
Titolo: Sonata a Kreutzer
Autore: Lev Tolstoj
Genere: Letteratura russa
Casa editrice: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 4 giugno 2014
Formato: cartaceo, ebook
Pagine: 160
La musica mi costringe a dimenticarmi di me, della mia vera situazione, mi trasporta in una situazione nuova che non è la mia.
Chi di noi non ha provato nella propria vita il piacere di confidare le proprie pene o le proprie colpe a un estraneo appena conosciuto? A qualcuno che senza pregiudizi (perché non ci conosce)

possa ascoltarci senza filtri? Questo è quanto accade al proprietario terriero Pozdnysev , che, durante un viaggio notturno in treno, racconta la grande macchia che ha sporcato per sempre la sua esistenza: l’ assassinio della moglie. Più che un dialogo tra due persone, è più corretto parlare di un monologo: con una lucidità delirante il reo confesso analizza la sua storia, il suo rapporto con le donne alla luce dei costumi e delle conoscenze mediche dell’epoca. E’il suo un viaggiare a ritroso; come Pollicino, l’io narrante raccoglie all’indietro le briciole dei “perché” per spiegare a se stesso l’epilogo della sua storia. Questa scrupolosa analisi fa di lui un accusatore della società in cui vive, dell’istituzione del matrimonio, della sessualità mal vissuta sia dagli uomini quanto dalle donne. Pozdnysev cerca complici morali, aggravanti e attenuanti, concause sociali, tutti convergenti nel punto nevralgico dal quale poi è scaturito il grande dolore: la gelosia. Sua moglie, infatti, spinta dall’ amore per la musica, stringe un’amicizia particolare con l’ aitante violinista Truchacevskij. La nascita di questo triangolo e le reazioni sia consce sia inconsce dei protagonisti sono messe, anche queste, al microscopio: al lettore sembrerà di aver ricevuto lui stesso il velenoso morso della gelosia che spinge la mente del malcapitato in un ballo convulso di dubbi, negazioni, ammissioni, ricerca di prove. La tortura insonne psicologica di Pozdnysev, generata del presunto torto subito, lo condurrà a privare della vita la donna che ha amato. Di questi momenti concitati tutto è descritto nei minimi particolari. I pensieri, le azioni ora dell’omicida sono condivisi con l’esterno. La colpa è esposta al sole insieme al pentimento, come un lenzuolo bianco insieme alla macchia di sporco che non andrà mai più via. Questa macchia è ciò che resta, e altro non è che l’animo di un uomo distrutto dal rimorso e dal ricordo del sé omicida. Pagine che sono i passi pesanti di un bel viaggio nella notte della psiche umana. Un viaggio illuminato dalla lucida razionalità del “dopo ciò che è stato”, e che ci concede per mezzo della penna introspettiva di Tolstoj di leggere nel cuore di tanti uomini dei giorni nostri, i cui atti omicidi riempiono purtroppo le pagine della cronaca nera. Buona lettura!
Lev Nikolàevič Tolstoj (Jasnaja Poljana 1828 – Astapovo, Rjazan’, 1910) è considerato, insieme con Fëdor M. Dostoevskij, il più grande scrittore dell’era moderna. Già orfano a nove anni di entrambi i genitori, trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra Mosca, la tenuta di Jasnaja Poliana e Kazan’, dove compie gli studi orientali e poi quelli di giurisprudenza. Trasferitosi a Pietroburgo nel 1849, entra in contatto con gli ambienti musicali e letterari.Prende parte alla guerra russo-turca di Crimea come ufficiale sul fronte del Caucaso e da quella esperienza nascono I racconti di Sebastopoli. Dopo un soggiorno all’estero e il matrimonio con Sifija Andeevna Bers, l’interesse di Tolstoj si volge alle riforme sociali e pedagogiche, ma non trascura la produzione letteraria. Le cure per la famiglia che lo tengono sempre occupato (è padre di ben 13 figli) non gli evitano di sprofondare in ricorrenti crisi religiose e morali, spesso anche acute, dalle quali emerge a poco a poco con la convinzione della necessità di una netta separazione della religione dai poteri ecclesiastici (che gli costa una scomunica) e della superiorità del lavoro materiale su quello intellettuale. In seguito ai contrasti con la moglie e i figli, Tolstoj è costretto a lasciare l’amata Jasnaja Poliana, dove da tempo si era ritirato per dedicarsi all’attività pedagogica. Mentre è in viaggio per Rostov, si ammala e muore alla stazione di Astàpovo nel 1910.La sua opera è una delle espressioni più alte del realismo ottocentesco. È autore, tra l’altro, di Guerra e pace, Anna Karenina, Resurrezione, La morte di Ivan Il’ic?, La sonata a Kreutzer, I racconti di Sebastopoli, gli autobiografici Infanzia, Adolescenza e Giovinezza.