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Unità speciali Covid-19 sette giorni su sette, operative dalla prossima settimana

in Emergenza Covid-19

  Il compito delle unità speciali è quello potenziare la lotta alla diffusione del Covid direttamente sul territorio. I medici reclutati effettueranno l’assistenza e/o il monitoraggio: di pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, di pazienti con sintomatologia respiratoria sospetta in attesa di effettuazione di tampone nasofaringeo già segnalati e presi in carico dal servizio di Sanità Pubblica e di conviventi di pazienti affetti da COVID-19 in isolamento domiciliare obbligatorio.

 

Inizierà la prossima settimana l’attività delle quattro unità speciali ( Matera, Tinchi, Tricarico e Stigliano ) per l’assistenza e la gestione dei pazienti con COVID-19. In applicazione di una importante direttiva della Regione Basilicata vi sarà un più rapido contrasto sul territorio al Covid-19. L’ASM ha dato ad essa attuazione in tempi record. Con una apposita delibera ha, infatti, istituito le 4 unità speciali in cui opereranno una quarantina di medici della continuità assistenziale, 7 giorni su 7 dalle 8.00 alle 20.00. Il compito delle unità speciali è quello potenziare la lotta alla diffusione del Covid direttamente sul territorio. I medici reclutati effettueranno l’assistenza e/o il monitoraggio: di pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, di pazienti con sintomatologia respiratoria sospetta in attesa di effettuazione di tampone nasofaringeo già segnalati e presi in carico dal servizio di Sanità Pubblica e di conviventi di pazienti affetti da COVID-19 in isolamento domiciliare obbligatorio. Tutto ciò al fine di assicurare la gestione a domicilio dei casi ed evitare che i pazienti con sintomatologia influenzale o sospetti di COVID-19 si rechino presso gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta, dei Medici di Continuità Assistenziale o nei Pronto Soccorso.   Il medico dell’unità speciale potrà: ricordare al paziente COVID-19 ed ai suoi conviventi tutte le modalità di isolamento previste dal documento dell’Istituto Superiore di sanità; acquisire tutti i contatti (tipologia, data, generalità) che lo stesso ha avuto negli ultimi 15 giorni; effettuare anamnesi patologica remota (co-morbilità e farmaci assunti) e prossima (sintomatologia, temperatura corporea; ecc.); rilevare la necessità di approvvigionamenti (alimenti, farmaci, ausili, ecc.) e segnalarli ai servizi sociali del comune di appartenenza; provvedere oltre che alla visita a domicilio dettata da motivi di ordine clinico, anche al contatto telefonico del paziente con cadenza quotidiana, festiva e prefestiva inclusa. Il Direttore Generale ff dell’ASM, dr. Gaetano Annese, ha sottolineato che: “Con l’istituzione delle unità speciali, l’ASM, nel solco delle tempestive indicazioni regionali e dell’efficace azione di impulso e coordinamento svolto dall’assessore regionale alla Salute Rocco Leone tramite il Direttore del Dipartimento Salute Ernesto Esposito, si allarga l’azione di contrasto al coronavirus, rafforzando il fronte territoriale in una logica di vicinanza ai cittadini che non possono o non devono recarsi in ospedale.

Severino Montemurro: “Sicurezza dei medici uguale sicurezza dei cittadini”

in Emergenza Covid-19

Vicini al picco: come cambia l’assistenza sanitaria

In questi giorni veniamo a conoscenza di molti colleghi contagiati ed alcuni deceduti nello svolgimento del loro lavoro. Tra le cause della diffusione del contagio e dell’alta percentuale di sanitari coinvolti c’è la carenza e talvolta l’assoluta mancanza dei necessari strumenti di protezione. Le mascherine, anche quelle chirurgiche, sono bene così prezioso che ai medici ospedalieri è fatto obbligo di adoperarle solo nei reparti di malattia infettiva e di terapia intensiva.

I medici di famiglia, pediatri e medici di continuità assistenziale hanno ricevuto dall’azienda sanitaria appena tre mascherine fpp2 che garantiscono una protezione massima di 8 ore ciascuna.
Da qui l’invito, che oggi diventa un obbligo, di non recarsi in pronto soccorso, o presso gli studi dei medici di famiglia, pediatri e della continuità assistenziale se si ha febbre (dai 37,5 in su) e sintomi respiratori di qualunque tipo.

In questi casi occorre telefonare al medico curante e seguire le sue indicazioni. Per limitare le occasioni di contagio i medici di famiglia stanno adottando il consulto telefonico: gli studi medici sono aperti ma con accesso non più libero (occorre annunciarsi per telefono o al citofono, entrando uno alla volta) e dedicati principalmente alle urgenze e alle problematiche non rinviabili.  In prima persona più volte ho chiesto, sia a livello locale che regionale, che tutto il personale sanitario ricevesse i dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per affrontare l’emergenza. A tal proposito ringrazio i LIONS, di Matera Host e della Città dei Sassi, che hanno donato delle mascherine e con loro anche il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Matera, che su mia proposta, all’unanimità, ha deliberato la somma di ventimila € per l’acquisto di DPI e materiale sanitario per i medici del territorio.

I medici, attraverso un colloquio telefonico approfondito, sono in grado di riconoscere tra i pazienti clinicamente sospetti quelli da poter trattare a domicilio e quelli con sintomi più gravi che necessitano di ricovero ospedaliero.

In un periodo di diffusione del contagio come quello attuale tutti i pazienti con sintomi respiratori acuti devono essere considerati casi sospetti, come scrive la stessa Task force regionale: ecco perché l’esecuzione del tampone per la conferma dell’infezione è una pratica utile ma solo in casi selezionati. Va precisato che il tampone negativo oggi (paziente non infetto) non equivale a tampone negativo sempre (il contagio potrebbe svilupparsi a distanza di pochi giorni).    Il tampone poi non può essere richiesto dal cittadino ma solo dall’ufficio di igiene e sanità pubblica, sulla base della segnalazione inviata dal medico curante.
Anche le misure per il contenimento del contagio quali quarantena, isolamento o permanenza domiciliare fiduciaria sono adottate su provvedimento dell’Autorità Sanitaria.
Le persone che meritano una particolare attenzione sono quelle che, pur senza avere sintomi, hanno avuto contatti stretti con persone positive al Coronavirus: pensiamo alle persone che vivono nella stessa casa o luogo di lavoro, a coloro che siano stati vicini per più di 15 minuti e a meno di 2 metri di distanza. Il contagio potrebbe manifestarsi dopo un periodo di 7-14 giorni.
Per ridurre il rischio di contagio e gli spostamenti dei cittadini la protezione civile ha previsto che non sia più necessario il ritiro del promemoria cartaceo o della ricetta rossa per la prescrizione dei farmaci: il promemoria o il numero di ricetta elettronica (NRE) potrà essere inviato per mail al cittadino che poi, in ragione dello stato di necessità e derogando dalle norme europee sulla privacy, potrà inoltrarlo al suo farmacista, ma sempre con il consenso di quest’ultimo.
Concludo esprimendo la vicinanza mia e dell’Ordine dei Medici di Matera a tutti i colleghi  ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che continuano a prendersi cura della salute dei cittadini, anche a rischio della propria vita, offrendo in questo periodo la più ampia disponibilità telefonica dalle 8 alle 20, e ai medici di continuità assistenziale in servizio  la sera dalle 20 alle 8 e nei giorni prefestivi (dalle ore 10) e festivi. A tutti un grazie di cuore!

Dott. Severino Montemurro  Presidente dell’Ordine dei Medici di Matera

Covid19, le misure di sicurezza degli studi medici

in Cronaca

Il Consiglio nazionale della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) riunito in videoconferenza il 14 marzo 2020 che ha approvato e diffuso le allegate linee guida con le misure di prevenzione da adottare negli studi medici, nelle sedi di continuità assistenziale e a domicilio per la protezione dei pazienti, dei medici e del personale di studio.
Il documento, in forma di slides, è indirizzato a medici di famiglia e di continuità assistenziale ma riteniamo debba essere conosciuto dalla cittadinanza perchè illustra con chiarezza come dovrà cambiare l’attività dei medici del territorio e di conseguenza l’assistenza sanitaria rivolta ai cittadini.
Tra gli aspetti più rilevanti quelli che disciplinano le stesse modalità di accesso agli ambulatori dei medici di famiglia e di continuità assistenziale che dovrà avvenire in modo sicuro (a porta d’ingresso chiusa, sempre e comunque preceduto da consulto telefonico, solo su appuntamento con prenotazioni distanziate, un solo paziente alla volta e con eventuale accompagnatore che dovrà sostare al di fuori).

Un commento quale medico di famiglia (con già alcuni pazienti contagiati)
Abbiamo finalmente delle linee guida con le misure di prevenzione da adottare negli studi medici e a domicilio per la protezione dei pazienti, dei medici e del personale di studio. Le ha predisposte il nostro sindacato visto che nessuno pareva preoccuparsi del territorio dove, secondo il prof. Galli dell’ospedale Sacco di Milano, va combattuta la vera battaglia perché gli ospedali, ormai al limite dei posti disponibili, dovrebbero essere considerati come le retrovie in cui portare i feriti gravi.
In effetti noi medici di famiglia avremmo la possibilità di intercettare quei pazienti fortemente sospetti che, per i rigidi criteri fissati per l’esecuzione del tampone di conferma, rischiano di rimanere senza una diagnosi.
Possiamo solo sperare che con l’obbligo di restare tutti a casa (sani e contagiati inconsapevoli) l’ondata di piena dell’infezione non travolga le regioni del sud come è accaduto al nord.
La tecnologia e la telemedicina hanno forse l’ultima occasione per affermarsi nel territorio.
L’importanza di queste linee di indirizzo è duplice: sul versante della sicurezza e su quello della tutela medico legale (si prevede ad esempio – pur senza dichiararla legittimo – il rifiuto di una prestazione sanitaria qualora il medico non sia fornito dei necessari dispositivi di sicurezza).

Dott. Erasmo Bitetti
responsabile comunicazione FIMMG Basilicata

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