
Titolo: Fame
Autore: Knut Hamsun
Genere: Letteratura scandinava
Casa editrice: Adelphi
Data di pubblicazione: 1974, 5 edizione
Formato: cartaceo
Pagine: 186
Ero seduto là sulla panchina e pensavo a tutto ciò e diventavo sempre più duro verso Dio per le sue costanti angherie. Se credeva di attirarmi a sé più vicino e di rendermi migliore col farmi soffrire e mettendo ostacoli su ostacoli sulla mia via si sbagliava un pochino, poteva esserne sicuro.

La storia di questo scrittore anonimo in cerca di fortuna, protagonista di Fame, vista in superficie, può sembrare priva di consistenza, povera e noiosa: tutto è incentrato sulla sua vita di stenti. E’ in realtà una gradita indagine nella vita di un artista preso a caso e delle difficoltà pratiche nelle quali s’imbatte un animo sensibile, come quello di un uomo che si vota all’arte: Baudelaire o Van Gogh o Beethoven possono esser immaginati senza difficoltà nei suoi panni. In modo schietto e nudo Hamsun ci mostra il lato più misero e triste del suo essere creativo, il lato scomodo di cui nessuno parla nei libri scolastici: il poter patire la fame, l’umiliazione, l’alienazione e il disagio sociale. Quasi come esser consacrati all’arte, significhi essere incompatibili con la vita, esser gli ultimi tra gli ultimi (e non i famosi uomini patrimonio culturale per i posteri), ” gli aborti dell’umanità”, perché non produttivi, non utili per la società attiva. L’arte sembra esser anche incompatibile con l’amore: il protagonista frequenta una donna ma la relazione è inevitabilmente ostacolata dalle condizioni precarie di vita di lui. Come se la vita, che l’artista non riesce a vivere con dignità, si rifiuti anche di continuarsi attraverso lui, per mezzo dell’amore. Scrivere, quindi, come morire di fame e nutrirsi solo del proprio momento artistico di creazione. Alimentarsi masticando il frutto tanto ricercato dell’ispirazione. Chiunque ami leggere deve immergersi in questo libro, perché rappresenta la vetta dalla quale possiamo ammirare l’intera valle. E’ il punto più alto per godere di un panorama a trecentosessanta gradi della vita di uno scrittore, delle sofferenze patite nel cercare un posto nel mondo semplicemente accettando di essere se stesso: un uomo alla continua ricerca della creazione di un’altra vita. Buona lettura!
Knut Hamsun, pseudonimo di Knut Pedersen, nasce nel 1859 in una famiglia di contadini. Cresce in una fattoria nel nord della Norvegia. Nel 1882 emigra negli Stati Uniti dove svolge svariati lavori. Torna definitivamente in Norvegia nel 1888. L’anno successivo la sua visione molto critica del sistema di vita che aveva sperimentato oltreoceano viene esposta nel saggio La vita culturale dell’America moderna. Nel 1890 pubblica il romanzo, in parte autobiografico, Fame, che diventa subito un importante successo letterario. Tra i numerosi libri successivi segnaliamo Pan (1894) e Germogli della terra (1917). Nel 1920 gli viene assegnato il premio Nobel. Durante la seconda guerra mondiale sostiene il governo filonazista di Vidkun Quisling. Per questo, dopo la fine del conflitto, viene processato per collaborazionismo e internato in un ospedale psichiatrico fino al 1948. Nel 1949 scrive un memoriale, Per i sentieri dove cresce l’erba, dando la sua versione dei fatti. Muore ultranovantenne nel 1952.