
Titolo: L'uomo che guardava passare i treni
Autore: Georges Simenon
Genere: Letteratura francese
Casa editrice: Adelphi
Data di pubblicazione: 1986, decima edizione
Formato: cartaceo, ebook
Pagine: 211
Non sono né pazzo, né maniaco! Solo che a quarant’anni ho deciso di vivere come più mi garba senza curarmi delle convenzioni né delle leggi, perché ho scoperto un po’tardi che nessuno le osserva e che finora sono stato gabbato.(…)per quarant’anni mi sono annoiato. Per quarant’anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare i dolci. Adesso so che i dolci sono di coloro che si danni da fare per prenderli.

Se siete degli amanti del gioco degli scacchi non potete perdervi la partita virtuale tra il protagonista di questo libro, un quarantenne mite olandese di nome Kees Popinga e il commissario parigino Lucas. Ma procediamo per ordine: Popinga è un uomo abitudinario, padre di due bambini,benestante che scopre dal suo titolare la futura bancarotta fraudolenta dell’azienda. E’ il masso sulla ferrovia che fa deragliare il treno della sua vita : l’aver scoperto le attività illecite dell’azienda getta l’uomo in piena crisi interiore e lo induce a smettere di comportarsi secondo le aspettative degli altri. Popinga si straccia di dosso l’abito di buon padre , onesto lavoratore, uomo pacifico. La sua natura istintiva, fino ad ora assopita, viene fuori con irruenza spingendolo ad agire secondo i propri impulsi e a condurre una vita sregolata e da assassino . Il crollo dei valori in cui ha sempre creduto lo investe con una tale violenza da farlo scendere sempre più in basso, da farlo sprofondare nelle sabbie mobili degli emarginati. Per lo psichiatra Kees Popinga non è che un paranoico, per la moglie è affetto da amnesia, per i più un pazzo. La verità è che il professionista Popinga non sa più chi è in una società contraddittoria che professa onestà e inganna se stessa. Popinga non è che un coraggioso, l’emblema dell’ uomo che rifiuta le convenzioni sociali e si macchia di reati senza realmente volerlo, sotto la spinta dell’alta marea del riscatto morale . Resterete piacevolmente incollati a queste pagine e vivrete insieme al protagonista l’avventura da clandestino e latitante nella Parigi Underground fino all’ epilogo: chi sarà la finalista? La giustizia umana o quella morale?
L’uomo che vedeva passare i treni è la storia di un uomo perbene, che vedeva passare la vita degli altri e che, una volta orfano dei suoi valori, si prende la rivincita sulla società che l’ha tradito salendo sul treno che lo porterà alla scoperta del suo ” vero essere”.
In ultima analisi, un libro scheggiato dalle crepe della società moderna, dalla crisi interiore dell’individuo e dell’alienato criminale, figlio di un’umanità incoerente con se stessa, in primo luogo. Buona lettura a voi, ribelli del sistema!
Georges Simenon è nato a Liegi nel 1903. Figlio di un contabile e di una casalinga borghese. Dopo la morte del padre, nel 1922 si trasferì a Parigi dove iniziò a scrivere: è stato uno scrittore incredibilmente prolifico.Nel lustro 1925-1930 pubblicò oltre 170 romanzi!Nel 1929, sulla rivista Détective, appare per la prima volta il commissario Maigret.
Assieme alla prima moglie Régine Renchon, viaggiò molto. Nel 1939 nacque il primo figlio, Marc.Durante la guerra si occupò dell’assistenza ai rifugiati belgi. Alla fine della guerra lui e suo fratello furono accusati di collaborazionismo. Nel caso di Georges le accuse erano infondate, ma si trasferì ugualmente in America. Christian Simenon invece, condannato a morte, si unì alla Legione Straniera francese. Morì in combattimento. La madre accusò Georges, che aveva suggerito al fratello la soluzione della Legione Straniera, della morte di Christian, inasprendo i rapporti, che erano sempre stati complicati, tra madre e figlio.
Negli Stati Uniti Denyse Ouimet diventerà la seconda moglie di Simenon, e la madre di tre figli (John, che Marilda ha intervistato per noi, Marie-Jo, che morì suicida nel 1978 e Pierre).
Morì nel 1989, a 86 anni a causa di un tumore al cervello, che sembrava aver sconfitto qualche anno prima.