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Alleggerite le misure cautelari per Francesco Piro

in Cronaca

Alleggerite le misure cautelari per Francesco Piro: dai domiciliari all’obbligo di dimora. Il consigliere starebbe presentando istanza per partecipare al Consiglio regionale del 4 Novembre. L’intenzione è quella di confermare le sue dimissioni

Sono state diluite le misure cautelari per il dimissionario consigliere regionale Francesco Piro nell’ambito dell’inchiesta sul progetto ospedale di Lagonegro; accertamenti giudiziari che riguardano anche la recente campagna elettorale per le elezioni politiche.
In queste ore il giudice delle indagini preliminari ha accolto la richiesta dell’indagato e disposto la misura cautelare più leggera che prevede l’obbligo di dimora a Lagonegro.
Il difensore del consigliere regionale, Sergio Lapenna, come riportato da rainews, sta per presentare una nuova istanza in cui chiede il permesso per il suo assistito a partecipare al Consiglio regionale del prossimo 4 Novembre 2022, quando all’ordine del giorno ci saranno le dimissioni presentate da Piro che intende confermare.
“La legge Severino, infatti, prevede espressamente la sospensione dagli incarichi se colpiti da divieto di dimora nel luogo di esercizio nel mandato, non esprimendosi sui casi di obbligo di dimora in altri luoghi”.

“L’uno in ascolto dell’altro: tutti in ascolto dello Spirito”

in Appuntamenti

 

“L’uno in ascolto dell’altro, tutti in ascolto dello Spirito”.

Nel pomeriggio di Domenica 21 novembre tempo di ascolto aperto a tutte le persone di buona volontà

Nel pomeriggio di Domenica 21 novembre, in contemporanea (ore 19,00 – 20,30), in tutte le parrocchie, sotto la guida del parroco e con la collaborazione dei membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, attraverso i tavoli di ascolto (ogni tavolo sarà composto da 10/12 componenti), si terrà un tempo di ascolto aperto a tutte le persone di buona volontà che desiderano dialogare e confrontarsi sulle tematiche proposte.

Il Vescovo, Monsignor Vincenzo Orofino, (foto apertura), sostenuto dagli Organismi diocesani di partecipazione alla vita ecclesiale, è convinto che “la nostra Chiesa locale vuole mettersi in ascolto di tutti e di tutto il territorio, anche delle realtà sociali e culturali. Vogliamo ascoltare, tessere relazioni buone e costruttive con tutti per contribuire a far nascere spazi di vita buona, solidale, accogliente. Vogliamo metterci in ascolto della storia di questa regione e dei nostri paesi, quella passata e quella contemporanea, quella delle comunità e quella dei singoli, quella religiosa e quella sociale. Vogliamo ascoltare il nostro tempo, il nostro territorio, la cultura in cui siamo immersi.
Lo vogliamo fare perché ne avvertiamo tutta la fecondità e l’urgenza. Lo faremo anche nei prossimi mesi (dicembre, gennaio 2022, febbraio, marzo e maggio) perché Papa Francesco ci chiede con forza di “camminare insieme” per edificare una Chiesa tutta “sinodale”. Una Chiesa, cioè, che nella storia si manifesta come casa e scuola di comunione (una comunione vera, essenziale e creativa). Quella comunione che è armonia sinfonica, che rende liberi, che accoglie tutti, che non pretende niente e non giudica nessuno, che esalta i carismi, le attitudini e la storia di ognuno. Una Comunità sinodale che compie la sua missione evangelizzatrice nella diversità e nella complementarietà delle vocazioni, dei ministeri, dei carismi, delle responsabilità e delle condizioni di vita, poiché il Signore Gesù «ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri» (Ef 4,7.11).
Vogliamo una Chiesa in cui tutti siano protagonisti e attori principali.
Una Chiesa sinodale è una Chiesa che «incarna lo stile di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità. (…) Che incontra, ascolta e discerne», ha detto Papa Francesco, durante l’omelia di apertura del Cammino Sinodale (Basilica di San Pietro, 10 ottobre 2021). Una Chiesa sinodale è una Chiesa che – libera da ogni ‘intimismo’ devozionale – promuove e favorisce il «passaggio dalla cultura dell’individualismo a una cultura di comunione e di solidarietà», indispensabile per la crescita globale della Comunità cristiana”.

L’ascolto comporta sempre la condivisione di vita, è sempre un coinvolgimento esistenziale, è sempre un incontro. Ascoltarsi significa riconoscersi, esprimersi, accogliersi.
La pandemia che stiamo vivendo e i vistosi cambiamenti climatici che stiamo subendo ci insegnano che è urgente e necessario un ascolto serio e attento di tutto il creato per non soccombere di fronte alla “minaccia attuale e potenziale all’habitat ecologico”.

La Chiesa sinodale di cui siamo chiamati a essere i protagonisti deve essere una Chiesa che cammina, non statica né bloccata. Una Chiesa in movimento, che cammina con le donne e con gli uomini del nostro tempo, che si pone al servizio del bene integrale delle persone e delle comunità di questo territorio con gesti concreti in ordine alla vita quotidiana di tutti, alla testimonianza della carità, al mondo del lavoro, al vasto e delicato compito educativo, all’amministrazione della ‘Cosa pubblica’ per promuovere il bene di tutti e di ciascuno.
Ascoltiamo la realtà e ascoltiamoci. Faremo qualche errore in meno! Rispettiamo le nostre tradizioni, ma non restiamo bloccati al ‘si è fatto sempre così’.
La pandemia che stiamo vivendo e i vistosi cambiamenti climatici che stiamo subendo ci insegnano che è urgente e necessario un ascolto serio e attento di tutto il creato per non soccombere di fronte alla «minaccia attuale e potenziale all’habitat ecologico» (come ha detto a Pisticci Papa Wojtyla nel 1991).

Curiosità e attesa si respirano già nel tessuto territoriale delle comunità parrocchiali che si preparano a vivere il gesto comune con piccoli adattamenti e con la creatività degli ambienti nei quali si terranno i “tavoli di ascolto” (locali parrocchiali, chiese o altri spazi resi disponibili per la circostanza). Un’occasione che indica una modalità vera di cammino comunitario, segnato dal desiderio di andare incontro a tutti e di permettere a ciascuno di dare il suo apporto per la vita della Chiesa, riconoscendola compagna di cammino a cui si appartiene, prima ancora che Madre e Maestra. Dalle sintesi che faranno i facilitatori, insieme ai Consigli pastorali parrocchiali, si giungerà alla compilazione dei questionari che prepareranno la Visita Pastorale del Vescovo Orofino che avrà inizio il prossimo 7 dicembre, nei primi vespri dell’Immacolata Concezione, con la Celebrazione che si terrà nella Cattedrale di Tursi e con la lettura del Decreto di Indizione della Santa Visita.

don Giovanni Lo Pinto

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Don Flavio Tufaro sarà presbitero

in Cronaca
Don Flavio Tufaro
ordanazione sacerdotale

Don Flavio Tufaro sarà ordinato presbitero nella Chiesa Cattedrale “Maria SS. Annunziata” di Tursi (MT) durante la solenne Concelebrazione eucaristica. Da diacono ha intrapreso il percorso di studi in lettere classiche presso l’Università di Basilicata, sede di Potenza, e ha offerto il suo servizio pastorale per le parrocchie di Sant’Arcangelo (PZ).

Il diacono Flavio Tufaro sarà ordinato presbitero alle ore 18.00 sabato 22 maggio 2021, vigilia della Pentecoste, nella Chiesa Cattedrale “Maria SS. Annunziata” di Tursi (MT) durante la solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Orofino, vescovo di Tursi-Lagonegro.
Tufaro ha 25 anni: è nato il 13 ottobre 1995 ed è stato ordinato diacono il 22 agosto 2020 a Lagonegro (PZ). Dopo la scuola media a Carbone (PZ), suo paese di origine, Flavio ha frequentato per due anni il liceo classico di Senise (PZ) e poi ha completato il percorso di scuola superiore presso il Pontificio Seminario Regionale Minore Lucano di Potenza. Quindi nel 2014 ha intrapreso il cammino di formazione al Sacerdozio presso il Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata ove ha conseguito il titolo di baccellierato in Teologia a giugno 2020. Negli anni del Seminario ha svolto l’attività di tirocinio pastorale nelle parrocchie di Calvera, Carbone e poi a Lagonegro. Da diacono ha intrapreso il percorso di studi in lettere classiche presso l’Università di Basilicata, sede di Potenza, e ha offerto il suo servizio pastorale per le parrocchie di Sant’Arcangelo (PZ). Il neo ordinato presbitero presiederà per la prima volta l’Eucaristia domenica 23 maggio alle ore 11.00 nella Chiesa Madre di Sant’Arcangelo (PZ).

La Diocesi ha avuto quattro Vescovi: Mons. Vincenzo Franco (8 settembre 1976 – 27 gennaio 1981; Mons. Gerardo Pierro (6 settembre 1981 – 28 febbraio 1987); Mons. Rocco Talucci (10 aprile 1988 – 5 febbraio 2000): Mons. Francescantonio Nolè (7 gennaio 2001). La Diocesi è suddivisa in quattro Zone pastorali: Jonica, Sinnica, Val d’Agri e Mercure-Tirrenica. Santi e Beati della Diocesi sono: Sant’Andrea Avellino di Castronuovo (1521 – 1608); il beato Domenico Lentini di Lauria (1770 – 1828), sacerdote diocesano; il beato Giovanni da Caramola (+1339), converso cistercense.

 

Di recente, l’ordinazione di altri tre presbiteri

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