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Medici di medicina generale: cala il numero in Basilicata

in Cronaca

Medici di medicina generale: cala il numero in Basilicata. Ci saranno 36 unità in meno rispetto ai dati del 2021.

Nel 2025 in Basilicata “il numero dei medici di medicina generale diminuirà di 36 unità rispetto al 2021”: è uno dei dati contenuti in una ricerca della Fondazione Gimbe.

Riguardo al “quadro anagrafico”, l’indagine ha stabilito che “nel 2021 l’82,1 per cento dei medici di medicina generale aveva oltre 27 anni di laurea (media nazionale 75,3 per cento.

Il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 21,1% del totale dei Mmg della regione. La media nazionale è pari al 42,1%; tra il 2019 e il 2021 i Mmg in regione si sono ridotti del 9,2%. La media nazionale della riduzione è pari al 5,4%; il numero medio di assistiti per Mmg al primo gennaio 2022 nell’intera regione è pari a 1.101 (media nazionale 1.307); secondo la stima Gimbe, che prevede un rapporto di un medico di medicina generale ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000), al primo gennaio 2022 in regione non mancano Mmg”. (ANSA).

Quattro nuovi medici e due tecnici presto in servizio all’ASM

in Cronaca

Quattro nuovi medici e due tecnici presto in servizio all’ASM

Quattro nuovi medici e due tecnici di laboratorio biomedico sono pronti a prendere servizio nei prossimi giorni all’Azienda Sanitaria Locale di Matera.
Lo fa sapere l’assessore regionale alla Salute e Politiche della persona, Francesco Fanelli, di concerto con la Direzione generale dell’Asm che ha pubblicato le delibere di assunzione di specialisti e tecnici da destinare ai presidi ospedalieri e agli ospedali distrettuali.
“In particolare – ha spiegato l’assessore Fanelli – entreranno presto in organico tre psichiatri, un medico anestesista rianimatore, oltre a due tecnici di laboratorio biomedico. Le assunzioni rientrano nel Piano triennale dei fabbisogni del Personale dell’Azienda per gli anni 2023-2025, approvato dalla Regione Basilicata lo scorso 17 febbraio. Continua senza sosta il programma di assunzioni nella sanità lucana – ha concluso Fanelli- con l’obiettivo di potenziare i servizi sanitari, le strutture territoriali e per garantire al cittadino lucano una risposta sempre più efficace ed esaustiva ai bisogni di cura”.
“Stiamo impiegando tutte le nostre energie – spiega il direttore generale dell’Asm, Sabrina Pulvirenti – per poter reclutare il maggior numero possibile di professionisti, perseguendo quindi il miglioramento non solo dei percorsi di cura e presa in carico, ma anche il potenziamento delle risorse umane. A garanzia di tutti gli operatori aziendali che a tutt’oggi, incessantemente, prestano la loro opera a tutela del diritto alla salute di noi tutti”.

Foto archivio (fonte PX): non si riferisce al fatto descritto nell’articolo

Medici e operatori socio sanitari cercasi per l’ospedale di Stigliano

in Cronaca

Medici e operatori socio sanitari cercasi per l’ospedale di Stigliano. Domande da inviare entro il 16 febbraio 2023

L’Azienda Sanitaria Locale di Matera ha pubblicato ieri, 2 febbraio, quattro avvisi per assumere nuovo personale da destinare all’Ospedale distrettuale di Stigliano e all’Unità Operativa Complessa di Lungodegenza Medica, presso lo stesso nosocomio.

Si cercano, in particolare, operatori socio sanitari, un Dirigente Medico di geriatria, un Dirigente Medico di medicina fisica e della riabilitazione, un Dirigente Medico di medicina interna.

Gli avvisi sono pubblicati sul sito web dell’Asm all’indirizzo www.asmbasilicata.it dove è possibile prendere visione dei requisiti richiesti e delle modalità di presentazione delle domanda di partecipazione da inviare esclusivamente con procedura telematica. Per tutti i profili la scadenza è fissata al 16 febbraio 2023.

Grazie all’impegno costante dell’assessorato regionale alla Salute e della Direzione strategica dell’ASM, prosegue l’opera di potenziamento dei servizi sanitari del distretto collinare e montano della provincia di Matera. Con queste nuove assunzioni si potranno offrire ulteriori prestazioni sanitarie per la popolazione di queste aree svantaggiate dal punto di vista dei collegamenti, rispondendo in maniera sempre più puntuale ai bisogni dei cittadini.

Basilicata e Covid19: le novità su tamponi, piattaforma, certificazioni

in Emergenza Covid-19

Basilicata e Covid19: le novità su tamponi, piattaforma, certificazioni. Il documento di resoconto degli incontri fra Regione e Medici.

TAMPONI

E’ già attiva l’interconnessione fra Sistema TS e Piattaforma Covid regionale; in linea con le disposizioni nazionali è necessario procedere alla registrazione del tampone in piattaforma regionale.

E’ stato chiarito chi sono i soggetti privati abilitati ad effettuare i tamponi e cioè i Medici di famiglia, i Pediatri di libera scelta, le farmacie e i laboratori accreditati. I restanti operatori, non essendo abilitati ad accedere al sistema Tessera Sanitaria, non sono riconosciuti e invito tutti ad essere rigorosi nel non accettare tamponi fatti da altri soggetti.

Obbligo dell’erogatore di registrare il tampone effettuato sulla Piattaforma COVID. Sarà la piattaforma ad inviare la comunicazione dell’esito al cittadino tramite SMS o mail.

PIATTAFORMA COVID

Validazione del numero di cellulare e/o mail del cittadino: dovrebbe essere lo stesso medico che apre una scheda sulla piattaforma COVID a validare il numero di cellulare e/o la mail del cittadino, o attraverso il recepimento di un OCT direttamente sul numero di cellulare del medico o anche direttamente senza questo ulteriore passaggio.

Nell’attività di tracciamento sarà possibile aggiungere fra i conviventi e i casi collegati di un soggetto positivo anche i cittadini non in carico al medico titolare della scelta del positivo.

CERTIFICAZIONI

In linea con la normativa nazionale, il tampone antigenico è stato equiparato a quello molecolare per cui d’ora in avanti (e direi anche a partire dal 30 dicembre 2001) non c’è più bisogno di richiedere un tampone molecolare di conferma per un tampone antigenico. Altre regioni hanno fatto una distinzione fra tampone rapido di seconda e terza generazione, la nostra si è allineata alle circolari ministeriali.
Nella piattaforma sarà possibile anche al Mmg e al PLS rilasciare il certificato di guarigione laddove siano rispettati i criteri previsti dalla normativa. La funzione è già presente in piattaforma: si tratta di essere abilitati, cosa che dovrebbe essere ad horas.

Abbiamo anche chiesto che, considerato che i Dipartimenti di Prevenzione in questi due anni di pandemia hanno disatteso nella stragrande maggioranza dei casi l’obbligo di invio al medico curante degli estremi del provvedimento di isolamento dei soggetti positivi, di individuare anche i Mmg come soggetti autorizzati ad emettere questi provvedimenti.

Finora l’isolamento scattava automaticamente solo con la richiesta del tampone molecolare e solo quando la richiesta veniva fatta da Mmg e PLS, mentre il cittadino positivo con un tampone molecolare fatto presso un laboratorio o presso l’HUB aziendale rimaneva privo di un provvedimento di isolamento.

Queste sono le principali modifiche chieste ed ottenute. Chiaramente si dovrà attendere qualche giorno affinché tutto il sistema diventi efficiente, alcune modifiche dovranno essere testate, altre dovranno essere modificate in base alle necessità.
Ad esempio rimane insoluto il problema dei tanti cittadini rimasti sospesi perché inseriti in piattaforma con un tampone rapido positivo e non convocati per il tampone molecolare di conferma. Ho preso l’impegno col presidente Bardi di invitare i colleghi a farsi carico di queste situazioni: basterà acquisire il documento rilasciato dal sistema TS di positività e negatività ed emettere il certificato di guarigione sul sistema TS.
Altre proposte saranno valutate in corso d’opera: ad esempio l’introduzione in piattaforma dello stato vaccinale del soggetto al fine della definizione di isolamento/quarantena/auto-sorveglianza è fondamentale ma ciò dipende dalla interconnessione della piattaforma Covid e la piattaforma delle Poste Italiane. Abbiamo precisato che il tutto è fattibile, visto che è stato realizzato in altre regioni.
Quanto alle USCA abbiamo ricordato che le stesse furono istituite per garantire l’assistenza dei pazienti positivi a domicilio e il tracciamento dei contatti, mentre nel corso degli anni sono state e vengono utilizzate per altri compiti quali l’effettuazione di tamponi al Drive-in Ospedale Madonna delle Grazie di Matera o funzioni amministrative. Le ASL si sono impegnate a rivedere il tutto sottolineando però (specie l’ASM) le forti criticità derivanti dalle carenze di organico in tutti i servizi.

Ho ribadito al Presidente Bardi che la Medicina Generale (e credo anche la Pediatria di Libera Scelta) non è più disposta a svolgere ruoli di supplenza ad inadempienze strutturali e organizzative del sistema. In altre parole ad ognuno il suo, il nostro compito non è quello di rispondere a centinaia di richieste da parte di cittadini lasciati in pieno stato confusionale o passare ore davanti ad un computer per una piattaforma informatica andata in tilt, vogliano continuare ad offrire ai cittadini ciò che in tanti anni di studi e di professione abbiamo imparato sul campo, in altre parole vogliamo continuare a fare i medici della persona e non i medici del sistema.

Documento della Federazione italiana medici di famiglia (Basilicata)

Quarantena, le nuove regole.

Emergenza Covid19 Basilicata: 400 operatori sanitari precari

in Economia

Covid19: in Basilicata 400 operatori reclutati durante l’emergenza i precari sono complessivamente 363. Fiaso: “Stabilizzare il personale e superare i tetti di spesa per offrire i servizi previsti nel Pnrr”

La possibilità per gli enti del Servizio sanitario nazionale, inserita nella Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri, di stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza rappresenta una risposta concreta alle esigenze della Aziende sanitarie e ospedaliere. Era stata la Federazione delle Aziende sanitarie e Ospedaliere a chiedere alle istituzioni di consentire le assunzioni a tempo indeterminato dei precari, medici, infermieri e operatori sanitari (oss, tecnici di laboratorio, assistenti sanitari, biologi, etc.), reclutati nel corso della pandemia. Un appello lanciato al Ministero della Salute condiviso con tutti gli Ordini professionali.

Dall’analisi condotta da Fiaso con il supporto di SDA Bocconi emerge che dall’inizio dell’emergenza Covid sono stati reclutati con modalità straordinarie 66mila unità di personale con contratti flessibili, utilizzati per rispondere alla crisi sanitaria in attività come l’assistenza ospedaliera, il contact tracing, l’incremento del numero di tamponi e la campagna di vaccinazione. La platea di personale che potrebbe però in teoria essere stabilizzata, eliminando medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e il personale collocato in quiescenza ma reclutato con incarichi di lavoro autonomo, sarebbe di circa 54mila.

“L’inserimento nella Legge di Bilancio di un capitolo dedicato alla stabilizzazione del personale sanitario testimonia la sensibilità e l’attenzione del Governo verso il rafforzamento della sanità pubblica ed è certamente una buona notizia – commenta Giovanni Migliore, presidente FIASO – La possibilità di reclutare a tempo indeterminato, tuttavia, è legata ai tetti di spesa: occorrerà superare quei tetti ancorati a parametri datati 2004 che non consentirebbero a tutte le aziende, soprattutto a quelle delle Regioni che sono state in piano di rientro, di adeguare il personale allo standard necessario per offrire i servizi della rete territoriale e di cure intermedie previsti nel Pnrr. Seguiremo con grande interesse l’iter parlamentare della Legge che indicherà i requisiti e le risorse necessarie per le stabilizzazioni al termine del quale sarà possibile per le aziende sanitarie e ospedaliere determinare i numeri dei nuovi ingressi di personale”.

I numeri regione per regione: lo studio di FIASO

La situazione varia molto da regione a regione. Qui un’analisi dei numeri regione per regione del personale precario che potrebbe essere interessato dalle procedure di stabilizzazione, condotta da Fiaso sulla base dei dati della Corte dei Conti.

In Piemonte su 6.099 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid sono 4.783 i precari. Si tratta di 346 medici, 1.525 infermieri e 2.912 altro personale.

In Valle D’Aosta su 213 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid sono complessivamente 184 i precari di cui 40 medici, 62 infermieri e 82 altro personale.

In Lombardia su 12.680 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid sono 8.955 le unità di personale con contratti precari. Si tratta di 1.785 medici, 3.711 infermieri e 3.459 altro personale.

In Liguria su 1.845 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid sono 1.608 i precari che hanno prestato servizio nel corso della pandemia di cui 210 medici, 590 infermieri e 808 altro personale.

Nella Provincia autonoma di Bolzano su 708 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 553 di cui 80 medici, 145 infermieri e 328 altro personale.

Nella Provincia autonoma di Trento su 337 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 252 di cui 58 medici, 76 infermieri e 118 altro personale.

In Veneto su 5.025 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 1.780 di cui 492 medici, 835 infermieri e 453 altro personale.

In Friuli Venezia Giulia su 1.375 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 874 di cui 236 medici, 295 infermieri e 343 altro personale.

In Emilia Romagna su 10.660 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 5.979 di cui 1.113 medici, 2846 infermieri e 2.020 altro personale.

In Toscana su 7.468 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 2.541 di cui 755 medici, 732 infermieri e 1.054 altro personale.

In Umbria su 976 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 869 di cui 163 medici, 389 infermieri e 317 altro personale.

Nelle Marche su 1.411 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 1.246 di cui 292 medici, 601 infermieri e 353 altro personale.

Nel Lazio su 6.137 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 4.034 di cui 822 medici, 1.486 infermieri e 1.726 altro personale.

In Abruzzo su 1.939 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 1.808 di cui 102 medici, 914 infermieri e 792 altro personale.

In Molise su 279 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 264 di cui 5 medici, 143 infermieri e 116 altro personale.

In Campania su 7.240 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 5.565 di cui 834 medici, 2.978 infermieri e 1.753 altro personale.

In Puglia su 7.638 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 4.453 di cui 401 medici, 2.436 infermieri e 1.616 altro personale.

In Basilicata su 400 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 363 di cui 20 medici, 207 infermieri e 136 altro personale.

In Calabria su 1.474 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 1.258 di cui 206 medici, 717 infermieri e 335 altro personale.

In Sicilia su 7.711 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 7.068 di cui 1.360 medici, 1.993 infermieri e 3.715 altro personale.

In Sardegna su 1.565 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 937 di cui 89 medici, 552 infermieri e 296 altro personale.

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Medici 118: corso di formazione in Basilicata

in Politica

Medici 118: corso di formazione in Basilicata. Leone: dopo oltre 20 anni un corso di formazione rivolto alla categoria.

Un corso di formazione per il personale del servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica (118) finalizzato a valorizzare le competenze ed a consentire l’accesso ai concorsi pubblici per medici di pronto soccorso. Così da aumentare i medici del 118 e risolvere un altro problema strutturale della Sanità lucana.
Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone (nella foto), sottolineando che in Basilicata non veniva organizzato un corso rivolto al personale del 118 dal 1999. “Questo governo regionale – ha aggiunto Leone – punta invece a far crescere le competenze per adeguare la professionalità dei nostri operatori ai bisogni sempre più complessi delle nostre comunità”.
Si tratta di un corso pratico di 300 ore che si terrà con l’affiancamento di medici esperti. A conclusione del percorso formativo ai partecipanti verrà consegnato un attestato che consentirà l’accesso ai concorsi pubblici per medici di pronto soccorso.
“Il corso di formazione – ha aggiunto l’assessore – in accordo con i medici di medicina generale, è aperto a tutti i laureati di medicina e chirurgia. In questo modo allarghiamo la platea dei beneficiari rispetto al passato confermando l’impegno del governo regionale a offrire le opportunità di crescita professionale al maggior numero di persone possibile. Siamo convinti, infine, che il progetto formativo avrà, nel lungo periodo, effetti positivi sul miglioramento della qualità dei servizi al cittadino.
La Basilicata avrà così più medici del 118”

Nella categoria dedicata le notizie principali di politica del territorio e regionali

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Sanità Basilicata attivo il nuovo numero verde per prenotare le visite al CUP

Basilicata, vaccini antinfluenzali insufficienti, i medici protestano: “non li ritireremo”

in Cronaca

inaccettabile che i medici di famiglia debbano  decidere chi vaccinare e chi non vaccinare dopo aver subito, a causa degli annunci prima e dei silenzi dopo della Regione, ogni tipo di insulto e di accusa per la situazione che si è venuta a creare

La FIMMG Matera (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) ha avuto conferma da fonti aziendali che la seconda  fornitura di vaccini anti influenzali destinati a Matera e Provincia sarà meno di un quarto del fabbisogno necessario a  vaccinare la restante parte degli aventi diritto, per età o per patologia.

Per di più non c’è garanzia che possa esserci  una nuova  distribuzione di vaccini entro la fine dell’anno.

La FIMMG ritiene inaccettabile che i medici di famiglia debbano  decidere chi vaccinare e chi non vaccinare dopo aver subito, a causa degli annunci prima e dei silenzi dopo della Regione, ogni tipo di insulto e di accusa per la situazione che si è venuta a creare.

A questo gioco al ribasso non ci stiamo: è il momento che chi ha sbagliato i conti, giocando con i numeri e con le date della campagna vaccinale, assuma le proprie responsabilità.

Annunciamo pertanto che non ritireremo le esigue dosi di vaccino (quando e se dovessero arrivare) che ci sono state riservate, invitando i nostri pazienti a recarsi presso i Distretti della ASM per effettuare le vaccinazioni residue.

 

 

Michele Campanaro

segretario provinciale FIMMG Matera

FIMMG: “tamponi rapidi, c’è l’accordo anche in Basilicata”

in Emergenza Covid-19

Gli esami riguarderanno esclusivamente pazienti asintomatici ma “contatti stretti” di positivi   e pazienti che abbiano completato il prescritto periodo di quarantena

E’ stato sottoscritto nei giorni scorsi e sarà pubblicato sul BUR l’accordo integrativo alla Convenzione nazionale dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta che definisce, tra l’altro,  i destinatari e le modalità con cui saranno eseguiti i tamponi rapidi antigenici. Gli esami riguarderanno esclusivamente pazienti asintomatici ma “contatti stretti” di positivi   e pazienti che abbiano completato il prescritto periodo di quarantena.

Lo scopo è quello di individuare ed isolare precocemente persone sane ma a rischio di contagio e di permettere l’uscita dalla quarantena al termine di dieci giorni, senza dover attendere i tempi necessari per l’esecuzione del tampone molecolare e l’arrivo dei risultati.

Per garantire la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari i test antigenici rapidi saranno effettuati negli studi medici solo se forniti  delle necessarie dotazioni strutturali ed organizzative o, in alternativa, presso locali idonei messi a disposizione dalla ASL o dai Comuni.

Con un documento a firma congiunta del Ministero della Salute, INAIL e Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici pubblicato lo scorso 8 novembre sono state definite nel dettaglio le modalità per operare in sicurezza.

Secondo quanto previsto dall’intesa Stato Regioni l’accordo per l’esecuzione dei tamponi rapidi, sottoscritto a livello regionale solo dalla FIMMG e dalla FIMP, è vincolante per tutti i medici, indipendentemente dall’appartenenza sindacale. Saranno esonerati dalla partecipazione ai test diagnostici  e senza alcuna sanzione  solo i medici in condizioni di fragilità per patologia o le colleghe in stato di gravidanza. La FIMMG regionale è consapevole che il tracciamento rapido dei contatti è la chiave di volta per contenere la diffusione del contagio , compito cui la medicina generale non intende sottrarsi.

Non meno importante è l’osservanza  della quarantena da parte dei  “contatti stretti” di soggetti positivi, la cui durata rimane di dieci giorni, non derogabili, anche in presenza di un tampone negativo.

La FIMMG non ignora le preoccupazioni di quanti, tra i propri iscritti, temono i rischi derivanti dall’assunzione di questo nuovo compito assistenziale sia per la mancanza di specifiche coperture assicurative (i medici convenzionati non godono della copertura INAIL) sia per il mancato rispetto da parte della Regione di un obbligo che aveva liberamente assunto, quello di sottoporre tutti i medici di famiglia a tampone preventivo e a cadenze regolari, progetto mai avviato. Questa omissione appare particolarmente grave  alla luce del preoccupante aumento di contagi tra i colleghi ospedalieri, in particolare quelli del Madonna delle Grazie di Matera, che riferiscono di perduranti resistenze all’adozione di misure di sicurezza, forse dettate da una lettura riduttiva delle norme sulla sorveglianza sanitaria del personale sanitario  (articolo 14 del Decreto Cura Italia).

 

 Dott. Antonio Santangelo

Segretario regionale della FIMMG

Federazione Italiana Medici di Medicina Generale

Foto archivio, non si riferisce al fatto descritto nell’articolo

Unità speciali Covid-19 sette giorni su sette, operative dalla prossima settimana

in Emergenza Covid-19

  Il compito delle unità speciali è quello potenziare la lotta alla diffusione del Covid direttamente sul territorio. I medici reclutati effettueranno l’assistenza e/o il monitoraggio: di pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, di pazienti con sintomatologia respiratoria sospetta in attesa di effettuazione di tampone nasofaringeo già segnalati e presi in carico dal servizio di Sanità Pubblica e di conviventi di pazienti affetti da COVID-19 in isolamento domiciliare obbligatorio.

 

Inizierà la prossima settimana l’attività delle quattro unità speciali ( Matera, Tinchi, Tricarico e Stigliano ) per l’assistenza e la gestione dei pazienti con COVID-19. In applicazione di una importante direttiva della Regione Basilicata vi sarà un più rapido contrasto sul territorio al Covid-19. L’ASM ha dato ad essa attuazione in tempi record. Con una apposita delibera ha, infatti, istituito le 4 unità speciali in cui opereranno una quarantina di medici della continuità assistenziale, 7 giorni su 7 dalle 8.00 alle 20.00. Il compito delle unità speciali è quello potenziare la lotta alla diffusione del Covid direttamente sul territorio. I medici reclutati effettueranno l’assistenza e/o il monitoraggio: di pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, di pazienti con sintomatologia respiratoria sospetta in attesa di effettuazione di tampone nasofaringeo già segnalati e presi in carico dal servizio di Sanità Pubblica e di conviventi di pazienti affetti da COVID-19 in isolamento domiciliare obbligatorio. Tutto ciò al fine di assicurare la gestione a domicilio dei casi ed evitare che i pazienti con sintomatologia influenzale o sospetti di COVID-19 si rechino presso gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta, dei Medici di Continuità Assistenziale o nei Pronto Soccorso.   Il medico dell’unità speciale potrà: ricordare al paziente COVID-19 ed ai suoi conviventi tutte le modalità di isolamento previste dal documento dell’Istituto Superiore di sanità; acquisire tutti i contatti (tipologia, data, generalità) che lo stesso ha avuto negli ultimi 15 giorni; effettuare anamnesi patologica remota (co-morbilità e farmaci assunti) e prossima (sintomatologia, temperatura corporea; ecc.); rilevare la necessità di approvvigionamenti (alimenti, farmaci, ausili, ecc.) e segnalarli ai servizi sociali del comune di appartenenza; provvedere oltre che alla visita a domicilio dettata da motivi di ordine clinico, anche al contatto telefonico del paziente con cadenza quotidiana, festiva e prefestiva inclusa. Il Direttore Generale ff dell’ASM, dr. Gaetano Annese, ha sottolineato che: “Con l’istituzione delle unità speciali, l’ASM, nel solco delle tempestive indicazioni regionali e dell’efficace azione di impulso e coordinamento svolto dall’assessore regionale alla Salute Rocco Leone tramite il Direttore del Dipartimento Salute Ernesto Esposito, si allarga l’azione di contrasto al coronavirus, rafforzando il fronte territoriale in una logica di vicinanza ai cittadini che non possono o non devono recarsi in ospedale.

Severino Montemurro: “Sicurezza dei medici uguale sicurezza dei cittadini”

in Emergenza Covid-19

Vicini al picco: come cambia l’assistenza sanitaria

In questi giorni veniamo a conoscenza di molti colleghi contagiati ed alcuni deceduti nello svolgimento del loro lavoro. Tra le cause della diffusione del contagio e dell’alta percentuale di sanitari coinvolti c’è la carenza e talvolta l’assoluta mancanza dei necessari strumenti di protezione. Le mascherine, anche quelle chirurgiche, sono bene così prezioso che ai medici ospedalieri è fatto obbligo di adoperarle solo nei reparti di malattia infettiva e di terapia intensiva.

I medici di famiglia, pediatri e medici di continuità assistenziale hanno ricevuto dall’azienda sanitaria appena tre mascherine fpp2 che garantiscono una protezione massima di 8 ore ciascuna.
Da qui l’invito, che oggi diventa un obbligo, di non recarsi in pronto soccorso, o presso gli studi dei medici di famiglia, pediatri e della continuità assistenziale se si ha febbre (dai 37,5 in su) e sintomi respiratori di qualunque tipo.

In questi casi occorre telefonare al medico curante e seguire le sue indicazioni. Per limitare le occasioni di contagio i medici di famiglia stanno adottando il consulto telefonico: gli studi medici sono aperti ma con accesso non più libero (occorre annunciarsi per telefono o al citofono, entrando uno alla volta) e dedicati principalmente alle urgenze e alle problematiche non rinviabili.  In prima persona più volte ho chiesto, sia a livello locale che regionale, che tutto il personale sanitario ricevesse i dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per affrontare l’emergenza. A tal proposito ringrazio i LIONS, di Matera Host e della Città dei Sassi, che hanno donato delle mascherine e con loro anche il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Matera, che su mia proposta, all’unanimità, ha deliberato la somma di ventimila € per l’acquisto di DPI e materiale sanitario per i medici del territorio.

I medici, attraverso un colloquio telefonico approfondito, sono in grado di riconoscere tra i pazienti clinicamente sospetti quelli da poter trattare a domicilio e quelli con sintomi più gravi che necessitano di ricovero ospedaliero.

In un periodo di diffusione del contagio come quello attuale tutti i pazienti con sintomi respiratori acuti devono essere considerati casi sospetti, come scrive la stessa Task force regionale: ecco perché l’esecuzione del tampone per la conferma dell’infezione è una pratica utile ma solo in casi selezionati. Va precisato che il tampone negativo oggi (paziente non infetto) non equivale a tampone negativo sempre (il contagio potrebbe svilupparsi a distanza di pochi giorni).    Il tampone poi non può essere richiesto dal cittadino ma solo dall’ufficio di igiene e sanità pubblica, sulla base della segnalazione inviata dal medico curante.
Anche le misure per il contenimento del contagio quali quarantena, isolamento o permanenza domiciliare fiduciaria sono adottate su provvedimento dell’Autorità Sanitaria.
Le persone che meritano una particolare attenzione sono quelle che, pur senza avere sintomi, hanno avuto contatti stretti con persone positive al Coronavirus: pensiamo alle persone che vivono nella stessa casa o luogo di lavoro, a coloro che siano stati vicini per più di 15 minuti e a meno di 2 metri di distanza. Il contagio potrebbe manifestarsi dopo un periodo di 7-14 giorni.
Per ridurre il rischio di contagio e gli spostamenti dei cittadini la protezione civile ha previsto che non sia più necessario il ritiro del promemoria cartaceo o della ricetta rossa per la prescrizione dei farmaci: il promemoria o il numero di ricetta elettronica (NRE) potrà essere inviato per mail al cittadino che poi, in ragione dello stato di necessità e derogando dalle norme europee sulla privacy, potrà inoltrarlo al suo farmacista, ma sempre con il consenso di quest’ultimo.
Concludo esprimendo la vicinanza mia e dell’Ordine dei Medici di Matera a tutti i colleghi  ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che continuano a prendersi cura della salute dei cittadini, anche a rischio della propria vita, offrendo in questo periodo la più ampia disponibilità telefonica dalle 8 alle 20, e ai medici di continuità assistenziale in servizio  la sera dalle 20 alle 8 e nei giorni prefestivi (dalle ore 10) e festivi. A tutti un grazie di cuore!

Dott. Severino Montemurro  Presidente dell’Ordine dei Medici di Matera

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