Quando il quartiere Tamburi sanguinava ruggine, come nel wind day di oggi, vedendosi tingere le strade, le case di color rosa, la giornalista di origini bresciane, Nadia Toffa era lì per le Iene a documentarlo. Oggi alle 14.30 presso il Teatro della Parrocchia in piazza Gesù Divin Lavoratore, nell’omonima piazza al quartiere Tamburi di Taranto, vicino al Minibar, il rione le ha ricambiato il favore:gli abitanti erano lì vicini a questa piccola e grande donna dal cappotto bianco e il capellino nero ( da ieri cittadina onoraria della città) e al dramma che sta attraversando, e che, in bene e male, ha fatto parlare di lei su tutti social: il cancro, un male così noto al popolo tarantino a causa dell’inquinamento industriale. In un luogo sobrio, Nadia ha sentito l’abbraccio dei suoi “tarantini” e degli amici dell’associazione “Arcobaleno nel cuore”, con i quali ha promosso il progetto “Ie jesce pacce pe te”, la cui raccolta fondi ha portato alla realizzazione delle nuove strutture di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto. Come in una chiacchierata tra vecchi amici la giornalista ha avuto modo di presentare il suo libro “Fiorire d’inverno. La mia storia”, edito Mondadori, dedicato alla sua esperienza di malata oncologica, scritto con il cuore e come una lettera. In queste pagine Nadia parla di come “una sfiga” possa trasformarsi in “sfida” e di come si può “fiorire d’inverno”, vivere al freddo, nelle condizioni più ostili e difficili, come può esser affrontare una malattia, alla stregua delle stelle alpine che da bambina osservava crescere tra la neve, dimostrando la propria forza rispetto agli altri fiori. Come i capelli della piccola Gabriellina, malata di cancro, che cresceranno ancora più forti dopo la chemioterapia. Alla domanda allora se Nadia si sentisse invincibile, la “nanetta “, come la chiamava affettuosamente suo padre, ha risposto che più che invincibile e coraggiosa, si sentiva spericolata, indipendente, selvatica, e che la malattia le ha permesso di trovare la “bellezza della fragilità”, di farsi aiutare dalle persone care come sua madre.

Foto tratta dalla pagina Facebook ” Ie jesche pacce pe te
Scavando ancora di più nella vita di questa iena, è venuto a galla il suo esser in lotta continua contro le ingiustizie patite dai più deboli fin dai banchi di scuola e il suo rapporto con la fede: per Nadia siamo tutti speciali e il Signore non è cattivo, ad ognuno dà la sua sfida, che bisogna cogliere al volo, anche se all’apparenza sembra essere una pillola amara difficile da ingoiare. “In una partita a carte, può capitarti una carta che spazza via tutte le altre: la vita è come ti giochi quest’ultima carta, che ti è toccata e che magari non vuoi , ma è il tuo destino”, afferma la Iena, regalandoci un grande insegnamento di vita. Anche gli abitanti dei Tamburi hanno insegnato qualcosa a questa guerriera: “Mi avete insegnato a tener duro, siete le persone più con le palle di Taranto”. Ed ha le palle davvero una delle tante madri presenti oggi che ha condiviso con Nadia Toffa il dolore per la perdita recente dei suoi due figli per tumore e che ora sta perdendo suo marito per lo stesso atroce motivo. Nadia ha accolto la richiesta d’aiuto della donna e l’ha consolata con la promessa che i suoi figli vivranno per sempre con lei. Per ora restano due dei tanti figli dell’Ilva. Al di là di qualsiasi incomprensione mediatica, chi era presente oggi ha visto una donna provata dalla vita, ma che ha il coraggio di guardare in faccia la sofferenza altrui o la propria e di condividerla. In bocca al lupo per tutto, Nadia!