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Il lucano Carmine Iuvone ha diretto Shari a Sanremo

in Cultura

Il lucano Carmine Iuvone, originario di Salandra, ha diretto Shari a Sanremo. Classe 1985, si è Diplomato al Santa Cecilia di Roma

Ha diretto la cantante Shari durante il 73esimo festival di Sanremo

A dirigere l’orchestra di Sanremo, nel corso del 73esimo festival della canzone italiana, c’era anche un maestro lucano: Carmine Iuvone di Salandra, in provincia di Matera.

Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e polistrumentista, ha diretto la giovane cantante Shari con il brano Egoista.

Carmine Iuvone, classe 1985, consegue il Diploma Accademico con lode presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Negli anni si dedica allo studio di diversi strumenti portando avanti una ricerca libera dai vincoli di stile, tesa alla creazione di nuovi linguaggi. Ha composto colonne sonore per diverse produzioni cinematografiche e teatrali ed ha collaborato con artisti del calibro di

Nicola Piovani, Fabrizio Bosso, Marina Rei, Salmo e Tosca, solo per citarne alcuni.

In questo podcast ci racconta la recente esperienza sanremese e il legame con il suo paese di origine, ovvero il il festival Storie parallele, di cui Iuvone è direttore artistico per i contenuti musicali.

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Le opere di due artiste lucane a Casa Sanremo

in Appuntamenti

Le opere di Donata Imperio e di Angela Lapadula saranno presenti dal 5 all’11 Febbraio nell’Area Hospitality di Casa Sanremo.

Casa Sanremo nasce nel 2008 con l’obiettivo  di creare uno spazio artistico aperto. Quest’anno nella sezione dedicata all’arte saranno presenti anche due artiste lucane: Donata Imperio e Angela Lapadula. La prima presenta un’opera intitolata “La vendemmia”, anno 2021. Olio su tela. Imperio è legata alla Basilicata ed ai suoi meravigliosi paesaggi e ama rappresentare momenti di vita contadina. ” Racconta con poche grezze pennellate che non hanno bisogno di artefici e né di manierismi, ma solo di semplicità. L’artista Donata Imperio è devota alla semplicità. L’ha raccolta nella Terranova della sua infanzia e in una formazione di autodidatta. La raggiunge con l’essenzialità cromatica e con la modestia delle sue figure. Gli ori e i rossi raccontano la storia di tante vite riscaldate vicino al focolare domestico, del Novellara e delle fatiche di giornate trascorse a falciare il grano e a raccogliere la semenza. I tuoi sommessi e pacati della sua arte dicono la verità di un mondo contadino ormai al tramonto e lo congelano, eterno, un attimo prima di morire. Tratto da ” Donata Imperio: dal figurativo al simbolismo”, Dottoressa Jessica Fanelli.

La seconda artista è Angelina Lapadula. “Pensa e pone l’accento su aspetti del vivere che contano, come l’attenzione per l’ambiente, da vedere con occhi differenti. Come sa fare lei. Trascende stili e movimenti e si fa portavoce del nostro tempo, attraverso metafore. L’uomo non più padrone del mondo ma coinquilino del pianeta. Perciò, quella di A. Lapadula è un’arte spirituale, attenta alle dinamiche sociali più attuali, che si esprime attraverso una grammatica del colore di memoria moderna, ma tremendamente ancorata all’epoca contemporanea. Un’artista suggestiva per l’eleganza dei tratti, la poesia delle composizioni cromatiche e per la luminosità che riesce ad infondere alle tele”. Dott. Pasquale Di Matteo

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