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Rifiuti RAEE: netto calo della raccolta in Basilicata

in Economia

Rifiuti RAEE: netto calo della raccolta in Basilicata. La Basilicata nel 2022 ha raccolto 4.148 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)

In base al Rapporto regionale sui rifiuti tecnologici del Centro di Coordinamento RAEE, lo scorso anno la regione ha registrato una delle peggiori contrazioni nei quantitativi di rifiuti tecnologici raccolti a livello nazionale. Sul risultato hanno influito il venir meno di quasi il 40% di ped ed elettronica di consumo, e il 30% di freddo e clima. Nonostante ciò, il dato medio pro capite di 7,66 kg/ab (-9,5%) rimane il secondo valore più alto del Sud Italia Milano, 8 marzo 2023 – La Basilicata nel 2022 ha raccolto 4.148 tonnellate di rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). È quanto emerge dal Rapporto regionale sui rifiuti tecnologici realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE, l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici in Italia.

Rispetto al 2021 il risultato risulta in flessione dell’11,4%, che equivale a 539 tonnellate raccolte in meno.

La variazione accentua il trend negativo emerso l’anno precedente e supera nettamente la variazione media nazionale (-6,2%). La raccolta pro capite scende a 7,66 kg per abitante (-9,5%), ciò nonostante il dato rappresenta il secondo valore più alto tra le regioni del Sud Italia e si conferma al di sopra sia della media dell’area di riferimento (5,15 kg/ab) sia di quella italiana (6,12 kg/ab). A livello di classifica nazionale, la Basilicata perde una posizione rispetto all’anno precedente e si posiziona al sesto posto. La diminuzione della raccolta interessa tutti e cinque i raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i rifiuti tecnologici. Fanno eccezione i grandi bianchi (R2) i cui volumi registrano un incremento del 19,6% rispetto al 2021, per un totale di 1.489 tonnellate, risultato in netta controtendenza con il calo registrato dal raggruppamento a livello nazionale (- 9,3%). A trainare la crescita è la raccolta effettuata dalla provincia di Matera (+59,7%) e in modo più contenuto da quella di Potenza (+6%) che però rappresenta oltre il 65% della raccolta regionale. La raccolta di freddo e clima (R1) segna il -29,3% e scende a 885 tonnellate, a livello provinciale il calo è pressoché simile: Matera segna il -30,9%, Potenza il -28,2%.
Più contenuto il calo di televisori e apparecchi con schermo (R3): -9,7% per un totale di 1.367 tonnellate. In questo caso, il trend a livello provinciale è opposto: Matera registra una flessione del 28,2% mentre la raccolta di Potenza cresce del 9,2%. Molto più elevata (-38,9%) la contrazione dei quantitativi di elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici (R4) che scende a 396 tonnellate. A impattare maggiormente è il calo della raccolta nella provincia di Matera (-57,3%) mentre Potenza registra il -17,9%.

Deposito nazionale rifiuti radioattivi: Sogin ha trasmesso la carta delle aree idonee

in Cronaca

Deposito nazionale rifiuti radioattivi: Sogin ha trasmesso la carta delle aree idonee. Il ministero destinario della proposta è quello della Transizione Ecologica.

Ora toccherà al Ministero della Transizione Ecologica di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e
della Mobilità Sostenibile approvare la mappa che verrà poi resa nota

Roma, 16 marzo 2022. Sogin ha trasmesso ieri al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, nel rispetto dei tempi previsti dall’art. 27, comma 5, del D. Lgs. 31/2010, ossia nei 60 giorni dalla chiusura della consultazione pubblica.
La CNAI è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese, avviata il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e conclusa il 14 gennaio scorso.
La consultazione, gestita da Sogin nella massima trasparenza e completezza informativa, a cui hanno partecipato centinaia di soggetti direttamente interessati al progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, si è articolata in tre fasi.
Nella prima, durata sei mesi fino al 5 luglio 2021, Sogin ha raccolto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche pervenute sulla CNAPI e sul progetto del Deposito Nazionale, da parte dei diversi soggetti interessati. A questa fase è seguito il Seminario Nazionale, svolto dal 7 settembre al 24 novembre 2021 e concluso il 15 dicembre 2021 con la pubblicazione degli Atti conclusivi.

I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, tutti trasmessi in diretta streaming. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono tenute sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.

Oltre 160 i partecipanti al Seminario, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Istituzioni ed Enti nazionali e locali, associazioni, comitati e singoli cittadini.
Concluso il Seminario si è, quindi, tenuta nei 30 giorni successivi, come previsto dal D. Lgs. 31/2010, una seconda fase di consultazione pubblica durante la quale i soggetti portatori di interesse hanno potuto presentare ulteriori osservazioni e proposte tecniche anche alla luce dei lavori svolti durante il Seminario Nazionale.
La proposta di CNAI che Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica è stata dunque predisposta sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno a seguito della pubblicazione della CNAPI.
La norma prevede ora che il Ministero della Transizione Ecologica, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), approvi con proprio decreto la Carta, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti internet di Sogin, dei due Ministeri e dell’ISIN.
La pubblicazione della CNAI avvierà quindi la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso partecipato da parte delle Regioni e degli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito Nazionale.

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Appalto rifiuti: “a Policoro vincono legittimità e trasparenza”

in Politica

Appalto rifiuti: “a Policoro vincono legittimità e trasparenza”. Il comune vince davanti al Consiglio di Stato, le 26 pagine della sentenza danno piena ragione al Comune di Policoro

Quello della gestione dei rifiuti solidi urbani è da sempre uno degli argomenti più spinosi degli Enti Locali. Negli ultimi anni, la Città di Policoro ha dovuto vivere un periodo difficile e controverso che ha avuto nelle scorse ore un epilogo importante a tutela dell’Ente e dei cittadini con grande soddisfazione dell’Amministrazione Comunale.

IL FATTO
La vicenda nasce dall’improvviso fallimento della ditta Tradeco, avvenuto nel 2018, da cui è scaturito un periodo in cui il Sindaco, Enrico Mascia, ha dovuto emettere ordinanze urgenti per consentire la pulizia ordinaria della città; città che, di fatto, non ha subìto disagi in termini di gestione quotidiana del servizio. Nel frattempo, gli uffici dell’Ente avviano un importante processo di conoscenza e mappatura del territorio, cresciuto per popolazione e per esigenze, tali da consentire una fotografia attualizzata della terza città lucana più grande per popolazione: il tutto affidato ad una delle migliori ditte in Italia specializzate nel settore della pianificazione ecosostenibile dei rifiuti, la Esper, che aveva già effettuato uno studio antecedente sul territorio di Policoro e a cui era stato richiesto un aggiornamento delle conoscenze già acquisite tramite l’elaborazione di un dettagliato piano industriale. Una fase complessa e articolata che ha un primo epilogo importante: il riconoscimento della conformità delle attività procedurali messe in campo dall’Ente, da parte del Ministero dell’Ambiente, intervenuto per chiarimenti resi in contraddittorio con l’Ente.

GLI APPALTI E LE VICENDE LEGALI
A ridosso del termine della fase dello studio del territorio l’Ufficio preposto del Comune avvia una gara-ponte finalizzata ad accompagnare il delicato momento amministrativo e di transizione. Terminata la fase di studio, l’Ente predispone anche gli atti complessi della principale procedura di gara della durata di 7 anni per un costo complessivo di oltre 20 mln di euro, a cui prendono parte ben 11 operatori economici provenienti da ogni parte d’Italia. Considerata la portata della procedura e considerata la delicatezza dell’argomento, il Comune di Policoro sceglie la strada della massima trasparenza per l’individuazione dei componenti della Commissione giudicatrice, completamente esterna, al fine della valutazione degli 11 progetti candidati sempre nel solco della più ampia trasparenza: trasmette 134 pec ad altrettanti Enti di Basilicata (Comuni e Regione) per acquisire la disponibilità di funzionari e dirigenti a prender parte alla Commissione giudicatrice. La sua composizione, infine, avviene mediante sorteggio delle istanze pervenute.
I tempi di espletamento delle due gare, i cui procedimenti amministrativi subiscono alcuni rallentamenti aggravati fortemente dalla pandemia che ha costretto la Commissione a lavorare da remoto in videoconferenza, si avvicendano in un lasso di tempo che ha visto entrambe le procedure giungere a conclusione; tale situazione costringe l’Ente a dover individuare il procedimento più idoneo e utile a perseguire l’interesse generale attraverso una decisione non facile oggettivamente perché molto complessa: procedere alla revoca della gara ponte ed aggiudicare quella principale.

Il concorrente primo classificato della gara-ponte, non vedendosi aggiudicare il servizio, decide di ricorrere al Tribunale Amministrativo di Basilicata, facendo avviare un lungo e complesso ricorso,

comprensivo anche della richiesta di annullamento dell’aggiudicazione della gara principale, all’esito del quale il TAR di Basilicata lo ritiene inammissibile, stante il cumulo delle domande così come proposte. Situazione, questa, che comporta, da parte dello stesso concorrente, l’avvio di un nuovo ricorso in appello presso il Consiglio di Stato dove il Comune di Policoro, ancora una volta, deve sostenere la sua posizione e difenderla anche in questa autorevole sede.

L’ESITO DEL CONSIGLIO DI STATO
Con Sentenza n.7537 del giorno 11.11.2021, l’organo supremo della Giustizia Amministrativa, a differenza di quanto sostenuto dal TAR di Basilicata, entrando nella disamina del merito delle due procedure di appalto ha riscontrato: la legittimità dell’aggiudicazione da parte del Comune di Policoro della gara principale; la legittimità da parte del Comune di Policoro della revoca della gara-ponte; l’infondatezza della richiesta da parte del concorrente sia del risarcimento del danno, sia della domanda di indennizzo.

Le 26 pagine della sentenza del Consiglio di Stato, di fatto, danno piena ragione al Comune di Policoro.

IL SINDACO MASCIA
“Uno stillicidio perpetrato per anni, fra accuse infamanti, pesanti insinuazioni, dubbi di legittimità, durante il quale gli uffici sono stati messi sotto pressione e l’intera Amministrazione ha subìto attacchi quanto meno ingiustificati. Sin dall’inizio conoscevamo la portata di una situazione tanto complessa quanto articolata, che ci siamo trovati a dover gestire con estrema urgenza per le delicate problematiche di igiene e sanità pubblica correlate evitando criticità, e solo grazie ad una strenua sinergia di tutta la macchina amministrativa, in particolar modo del Segretario Generale, dott. Andrea La Rocca, del legale dell’Ente, avv. Francesco Bello, e del Dirigente dell’Ufficio Tecnico, ing. Vincenzo Benvenuto, è stato possibile raggiungere un risultato così importante per l’Ente. Hanno vinto competenza, legittimità e trasparenza. Ha vinto la Città, esposta più volte ad una cattiva e fuorviante informazione e ad una consequenziale cattiva immagine che Policoro certo non merita”.

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Gestione rifiuti, Bardi firma nuova ordinanza valida fino al 31 Luglio

in Emergenza Covid-19

E’ pubblicata sul Bollettino Ufficiale Speciale della Regione Basilicata l’ordinanza numero 13 del 31 marzo 2020, a firma del presidente Vito Bardi, che prevede “il ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti urbani” durante l’emergenza Coronavirus.

In particolare, l’ordinanza prevede che, alla luce del blocco delle attività industriali, per consentire il regolare conferimento dei rifiuti dei Comuni negli impianti,

i gestori delle discariche sono autorizzati ad aumentare lo stoccaggio di rifiuti indifferenziati rispetto alle quantità previste, in deroga alle autorizzazioni concesse.

Seguendo le nuove direttive nazionali, l’ordinanza ritorna sulle modalità di raccolta, di trasporto e di smaltimento dei rifiuti urbani integrando le disposizioni già fornite ai Comuni.

I rifiuti prodotti nelle abitazioni di persone risultate positive al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, non devono essere trattati con il sistema della raccolta differenziata.

Sono previste alcune precauzioni nella chiusura e nel deposito dei sacchetti. L’ordinanza stabilisce anche procedure particolari per lo stoccaggio dei rifiuti prodotti nelle abitazioni di chi, invece, è in quarantena fiduciaria con sorveglianza attiva. Per tutto il resto della popolazione non si interrompe la raccolta differenziata. A scopo cautelativo, però, fazzoletti, rotoli di carta, mascherine e guanti utilizzati devono essere smaltiti nell’indifferenziata.

Queste disposizioni sono valide fino al 31 luglio 2020.

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