Archivio tag

sogin

Deposito nazionale rifiuti radioattivi: Sogin ha trasmesso la carta delle aree idonee

in Cronaca

Deposito nazionale rifiuti radioattivi: Sogin ha trasmesso la carta delle aree idonee. Il ministero destinario della proposta è quello della Transizione Ecologica.

Ora toccherà al Ministero della Transizione Ecologica di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e
della Mobilità Sostenibile approvare la mappa che verrà poi resa nota

Roma, 16 marzo 2022. Sogin ha trasmesso ieri al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, nel rispetto dei tempi previsti dall’art. 27, comma 5, del D. Lgs. 31/2010, ossia nei 60 giorni dalla chiusura della consultazione pubblica.
La CNAI è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese, avviata il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e conclusa il 14 gennaio scorso.
La consultazione, gestita da Sogin nella massima trasparenza e completezza informativa, a cui hanno partecipato centinaia di soggetti direttamente interessati al progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, si è articolata in tre fasi.
Nella prima, durata sei mesi fino al 5 luglio 2021, Sogin ha raccolto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche pervenute sulla CNAPI e sul progetto del Deposito Nazionale, da parte dei diversi soggetti interessati. A questa fase è seguito il Seminario Nazionale, svolto dal 7 settembre al 24 novembre 2021 e concluso il 15 dicembre 2021 con la pubblicazione degli Atti conclusivi.

I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, tutti trasmessi in diretta streaming. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono tenute sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.

Oltre 160 i partecipanti al Seminario, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Istituzioni ed Enti nazionali e locali, associazioni, comitati e singoli cittadini.
Concluso il Seminario si è, quindi, tenuta nei 30 giorni successivi, come previsto dal D. Lgs. 31/2010, una seconda fase di consultazione pubblica durante la quale i soggetti portatori di interesse hanno potuto presentare ulteriori osservazioni e proposte tecniche anche alla luce dei lavori svolti durante il Seminario Nazionale.
La proposta di CNAI che Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica è stata dunque predisposta sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno a seguito della pubblicazione della CNAPI.
La norma prevede ora che il Ministero della Transizione Ecologica, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), approvi con proprio decreto la Carta, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti internet di Sogin, dei due Ministeri e dell’ISIN.
La pubblicazione della CNAI avvierà quindi la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso partecipato da parte delle Regioni e degli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito Nazionale.

Segui ilMet su Instagram

Decommissioning: i dati di avanzamento dei lavori

in Cronaca

Decommissioning: i dati di avanzamento dei lavori. A Rotondella le opere civili del deposito temporaneo annesso all’Impianto Cementazione Prodotto Finito

Nel 2021 accelerano le attività di decommissioning che registrano costi di avanzamento per circa 120 milioni di euro, il miglior risultato da quando la Società è stata costituita
L’azienda si è dotata nel corso dell’anno di un processo di controllo rigoroso che permette di misurare l’avanzamento fisico del decommissioning che, assieme a quello economico, conferma l’efficacia e l’efficienza dell’operato attuale di Sogin
Sogin ha migliorato le performance in termini di avanzamento delle attività di decommissioning dimostrando di poter raggiungere, a fine 2021, un risultato di avanzamento fisico del 7,2%, un dato molto superiore alla media del 1,4% annuo relativo ai venti anni precedenti
Al 31 dicembre 2021 il personale Sogin sarà di 858 unità, rispetto alle 924 unità presenti al 31.12.2020, di cui circa 550 unità a presidio della sicurezza nucleare dei siti che è stata sempre garantita anche nei periodi più critici della pandemia
È stata avviata e gestita nel rispetto dei tempi e della procedura previsti dal D.lgs. 31/2010 la consultazione pubblica per la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, con una significativa partecipazione di stakeholder rilevanti

Roma, 23 dicembre 2021. L’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani, ha illustrato ieri al Consiglio di Amministrazione, presieduto da Luigi Perri, i risultati di avanzamento dei lavori di decommissioning previsti al 31.12.2021. Questi dati, nel rispetto degli obblighi di trasparenza e pubblicità richiesti, sono stati pubblicati su una pagina apposita del sito sogin.it.
Nel 2021 l’adozione di un nuovo modello di rendicontazione dei costi, che prevede l’introduzione del loro riconoscimento a fronte di un effettivo avanzamento fisico delle attività e non solo di un impegno di spesa, ha semplificato anche le voci dei costi gestionali che passano da 5 a 3 (costi di struttura, costi di avanzamento e costi ad utilità pluriennale).

Si registra, nonostante le difficoltà collegate alla pandemia, un costo di avanzamento del decommissioning per circa 120 milioni di euro (comprensivi di almeno 85 milioni conteggiati con il precedente sistema regolatorio), il miglior risultato da quando la Società è stata costituita.

L’avanzamento fisico della commessa nucleare è del 7,2%, oltre mezzo punto superiore alle previsioni che erano del 6,6%, con un cumulato complessivo dal 1999 ad oggi pari al 35,5% (28,3% al 31.12.2020).

Questi risultati confermano le previsioni del piano industriale 2020-2025 e l’impegno della Società nell’accelerare le attività di decommissioning, ottimizzare i costi e mantenere in sicurezza gli impianti, nel rispetto dei territori, dei lavoratori e dell’ambiente, grazie ad una pianificazione dei controlli efficiente e rigorosa.

Nel 2021 le principali attività svolte nelle centrali nucleari sono state: nella centrale di Latina è entrato in esercizio l’impianto Leco per estrarre e condizionare i fanghi radioattivi; nella centrale di Trino è stata completata la rimozione dalla piscina dei purificatori dei componenti “attivati”; nella centrale di Caorso sono terminate la ricostruzione del deposito temporaneo Ersba2 e la realizzazione della waste route, mentre è prevista per l’inizio del 2022 la conclusione delle spedizioni delle resine; nella centrale del Garigliano è terminata la realizzazione del nuovo radwaste e la bonifica dell’ultima delle tre trincee.

Per quanto riguarda gli impianti nucleari, le principali attività hanno riguardato: nell’impianto Ipu di Casaccia la conclusione dello smantellamento delle apparecchiature di ricerca e fabbricazione di elementi di combustibile ad ossidi misti uranio-plutonio, che erano contenute all’interno di scatole a guanti; nel sito di Bosco Marengo sono state portate a termine tutte le attività di decommissioning previste dalla Fase1; nel sito Eurex di Saluggia, dopo aver aggiudicato la gara alla fine del 2020, sono stati riavviati i lavori di realizzazione del Complesso Cemex che permetterà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti;

nel sito Itrec di Rotondella stanno terminando le opere civili del deposito temporaneo annesso all’Impianto Cementazione Prodotto Finito, per il quale è stata lanciata la gara che sarà assegnata nei primi mesi del 2022.

Il 2021 è stato anche l’anno dell’avvio dell’iter di consultazione pubblica per la localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, che coinvolge sette Regioni, la prima nel suo genere in Italia.

Dal 7 settembre al 24 novembre, si è svolto il Seminario Nazionale, che ha visto un’ampia adesione con oltre 160 partecipanti e gli interventi dei rappresentanti qualificati di Istituzioni, Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori e di singoli cittadini.

Il 15 dicembre la pubblicazione degli atti del Seminario Nazionale ha aperto la seconda fase della consultazione che porterà alla predisposizione della CNAI, la Carta Nazionale Aree Idonee.

Nel corso dell’anno sono state avviate, con il supporto operativo della controllata Nucleco, le attività di bonifica previste dall’accordo con il Commissario Unico per la bonifica delle Discariche. Sono iniziate anche le attività di ricerca indicate nell’Accordo con l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole per sviluppare soluzioni innovative che garantiscano la tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari in base alla presenza di isotopi naturali al loro interno.

Inoltre, è stato rinnovato il Protocollo d’intesa con il Comando Tutela Ambientale e Transizione Ecologica dell’Arma dei Carabinieri, che amplia la collaborazione, ormai decennale, nelle operazioni di contrasto, recupero e messa in sicurezza di sorgenti radioattive orfane.

Nel corso dell’anno la Società è stata impegnata in un’azione di rafforzamento dei presidi di legalità interni, tuttora in corso, per verificare anche eventuali criticità gestionali collegate al passato.

Deposito Nazionale rifiuti radioattivi: verso la consultazione pubblica

in Cronaca

Deposito Nazionale rifiuti radioattivi: verso la consultazione pubblica. Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre, poi si aprirà così la seconda fase della consultazione pubblica, durante la quale potranno essere inviate eventuali altre osservazioni e proposte

Roma, 24 novembre 2021. Si è svolta questa mattina la sessione plenaria di chiusura del Seminario nazionale, iniziato il 7 settembre scorso, con la quale è terminato il primo momento di confronto pubblico sul progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco tecnologico, dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), avvenuta il 5 gennaio scorso.L’incontro di oggi è stato aperto dagli interventi di Vannia Gava, Sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica, Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Gilberto Pichetto Fratin, Vice Ministro dello Sviluppo Economico, ed Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin. Hanno partecipato ai lavori: Maurizio Pernice, Direttore di ISIN, Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione; Simon Morgan, Responsabile del Gruppo di Lavoro sul decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi di WENRA, Western European Nuclear Regulator’s Association; Bengt Hedberg, Curatore del Report “SRLs for the disposal of radioactive waste” di WENRA; Rebecca Tadesse, Direttrice della Divisione decommissioning e gestione dei rifiuti radioattivi di NEA, Nuclear Energy Agency; Gilberto Dialuce, Presidente di Enea, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; Stefania Ravazzi, Docente di Analisi delle politiche pubbliche presso l’Università di Torino, Dipartimento di culture, politica e società; Simona Fabiani in rappresentanza della CGIL; Angelo Emilio Colombini in rappresentanza della CISL; Antonio Cozzolino, in rappresentanza della UIL; Fabio Chiaravalli, Direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Luigi Perri, Presidente di Sogin che ha chiuso i lavori.

Il Seminario nazionale, tappa fondamentale della prima fase della localizzazione del Deposito Nazionale, è stato un momento significativo di corretto confronto democratico con tutti gli attori interessati alla realizzazione dell’opera – ha affermato Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica. I lavori si sono svolti nella massima trasparenza e hanno permesso di spiegare le ragioni per cui l’Italia, come avviene nel resto d’Europa, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi. Le esperienze all’estero – ha concluso – testimoniano che infrastrutture analoghe a quella che dobbiamo realizzare nel nostro paese rappresentano un’occasione unica per lo sviluppo sociale ed economico del territorio che deciderà di ospitarla”.

Il Seminario Nazionale – ha commentato Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Soginè stato un momento di confronto significativo con i territori di riferimento. L’ampia partecipazione dei cittadini e dei principali stakeholder ci ha consentito di rispondere ai diversi interrogativi che ruotano attorno alla realizzazione del Deposito e di sottolineare, una volta di più, la necessità di tale infrastruttura per il Paese al fine di chiudere il ciclo del nucleare italiano e gestire in maniera più sostenibile e sicura i rifiuti radioattivi, inclusi quelli prodotti dalla medicina nucleare, dall’industria e dalla ricerca scientifica”.

Ringrazio i partecipanti al Seminario Nazionale per gli eccellenti contenuti posti a fattor comune in queste settimane passate insieme – ha dichiarato Fabio Chiaravalli, Direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin. Ritengo che lo scopo preposto sia stato raggiunto al meglio. È stata acquisita dai territori una ragguardevole mole di documenti tecnici di dettaglio, anche dal punto di vista della cultura e delle tradizioni dei luoghi, – ha aggiunto – che costituirà un efficace contributo nell’ambito delle attività per la stesura della prossima Carta Nazionale delle Aree Idonee”.

I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, trasmessi in diretta streaming sul sito  e presenti su Youtube, sul sito Sogin Channel. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono svolte sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.

Oltre 160 i partecipanti al Seminario Nazionale, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori, di singoli cittadini, e di relatori tecnico-istituzionali.

Nel corso della prima fase della consultazione pubblica e del Seminario sono state formulate circa 200 domande, che hanno ricevuto tutte una risposta, o per iscritto o in forma orale durante la diretta. Sono stati approfonditi diversi temi tra cui la rispondenza delle aree individuate nella CNAPI ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). Inoltre, sono stati illustrati gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i benefici economici e di sviluppo territoriale collegati alla realizzazione dell’opera e alle misure compensative previste.

Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre con la pubblicazione del resoconto complessivo dei lavori. Si aprirà così la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni, durante la quale potranno essere inviate eventuali altre osservazioni e proposte tecniche finalizzate alla predisposizione della proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), che terrà conto dei contributi emersi nelle diverse fasi della Consultazione Pubblica. Al termine di questa fase, con la pubblicazione della CNAI, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.

Scorie nucleari: la Basilicata rinnova il no

Basilicata, deposito scorie nucleari: il 7 Gennaio riunione in Regione. Dal Governo, Speranza: “Basilicata non idonea”

in Politica

Un incontro urgente per fare il punto sulla procedura di consultazione pubblica, avviata oggi, attraverso la quale, entro i prossimi 60 giorni, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno esprimersi in merito alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”. L’ha convocato, d’intesa con il presidente della Regione Bardi, l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa.

La riunione avrà luogo in modalità telematica giovedì 7 gennaio 2021 alle ore 10,30.

Sono stati invitati a partecipare i presidenti delle Province di Potenza e Matera, il direttore generale dell’Arpab, il presidente dell’Anci ed i sindaci dei Comuni lucani i cui territori ricadono fra le aree indicate dalla Sogin nella “Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”: Acerenza, Genzano, Irsina, Oppido Lucano, Matera, Montescaglioso, Bernalda, Montalbano Jonico. Sarà presente all’incontro anche il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante.
L’incontro, già annunciato da Bardi e Rosa in una nota in cui hanno espresso la loro ferma contrarietà “ad ogni ipotesi di ubicazione in Basilicata del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, servirà “per condividere le attività preparatorie alla formulazione delle osservazioni nei tempi previsti”.
Al termine della riunione è previsto un punto stampa, che si svolgerà orientativamente intorno alle 12,00 presso la sede del Dipartimento Ambiente della Regione.

Speranza: aree Basilicata non idonee a sito unico scorie

“In merito alle indicazioni di carattere generale della carta dei siti potenziali per il deposito delle scorie radioattive, resa pubblica da Sogin, appare del tutto evidente che le aree della Basilicata siano a più bassa idoneità e quindi da escludersi in vista della valutazione definitiva. La ragione principale di tale considerazione è che le aree della Basilicata sono in zona sismica 2. Va altresì valutato che la gran parte dei rifiuti nucleari è già collocato in aree del Paese distanti dalla Basilicata.”
Lo dichiara il Ministro Roberto Speranza

Deposito scorie radioattive: “La Basilicata dice no”

“La Regione Basilicata si opporrà con tutte le sue forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa a seguito delle notizie diffuse nella tarda serata di ieri sulla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che vede anche alcune zone della Basilicata fra le aree indicate dalla Sogin.
“Non eravamo stati informati – hanno aggiunto Bardi e Rosa – e ribadiamo la nostra contrarietà a questa scelta, certi di interpretare il comune sentire del popolo lucano che come è noto a tutti ha già manifestato questo orientamento, in maniera composta ma decisa, 17 anni fa quando fu indicato il sito di Scanzano Jonico. Ora come allora il nostro territorio, che contribuisce in maniera rilevante al bilancio energetico del Paese con le proprie risorse naturali, non può essere ulteriormente gravato da una attività che rischierebbe di mettere in discussione e di pregiudicare la prospettiva di sviluppo sostenibile che con tanta fatica, in questa difficile congiuntura dovuta all’emergenza sanitaria in atto, le istituzioni e le forze economiche e sociali stanno cercando di concretizzare”.
“Nella consultazione pubblica che è stata prevista – concludono Bardi e Rosa – la Regione produrrà una serie di osservazioni negative che in queste ore sono in corso di elaborazione. A questo scopo giovedì mattina alle 10,30 si terrà una riunione via web con tutti gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda”. L’intera giunta regionale guidata dal presidente, Vito Bardi, esprime netta contrarietà alla localizzazione, in Basilicata, di un sito per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. “Siamo fortemente contrari a questa scelta sia per oggettive ragioni tecniche in quanto non si possono allocare rifiuti nucleari in zone altamente sismiche, sia per ragioni di opportunità. La Basilicata ha già dato al Paese con i suoi giacimenti petroliferi e non possono aprirsi altre ferite che possano mettere in serio pericolo il destino di questa regione. Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lucani. Per questa ragione ci opporremo con ogni mezzo a questa ipotesi, già proposta qualche anno fa e poi fallita grazie a una grande mobilitazione dei lucani. Una ipotesi, fra l’altro, emersa senza alcun coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni interessate. Per scelte del genere non esistono colori politici. Aspettiamo fiduciosi anche la voce contraria del Movimento 5 Stelle, a partire dal sindaco, Domenico Bennardi, considerato che questa volta la città, già capitale europea della cultura per il 2019, sarebbe fortemente penalizzata”.

Il Segretario Provinciale PD Matera, Claudio Scarnato: Un chiaro NO al Deposito di Scorie Nucleari in Basilicata.

E’ stata pubblicata la mappa delle aree che potranno ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, la cosiddetta Carta delle aree potenzialmente idonee. SI ripropone a distanza di anni il tema della Basilicata dove, secondo quando riportato dalla CNAPI, vi sono alcuni territori che potrebbero ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi.
L’Iter per la definizione prevede che dopo 60 giorni dalla pubblicazione della CNAPI, le Regioni, gli enti e i soggetti interessati potranno formulare le loro osservazioni e proposte tecniche alla Sogin con un tempo di quattro mesi.
Questo tempo non va sciupato e va tenuto conto che la Regine Basilicata, territorio già martoriato da dissesti idrogeologici, frane e zone altamente sismiche non si presta ad essere individuata come terra potenzialmente adatta ad ospitare un deposito di scorie nucleari, come già è stato fatto da diversi studiosi durante dibattiti che hanno ricordato il 2003 di Scanzano Jonico, ribadendo la non idoneità della nostra regione a poter ospitare un deposito di tale natura.
Pertanto, chiedo ai nostri rappresentanti di tenere alta l’attenzione e di far emergere nelle sedi opportune quanto le istituzioni, il mondo produttivo e il mondo sociale siano contrari a questa scelta facendo rilevare le giuste motivazioni come è già stato fatto in passato.
Tuttavia, qual’ora non si tenga considerazione dei tanti punti contrastanti a questa scelta, il popolo Lucano, che già nel 2003 si espresse con un chiaro NO, è pronto a scendere nuovamente in campo per contrastare tale decisione e il Partito Democratico della Provincia di Matera è pronto a fare il suo.

ROTONDELLA, IL NO DELL’AMMINISTRAZIONE CITTADINA AL DEPOSITO
L’amministrazione comunale di Rotondella esprime piena e ferma contrarietà all’individuazione dei potenziali siti in Basilicata di cui alla CNAPI. Infatti, la Basilicata presenta un territorio già di per sé fragile– da una parte – ed una connotazione territoriale votata all’agricoltura ed al turismo – dall’altra parte – che per le sue intrinseche caratteristiche e ridotta espansione territoriale mal si conciliano con la realizzazione del sito unico.
Per dette ragioni, nel ribadire la contrarietà ad ogni potenziale scelta della Basilicata per la realizzazione del sito unico nazionale, anticipiamo sin d’ora la formale richiesta alla Regione Basilicata ed alla Provincia di Matera e di Potenza di coordinare le azioni per scongiurare una simile possibilità, ferma ogni azione amministrativa e politica del Comune di Rotondella.

Il no di Gabriele Propati, coordinatore Regionale Lega Giovani Basilicata
La notizia apparsa sugli organi di stampa ci preoccupa non poco. Se il governo Conte pensa di trasformare la Basilicata in un cimitero radioattivo si sbaglia di grosso. Così come fu nel 2003 faremo le barricate in ogni dove. Ovviamente desta sconcerto l’individuazione della mia città,Montalbano Jonico, fra i siti idonei al deposito unico. Pensare di mettere le scorie nucleari in un territorio dove insiste la riserva regionale del parco dei calanchi è davvero grottesco. Come sempre saremo in prima fila a scongiurare questa possibile ipotesi che rischia di mettere ancora di più in ginocchio la nostra economia fondata principalmente sull’agricoltura e sul turismo. Nella mia città darò vita ad un comitato anti scorie insieme ai cittadini ed a tutti coloro che intendono lottare per la propria terra.

In una seconda nota, Propoati ha poi annunciato la nascita di un comitato spontaneo: “Si è costituito un comitato spontaneo di cittadini nella città di Francesco Lomonaco. A seguito delle notizie riportate dagli organi di informazione che vedono Montalbano Jonico fra i 67 siti idonei ad ospitare scorie di carattere radioattivo, alcuni cittadini montalbanesi hanno deciso di formare un comitato civico apartitico denominato “ COMITATO NO SCORIE A MONTALBANO JONICO”. Fanno parte del gruppo promotore:
Gabriele Propati, Antonio Perciante, Rocco Pontevolpe, Donatella Mastropierro, Francesco Tarulli, Antonio Gallicchio, Nicola Giordano, Maurizio Tancredi, Graziano De Biase.
Il comitato comunica che a partire dalle ore 18:00 di oggi ci sarà una raccolta firme in via Armando Miele per dire no ad ogni forma di nucleare nel nostro territorio”.

L’onorevole Caiata (Fratelli d’Italia su deposito scorie: Governo approfitta della pandemia per decidere delle scorie

“Come i ladri di notte, questo Governo nazionale, in piena emergenza sanitaria, in piena crisi economica e sociale, in piene vacanze natalizie, pubblica la Proposta di Carta Nazionale delle Aree
Potenzialmente Idonee (CNAPI), Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (DNPT) e dei documenti correlati, e avvia la consultazione pubblica. E come se non bastasse, propone quale sito idoneo la Basilicata. Una Terra che da già moltissimo all’Italia con lo sfruttamento
del suo territorio in quanto maggiore produttore di petrolio.” ad affermarlo l’On.le Salvatore Caiata,
coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. “Oggi, come ieri, è no. Ci opponemmo al Governo Berlusconi, che comprese l’errore e l’orrore di scegliere la nostra piccola Regione come sito nazionale per le scorie nucleari, lo ribadiamo con maggiore forza oggi. Non faremo le barricate. Li faremo barricare in casa. Abusi e soprusi non saranno tollerati da un Governo che si regge in piedi su inciuci di poltrone e che ha carpito la buona fede dei cittadini presentandosi come il difensore del popolo ma che, invece, difende solo i propri interessi di bottega. Dov’è l’avvocato del popolo, Conte? Dove sono i lucani ‘parcheggiati’ nel governo? Margiotta, Liuzzi, Lamorgese, Speranza per una volta, dimostrate di non essere al governo solo per mantenere in piedi una maggioranza precaria e schieratevi. Finora siete stati solo i servitori delle vostre poltrone, sarebbe il caso, adesso, di dimostrare che non siete solo affascinati dal palazzo ma che avete a cuore la terra che vi ha permesso di sedere dove sedete. Noi non staremo a guardare mentre tentano di violentare ancora la nostra terra” conclude l’On.le Caiata.

ITALIA VIVA BASILICATA: NO AL DEPOSITO SCORIE, PRONTI A GENERARE UNA NUOVA SCANZANO

Diamo già troppo al Paese, si guardi verso altri territori per le scorie. Il parlamentare Vito De Filippo, i consiglieri regionali Luca Braia e Mario Polese, i coordinatori provinciali, i dirigenti e gli iscritti di Italia Viva Basilicata esprimono la totale e ferma contrarietà.
La nostra regione non può e non deve essere tra le sedi candidate ad ospitare, nelle aree ricadenti nei Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Matera, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso, il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, cosiddetto CNAPI.
La Basilicata, ha già il suo importante e delicato, in termini di impatto ambientale, ruolo sul piano energetico nazionale con le estrazioni petrolifere e deve oggi più che mai posizionarsi sul tema della transazione energetica come regione che punta alla sostenibilità. Pertanto, la pubblicazione della mappa fino a ieri chiusa nei cassetti di Sogin e la consultazione pubblica che seguirà nei prossimi mesi, siamo certi troverà la stessa Basilicata di 17 anni fa ad opporsi in tutti i modi. Si prevenga una nuova mobilitazione popolare, si guardi già altrove. Ora come allora siamo pronti a generare una nuova Scanzano.

Deposito scorie radioattive, Cifarelli e Pittella (Pd): “La Basilicata non é disponibile”

“La Basilicata si è già opposta 17 anni fa al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sarà pronta a rifarlo con forza, come allora.” Lo dichiarano i consiglieri regionali del Pd, Roberto Cifarelli e Marcello Pittella.
“E’ evidente che in termini di “sostenibilità” la Basilicata contribuisce già in maniera rilevante al fabbisogno energetico nazionale e non é affatto pensabile che si vada oltre. No, grazie!
Siamo certi – dicono Cifarelli e Pittella – che si farà fronte comune e riteniamo quanto mai utile che nella consultazione pubblica che è stata prevista siano coinvolti i gruppi di minoranza in Consiglio regionale. Siamo pronti ad una risoluzione unitaria in Consiglio regionale che dia forza ad ogni iniziativa si ritenga utile intraprendere, anche contro la sola ipotesi della individuazione di pochi comuni tra le aree idonee.
Abbiamo già scelto cosa vogliamo essere – concludono – e non c’è alternativa al nostro No!”

Il Presidente della Provincia Piero Marrese dice NO alle SCORIE RADIOATTIVE nel territorio della provincia di Matera.

Piero Marrese presidente della provincia di Matera esprime il suo dissenso sulla CNAPI, la Carta delle aree potenzialmente idonee, che, tra le 67 aree individuate come deposito di scorie radioattive, ha inserito anche alcuni comuni del materano. “Una decisione inaccettabile – dice Marrese – che penalizzerebbe i territori lucani in termini turistici, di sviluppo economico, agricolo e agroalimentare. Il materano è ormai un territorio riconosciuto a livello nazionale per la sua vocazione turistica, per gli aspetti produttivi e legati all’agricoltura, per le sue bellezze paesaggistiche e per il suo mare pulito. E immaginare un deposito di scorie radioattive in queste aree, oltre a lasciare sorpresi, rappresenterebbe un “duro colpo” per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, già fortemente messo in crisi dall’emergenza Covid-19”.
La Provincia, nella fase di “consultazione pubblica” in cui sarà possibile formulare osservazioni tecniche e proposte alla Sogin, la società che gestisce gli impianti nucleari e che ha elaborato la CNAPI, farà sentire la sua voce e ribadirà la sua netta contrarietà, attraverso ogni azione ed iniziativa volta a scongiurare questo scempio nei confronti delle nostre comunità. “Occorre rivedere questa decisione – conclude il presidente Marrese -, sia dal punto di vista scientifico che sotto l’aspetto turistico, agricolo e paesaggistico. In un momento in cui a livello nazionale ci si orienta verso un basso impatto ambientale e verso energie alternative, sarebbe una contraddizione inserire un deposito di rifiuti nucleari, che non può oggettivamente coesistere con le peculiarità e le vocazioni dei nostri territori. Non si tratta di fare campanilismi, né di voler mettere in discussione i criteri adottati nello stilare la mappa, ma siamo pronti a dare la nostra collaborazione per fornire alla Sogin tutti gli elementi necessari, e supportati da studi scientifici, a rivedere la sua posizione”.
Come presidente della Provincia, ma anche come cittadino e padre di famiglia ribadisco il mio forte NO alle scorie in Basilicata!!”

SCORIE NUCLEARI, DE BONIS: “FERMO NO AL DEPOSITO IN BASILICATA. LA NOSTRA REGIONE HA GIÀ DATO

“Sono fermamente contrario alla dislocazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi in Basilicata. Il nostro territorio ha già dato abbondantemente al paese con le trivellazioni petrolifere; che adesso debba anche farsi carico dello smaltimento del nucleare è inaccettabile. Non si tratta del cosiddetto Nymby, bensì di giustizia territoriale. L’economia lucana confida moltissimo nell’agricoltura sostenibile e nel turismo, cosicché è inconcepibile pensare di imporre alla nostra regione un ulteriore prezzo da pagare in termini di gestione del settore energetico. Per questo è mia intenzione presentare una interrogazione parlamentare sul tema, per capire come mai non si sia valutato opportunamente l’impatto che ciò avrà sulla Basilicata e non si siano individuati altri territori. Come diciotto anni fa a Scanzano Jonico, anche oggi faremo tutto quanto in nostro potere per supportare il popolo lucano contro questa assurda decisione”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, commentando la pubblicazione da parte di Sogin della Carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, dopo il via libera dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente.

Il consigliere regionale Carlo Trerotola (Prospettive Lucane): “Ipotesi scellerata”
E’ davvero stupefacente, dopo che nel 2003 la ferma e corale mobilitazione delle istituzioni e del popolo lucano sventò l’inopinata ubicazione a Scanzano Jonico del cimitero delle scorie nucleari, soltanto ipotizzare che nella nostra regione possa essere allocato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Con il nulla osta governativo alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), predisposta dalla Sogin, è stato svelato l’ insensato inserimento tra gli eventuali siti di diversi Comuni lucani, ubicati nel Bradano o nell’area murgiana, tra cui addirittura la città di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.
E’ un’ipotesi scellerata, che bisogna assolutamente scongiurare, recuperando il medesimo spirito unitario di 18 anni fa, che vide lottare insieme, al di là degli steccati politici, cittadini, forze sociali e rappresentanti istituzionali di qualsiasi livello. La Basilicata già paga un prezzo elevato alla sostenibilità ambientale del territorio con la presenza di diversi pozzi petroliferi, che contribuiscono in maniera determinante al fabbisogno energetico dell’intera nazione.
Riproporre ora l’indigesta “ciliegina sui pozzi” dello stoccaggio nazionale delle scorie radioattive significa condannare alla desertificazione la nostra meravigliosa terra, da sempre vocata ad azioni di sviluppo incentrate sulla valorizzazione dell’agricoltura, del turismo e della cultura.
L’intera comunità lucana deve reagire, con la medesima fermezza e passione di 18 anni fa, a quest’ulteriore tentativo d’inquinare la salubrità della nostra aria e la bellezza del nostro habitat naturale.
Le istituzioni elevino forte la voce della netta contrarietà a questa sciagurata ipotesi. Bene ha fatto il Presidente Bardi a convocare una riunione con gli organismi regionali e gli Enti Locali interessati alla consultazione pubblica.
Contemporaneamente si convochi subito un’apposita seduta straordinaria del Consiglio Regionale e si attivino anche i parlamentari lucani.

M5S BASILICATA SU DEPOSITO UNICO SCORIE: FORTE, DECISA E RIGOROSA CONTRARIETÀ A QUESTA SCIAGURATA IPOTESI.

SOGIN S.p.a. ha reso pubblica la nota tecnica relativa ai siti idonei per lo stoccaggio delle scorie nucleari di bassa e media intensità. Un elenco di 67 potenziali siti con determinate caratteristiche diffusi su tutto il territorio nazionale, e che ora vedranno un momento di aperto dibattito pubblico.
Purtroppo constatiamo che tra i siti individuati, ce n’è una moltitudine in Basilicata.
Tutto questo non è assolutamente accettabile, poiché la nostra regione e il nostro territorio hanno già dato e continuano a dare tanto, essendo coinvolti da decenni sia nello stoccaggio di scorie nucleari anche ad altissima attività (con ulteriori problemi di inquinamento delle falde da cromo esavalente, trielina ed idrocarburi nel sito di Rotondella) sia nelle estrazioni petrolifere e ospitando ben due siti di pre-raffinazione, uno in Val D’Agri (con serie conseguenze di inquinamento ambientale a causa di sversamenti legati allo stoccaggio di greggio e presunto traffico di rifiuti pericolosi) e uno nella Valle del Sauro, che già sta mostrando i propri effetti negativi sulla qualità dell’aria nei territori interessati.
Ricordiamo, inoltre, di avere già subito in passato un vero e proprio scempio ambientale con la prima industrializzazione degli anni 60, che ha lasciato abbandonati una serie di siti industriali i quali aspettano ancora di essere recuperati e bonificati (Valbasento e Tito).
Pertanto, saremo con convinzione al fianco di tutte le Istituzioni lucane, a prescindere dal colore politico che le contraddistingue, al fine di far pervenire la nostra forte, decisa e rigorosa contrarietà a questa sciagurata ipotesi.
Così come già avvenuto nel 2003 con la marcia dei centomila, che fece fallire il tentativo di creare il sito unico nazionale delle scorie nucleari nel Comune di Scanzano Jonico, tutta la Comunità Lucana saprà fare di nuovo fronte unico e si presenterà forte e compatta, in tutte le sedi, per scongiurare ogni eventuale coinvolgimento del proprio territorio.

 

 

Inquinamento falda Itrec: convocata Conferenza di servizi

in Cronaca

Rosa: manteniamo fede agli impegni assunti al termine della riunione che si è svolta il 21 ottobre

 

L’Ufficio Prevenzione e controllo ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, in qualità di Autorità competente, ha indetto la Conferenza di Servizi istruttoria che si svolgerà, in videoconferenza, martedì 17 novembre alle 9,30 sul tema: Stato di attuazione degli interventi di messa in sicurezza operativa e risultati delle analisi eseguite dall’Arpab – Struttura Rifiuti, Suolo e Siti Contaminati sui campioni di acque sotterranee prelevati in contradditorio il 22 e 24 settembre nell’impianto Itrec di Rotondella.

Lo rende noto l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa. “Manteniamo fede – commenta – agli impegni assunti al termine della riunione, da me convocata, che si è svolta lo scorso 21 ottobre. Il presidente Bardi, il Governo regionale e il Dipartimento Ambiente seguono con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda che ha suscitato forti preoccupazioni nelle comunità di Rotondella e dell’area territoriale vicina all’Impianto Itrec.

La Conferenza di Servizi istruttoria che abbiamo convocato ha, pertanto, lo scopo di sviluppare un approfondimento sulla procedura di disinquinamento e messa in sicurezza avviata. Ciascuna Amministrazione dovrà esprimere le proprie valutazioni e formulare eventuali proposte in riferimento alle specifiche attribuzioni di propria competenza.

Ribadisco e sottolineo che, come il presidente Bardi ha sempre sostenuto, per l’Amministrazione regionale la tutela della salute e dell’ambiente è prioritaria e che il nostro impegno per affrontare e risolvere le questioni che emergono è forte e costante”.

Alla riunione sono stati invitati a partecipare i massimi rappresentanti di Sogin ed Enea del Centro di Rotondella, i sindaci di Rotondella, Policoro e Nova Siri, la Provincia di Matera, l’Arpab, l’Asm.  

foto archivio

Sogin, rinnovato il Consiglio di Amministrazione

in Economia

Luigi Perri Presidente, Emanuele Fontani designato Amministratore Delegato

 Roma, 12 dicembre 2019 –L’Assemblea dei soci, riunitasi oggi, ha provveduto al rinnovo del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2019 – 2021 di Sogin, la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi.

L’Assemblea ha nominato Presidente Luigi Perri e designato Amministratore Delegato Emanuele Fontani. Il nuovo Consiglio di Amministrazione è completato da Raffaella Di Sipio, Luce Meola e Enrico Zio.

Luigi Perri, ingegnere nucleare, si è occupato, fin dai primi anni ottanta per la Società NIRA (Nucleare Italiano Reattori Avanzati – Ansaldo) della centrale nucleare PWR di Trino e dell’impianto nucleare sperimentale CIRENE di Latina. Successivamente ha seguito, fra l’altro, la realizzazione di impianti convenzionali di produzione di energia elettrica in qualità di Direttore Impianti Industriali, Civili e Navali della DEMONT. Dal 2009, sempre in DEMONT,è stato impegnato all’estero presso la centrale nucleare slovacca Enel di Mochovce.

Emanuele Fontani, in Sogin dal 2007, è stato Amministratore Delegato della società controllata Nucleco e nell’ultimo triennio è stato Responsabile Disattivazione Impianti di Sogin. Laureato in Ingegneria Nucleare, nel 2012 ha conseguito l’Executive MBA (Master in Business Administration) all’Università Bocconi. In precedenza è stato Project Manager in Enel, dal 2001 al 2007, e Project Engineer in ENI Tecnomare, dal 1999 al 2000.

 

Torna su