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Come vestirsi bene con l’essenziale: istruzioni per l’uso.

in Cultura/La Grande Bellezza

‘’ Io voglio i miei soldi là dove li posso vedere: tutti appesi nel mio armadio.’’

 A quanti, leggendo questa nota citazione cinematografica, sarà sicuramente venuta in mente Carrie Bradshaw, personaggio autobiografico creato da Candace Bushnell e protagonista di Sex and City, diventata universalmente icona di stile? Ebbene, vorreste sentirvi come lei dinanzi ai vostri armoire, croce e delizia delle quattro stagioni?

Niente paura, per vestirsi bene basta l’essenziale.

Osservando le guru della moda, tra attrici, blogger e socialite, sempre più spesso si ha l’impressione di non poter raggiungere quel grado di perfezione perché ciò è sintomatico di lusso sfrenato. Eppure, quelle che i media definiscono it girl spesso sono anche sinonimo di estrosità ed eccessi che sarebbero inconciliabili con la vita reale dei comuni mortali più sobri e pratici. Basti pensare all’influencer italiana  più famosa del globo, Chiara Ferragni,  che dal suo attico posizionato nella città simbolo della moda, posta quotidianamente sui social outfit che variano dai total white al total skin, unicamente di brand come Chanel, Prada, o Versace. Per nostra fortuna vale ancora  la stessa vecchia regola di cui Coco Chanel ne fece una filosofia. Per esser sobri bisogna esser essenziali.

‘’ Prima di uscire, guardati allo specchio e togliti qualcosa. ‘’

           Coco Chanel

Ad ogni modo, presentarsi in ordine in un qualsiasi contesto sociale fa la differenza. Che tu vada a un colloquio di lavoro o a una cena con amici, è importante saper scegliere i propri abiti e perché no anche gli accessori nel modo giusto, non dimenticando mai la propria personalità.

GLI ESSENZIALI DA AVERE NEL GUARDAROBA

L’intramontabile Jeans

Hanno fatto la storia di intere generazioni e rappresentano l’icona dell’ abbigliamento casual per eccellenza, i jeans possono aiutarci in ogni occasione. Da indossare con i sandali oppure décolleté, per un party glamour o con le sneakers in situazioni informali.

 

 

 Il tubino nero

Da oltre un secolo è un capo simbolo di eleganza. Un classico eccezionale e versatile per differenti occasioni. Da indossare con una giacca sfiancata nell’ambito lavorativo o con un bolero di raso per una cerimonia. C’è anche chi lo indossa con anfibi e giacca di pelle per rendere il proprio look un misto di eleganza rock.

 

 

 La camicia

Se dalla fine del 1600 la camicia delineava l’appartenenza sociale, dividendo l’aristocrazia dalla plebe, oggi questo capo è tra i più amati sia da donne che da uomini di ogni estrazione sociale. Tra i più versatili degli indumenti, può esser indossato sotto un maglione e i jeans o con un pantalone a palazzo a vita alta per donare al look un tono più glamour.

 

 

Blazer

Con una T-shirt o una camicetta di seta. Con un look da jogging o da disco. Con i jeans strappati o una gonna lunga. Questo capo dovrebbe esser in cima alla lista shopping di ogni donna.

 

 

 

 Il trench

Nato come capospalla per proteggere i soldati sul fronte di battaglia, il trench-coat ovvero cappotto da trincea, di fatto, insieme al tubino nero e alla camicia, è tra gli essenziali di un guardaroba contemporaneo. Può esser indossato con dei tacchi alti e un pantalone a sigaretta oppure con un maglione oversize, grande indumento must-have dell’inverno.

Se, infine,  al tuo outfit vorrai donare un tocco di classe in più, apri l’armadio e indossa un sorriso.

Più essenziale di questo…

 

CURIOSITÀ DALLA STORIA

 Sapevate che i gli antichi romani erano molto vanitosi e ci tenevano particolarmente allo stile? Amavano seguire la moda dell’epoca e abbigliarsi in differenti modi in base alle occasioni e ovviamente al ceto sociale. Il capo di vestiario più in uso erano la toga e la tunica. I tessuti più utilizzati erano la lana e il lino, ma tra la fine del I sec a.C. e l’inizio del I sec d.C., tra i ceti più nobili, iniziarono a diffondersi anche la seta ed il cotone, entrambi molto costosi in quanto provenienti dalla Cina o dall’India; mentre nelle regioni più fredde si usavano anche pellicce e cappelli di feltro.

ATTENZIONE PERÒ: Solo chi godeva della cittadinanza romana aveva il diritto di portare la toga e l’autorità doveva vigilare che gli stranieri non la indossassero. Infine, ieri come oggi, gli accessori contribuivano molto al decoro della donna e tra i più usati vi erano le spille, i pettinini e naturalmente i gioielli: collane, bracciali, catenine, orecchini, anelli alla mani e alle caviglie.

 

copyright:

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“Meno è di più” [e meglio]

in Editoriale

Prendiamo in prestito la locuzione che dà il titolo a questo intervento dal mondo del design. IlMetapontino.it si è dato una “forma” nuova che ci auguriamo abbia più appeal visivo e soprattutto risulti di più facile consultazione.

Quanto alla “sostanza”, si rafforzerà l’idea che da almeno due anni sta orientando il lavoro di cronisti, amanti della scrittura e sviluppatori del Met,  e cioè: meno quantità e più qualità.

Dunque, sempre minor spazio per i contenuti preconfezionati dagli uffici stampa, in particolare di derivazione politica. La cronaca politica troverà il giusto spazio che sarà interpretato in funzione del ruolo sacrosanto del cronista ben riassunto nell’articolo 1 del Testo Unico dei giornalisti (http://www.odg.it/testo-unico-dei-doveri-del-giornalista/24288). L’avvento dei social network ha offerto a vastissime “legioni” di persone la possibilità di esprimersi. Sui social la condivisione dei post viaggia a ritmi incredibili. Impossibile o comunque tardiva la possibilità di controllo dei contenuti, quindi della loro autenticità. Ma è vero: il social network non è un giornale e chi scrive nel social network, in moltissimi casi,  non è un giornalista che deve ricercare e difendere la verità. Per i giornalisti invece il rispetto di essa è l’essenza del mestiere. Quella verità che si ha il dovere di far prevalere anche in ambienti notoriamente ostili alla sua diffusione per la tenace e apparentemente implacabile presenza, in particolare su Facebook,  di chi alla verità non è affatto affezionato.

Ed è anche per questo motivo che gli addetti ai lavori, e rispettive testate e redazioni, devono starci in quei “postacci” sempre più infrequentabili e offrire il proprio contributo affinché la verità trovi gli spazi che merita ovunque.

A tal proposito annunciamo che oltre ai profili social già attivi su Twitter, Facebook e Youtube, inaugureremo presto anche quello su Instagram. E un gruppo sarà attivo su Telegram.

Infine, i vecchi articoli saranno raggiungibili dalla sezione “archivio”.

Buona lettura,

#StayMet

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