamano decisamente Antonluca ed Antongiulio. Se ha una moglie si chiama, necessariamente (all together): ‘Magdaaaaa’!

Merita la vicina che parla solo in dialetto alternato a parolacce parimenti in vernacolo.

– Il patito di fitness. Lo riconosci subito dalla fesa di tacchino a portata di muscolo, mangiata rigorosamente in riva al mare, alle undici spaccate e, se si trattiene, anche verso le diciassette.

Ingurgitando la fesa, a vista, mostrerà i muscoli, degni figli delle proteine ingurgitate.

La vicina obesa dal krapfen assassino a mezza mattinata: è così che si punisce chi mangia proteine a profusione, come se non ci fosse un domani.

– Lo sportivo a tutti i costi. Quello che nella vita normale: “Palestra? What’s palestra? – ma in spiaggia – inaspettatamente – diventa Messi: tutte le palle sono le sue, la sabbia sull’asciugamano tutta tua.

Tolleranza vs Omicidio: 2 – 1.

La receptionist della palestra, esattamente la stessa che ancora li sta aspettando da quel remoto settembre di non si sa quanti anni fa. Meritano l

– La famiglia. Si muove rigorosamente in branco, adombrata da gazebo pendulo che avanza di pari passo con i vari membri. Sollevato a mo’ di baldacchino, occuperà i tre quarti della spiaggia, relegando gli altri aventi diritto al sole alle zone più periferiche e non necessariamente interessate da aria salubre.

L’Inferno, merita l’Inferno. Non foss’altro che per la quantità di fumo sprigionato dalle loro grigliate. E vivaddio (si fa per dire…)!

Colonna sonora: I will survive’, Cake

Ps: in tutti i casi, keep calm and… meno cinque (mesi) e sarà nuovamente Natale!

COSTUMI DA BAGNO: IL VINTAGE CONTAMINA LA MODA ESTATE 2019

in Cultura/La Grande Bellezza
costumi da bagno vintage 2019

Pronti per la prova costume?

Quanti sono stanchi di sentire questo slogan che rimbomba tra pubblicità, giornali, amici e parenti e che innalza la nostra temperatura corporea ancor prima di quella ambientale?

Sì, perché, esser in forma è bello ma non c’è prova che tenga se non si ha il costume giusto. 

Tra bikini, costumi a fascia o interi, ogni anno ci si ritrova tempestati dalle nuove proposte dei guru della moda e così come il dress code – insieme di regole scritte, o il più delle volte tacite, relative all’abbigliamento – richiede, bisogna tener conto della propria fisicità per poter fare la scelta giusta che possa, soprattutto, risultare fashion. 

Prendiamo, ad esempio, il tanto discusso costume intero; spesso si sente dire che è il capo da bagno più consono per una donna curvy. Sbagliato! Segnando il punto vita, sarebbe più adatto per un corpo longilineo e slanciato oltre ad essere l’alleato perfetto per un aperitivo al tramonto in spiaggia o in piscina, per chi non vuole compromettere la propria abbronzatura ( quasi) total body

Se le vostre forme copiose necessitano giustizia, l’ideale è indossare un bikini che possa esaltare il décolleté e lasciare morbidi i fianchi grazie ai laccetti regolabili. 

Quest’estate 2019 abbiamo visto una netta contaminazione vintage anche nella moda balneare. 

Stiamo parlando dei crochet, costumi da bagno cuciti all’uncinetto; interi o due pezzi, tinta unita o a fantasia, arrivano dagli anni ’70 e vantano un sapore di mare che oscilla tra lo stile hippy al retrò-chic.

Si va dalle fantasie azteche ( perché la lavorazione all’uncinetto si presta molto bene a un tripudio di colori), ai colori pastello, al total black fino ad arrivare a fantasie di ricami crochet di murrine handmade ( per omaggiare la laguna di Venezia che si intreccerà alla preziosità del vetro di Murano). 

fantasie di ricami crochet di murrine handmade,
credits Missoni.com
fantasie azteche
credits annakosturova.com

Se, invece, avete più un animo candido, la vostra scelta non potrebbe che ricadere su un total white effetto crochet, il non plus ultra dello charme anni ’50 che vi donerà un’aria all’Elizabeth Taylor. 

CURIOSITÀ DALLA STORIA

La storia del costume da bagno ha origini molto antiche.

Già in epoca romana era in uso un indumento molto simile al bikini che indossiamo oggi, anche se in origine non si usava né per fare il bagno né per prendere il sole, ma per l’attività sportiva. Questo tipo di utillizzo viene mostrato anche nelle opere d’arte di quel tempo, come il famoso mosaico con le “fanciulle in bikini” conservato nel complesso romano della Villa Romana del Casale ad Enna (Patrimonio dell’Umanità UNESCO). L’opera, che risale al III secolo d.C., raffigura dieci ragazze dedite a differenti attività atletiche che indossano un costume a due pezzi composto da una fascia per la parte superiore e da una parte inferiore che richiama la forma di un paio di slip.

Italia Sicilia Mosaici e resti archeologici Romani di Villa del Casale di Piazza Armerina, Donne in costume da bagno | Sicily Italy mosaics and archaeological remains of the Roman Villa del Casale in Piazza Armerina,Women swimsuit

Fonte: https://thelivingnews.it/il-costume-da-bagno-una-storia-piu-che-centenaria/

Solo nel 1824 Maria Carolina di Berry, moglie di Carlo Ferdinando di Borbone, si gettò completamente vestita in acqua aprendo le danze balneari anche alle donne alle quali fino a quel momento era concesso unicamente bagnarsi i piedi. 

La duchessa Maria Carolina fu davvero lungimirante, nonostante la mentalità obsoleta dell’epoca, perché comprese con cinquant’anni di anticipo che il bagno al mare sarebbe divenuta un’attività unisex.

L’emancipazione al due pezzi arriverà solo nel 1946 quando un sarto francese Louis Reard creò il bikini paragonandolo addirittura alla bomba atomica che pochi giorni prima era stata testata dagli americani nell’atollo di Bikini ( nelle Isole Marshal ) e da cui, poi, prese il nome. 

Louis Reard, celebra la nascita del bikini il 5 luglio del 1946
@copyright foto https://lolawho.com/bikini-day-jacques-heim-and-louis-reard/
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