Incendio boschivo Rotondella-Nova Siri, 5 squadre di Vigili del Fuoco per evitare il peggio
Un esteso incendio di bosco, alimentato dal forte vento, si è sviluppato nella pineta della fascia jonica fra il lido di Rotondella e quello di Novasiri nelle prime ore del pomeriggio di giovedì. Cinque squadre dei Vigili del fuoco del comando di Matera sono riuscite a domare l'incendio di 10 ha (ettari) della pineta in poche ore grazie anche all'efficiente opera di prevenzione incendi svolta dal personale del comando di Matera che ha fatto sì che le misure antincendio delle attività ricettive della zona fossero perfettamente efficienti.
In tal modo i Vigili del fuoco sono riusciti ad attaccare l'incendio e domare le fiamme con immediatezza.
Il compleanno di un paese. I (primi) 500 anni di Rotondella
Come si festeggia il compleanno del paese? Com’è che funziona, di preciso?
Compie 500 anni, quest’anno, Rotondella. 500, quanto i metri che la separano dal mare. 500, come i gradoni da un metro, per scalarla, per guardarla dall’alto; per guardarlo dall’alto verso il basso, lo Ionio. Con rispetto e ammirazione. 500, tali e tanti, del resto, evidentemente ne occorrono per guadagnarselo, quel titolo di “balcone dello Ionio”, di terrazza, di affaccio privilegiato.
PRIMA EDIZIONE DI “TRATTURANDO ROTONDELLA” IN PROGRAMMA IL 17 SETTEMBRE
Organizzata dall’ADP Podistica Rotondella-Fidas, con la collaborazione di diverse associazioni (Basilicata Adventure, Arci, Fidas, Raimbow Dance, Libertas, Attivamente Giovani) e con il patrocinio del Comune, si svolgerà nel pomeriggio di domenica 17 settembre la prima edizione di “Tratturando Rotondella” e II° Memorial “Enzo Morano” (presidente della Fidas-Advos dal 2009 al 2015).
Escalation di furti a Rotondella. I cittadini: "Chi si preoccupa della sicurezza?"
Cresce l'allarme sicurezza nel Metapontino, stavolta a segnalare il problema è stato un cittadino di Rotondella che al telefono ha esordito: "Sono ormai mesi che le aziende agricole sono facile bersaglio, negli ultimi 4 giorni almeno quattro i furti di cui si ha notizia", ha riferito con tono rassegnato l'interlocutore. Che ha aggiunto: "Si ha come la sensazione che a nessuno interessi, ecco perché ci rivolgiamo ai giornali".
Dal suo racconto, emerge che l'escalation ha raggiunto la fase più acuta negli ultimi quattro giorni, i ladri nottetempo hanno sottratto alle vittime: olio, generi alimentari e attrezzatura agricola. Gli episodi, almeno stando agli ultimi 12 mesi si verificano con una certa frequenza dalla scorsa estate.
Perché non date vita a un comitato cittadino e chiedete a gran voce al sindaco e alle competenti autorità un tavolo per esaminare il problema e valutare le contromisure?
"Purtroppo non è così facile organizzarsi, c'è molta diffidenza da parte delle stesse vittime degli episodi. Certo è che non possiamo essere lasciati soli", ha risposto.
Sette Comuni lucani nel progetto "Borghi storici marinari"
L'idea è creare un "Distretto turistico", i comuni lucani coinvolti sono: Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella, Nova Siri, Bernalda e Metaponto, Pisticci e Maratea
Sito Trisaia, a rischio il posto di 21 lavoratori. I sindacati chiedono incontro
Le organizzazioni sindacali, Filcams, Cgil e Filctem, hanno chiesto, in questi giorni, al Presdiente della Giunta e al Direttore Generale per le Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca della Regione Basilicata un incontro urgente, al fine di esaminare congiuntamente alla Sogin il licenziamento di 21 lavoratori impiegati nel sito Trisaia. Le maestranze che hanno ricevuto le lettere di licenziamento, che sarà efficace dal 31 cm, prestano attività di servizio fondamentali per la sicurezza del sito stesso. Alla preoccupazione per la perdita di posti di lavoro vitali per l’economia del territorio, si aggiunge l’emergenza che si determinerebbe per un depotenziamento di attività che riteniamo fondamentali per la gestione dei sistemi di sicurezza che Sogin deve garantire e per i quali si è impegnata con le istituzioni locali e regionali. A fronte di tale incomprensibile modo di agire della SOGIN, che allarma non poco, si chiede al Presidente della Giunta Regionale di convocare il tavolo della trasparenza in seduta straordinaria
Si porta a conoscenza inoltre che è stato dichiarato lo stato di agitazione con sit-in davanti ai cancelli della Sogin - Enea Trisaia.
Licenziamenti, la nota del PD di Rotondella
Il circolo del Partito Democratico "Carlo Stigliano" di Rotondella ed il Gruppo Consiliare "Rotondella Prima di Tutto" esprimono solidarietà e vicinanza ai 21 lavoratori destinatari di una lettera di licenziamento che sarà efficace dal 31 Gennaio p.v., impiegati in attività indispensabili presso il Centro ITREC Trisaia di Rotondella, gestito da SOGIN.
Ci auguriamo - continua la nota - che l'incontro, chiesto dalle sigle Sindacali Cgil di Matera, con il Presidente della Giunta Regionale e con il Direttore Generale del Dipartimento Politiche di sviluppo, lavoro e formazione venga convocato al più presto al fine di trovare una concreta soluzione alle problematiche e si sollecita l'Amministrazione ed il Consiglio Comunale di Rotondella ad intraprendere iniziative utili a risolvere la vertenza ed al reale sostegno delle attività intraprese dai Sindacati, dai lavoratori e dalle loro famiglie.
ITREC ROTONDELLA: CASTELLUCCIO, RICONVOCARE TAVOLO TRASPARENZA
Le “interferenze” allo smantellamento dell’Itrec di Rotondella di cui ha parlato Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin, in audizione in Commissione Attività produttive della Camera e l’invio di 21 lettere di licenziamento nei confronti di altrettanti lavoratori impiegati in attività del Centro riaccendono l’attenzione istituzionale su una questione che si trascina da anni e che, secondo previsioni Sogin , è destinata a durare ancora per decenni, tenuto conto che le attività di decommissioning termineranno fra il 2028 e il 2032. E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) per il quale si pone innanzitutto l’esigenza che il Tavolo della Trasparenza, istituito dalla Presidenza della Giunta, acquisisca il verbale di audizione dell’ad Sogin per un’attenta valutazione. Da notizie giornalistiche per il laboratorio Itrec «l’interferenza più significativa è quella tra le attività di bonifica della Fossa 7.1 (nota come la fossa del monolite) e la realizzazione dell’edificio di processo dell’Impianto di Cementazione Prodotto Finito (Icpf) in quanto il monolite che si trova nella Fossa 7.1 insiste sulla superficie sulla quale sarà costruito questo edificio». La società aggiunge che «al momento sta portando avanti la realizzazione delle opere civili del deposito temporaneo (l’altro edificio che completa l’impianto Icpf)» e che «in parallelo» è «impegnata ad accelerare le operazioni di bonifica della Fossa 7.1, che permetterà di completare l’Icpf e, quindi, svolgere la solidificazione anche del cosiddetto “prodotto finito”». Stando al progetto approvato dallo Stato italiano, infatti, le scorie lucane dovranno essere manipolate in loco e, a tal fine, Sogin deve costruire due edifici: una sorta di laboratorio in cui «neutralizzare» e «solidificare» i rifiuti liquidi radioattivi e un deposito. Secondo le informazioni giornalistiche, dato che la data d’approntamento di questo Deposito di scorie a bassa e media radioattività dovrebbe essere il 2025 - se tutto va bene - i veleni del monolite resteranno all’Itrec almeno per altri otto anni. E’ evidente – dice Castelluccio – che c’è la necessità di acquisire ufficialmente tutte le notizie necessarie e valutare ogni possibilità di coinvolgimento delle imprese locali negli appalti di lavori, servizi e forniture presso l’impianto Trisaia secondo un’antica e sempre attuale sollecitazione delle associazioni imprenditoriali.
E’ trascorso un anno dall’ultimo sopralluogo a Rotondella dell’allora assessore Berlinguer (febbraio 2016) con la visita tra l’altro proprio del deposito interrato e non mi pare sia accaduto nulla di nuovo: i lavori procedono con una lentezza esasperante e la partita dell’individuazione della sede del deposito nazionale è tutta aperta senza alcuna garanzia per Rotondella e la Basilicata.
Quanto ai licenziamenti – afferma il vice presidente del Consiglio – è intollerabile che nonostante ritardi, inadempienze, sottovalutazioni, responsabilità nazionali e di Sogin a pagare le conseguenze siano solo e soltanto i lavoratori. Bisogna perciò scongiurare ogni cessazione di rapporto di lavoro”.
Luca Desiata l’amministratore delegato di Sogin, la società pubblica incaricata di eliminare quasi tutti gli impianti nucleari nazionali e della costruzione di un deposito per il pattume radioattivo italiano. Per la precisione, Desiata in audizione ha parlato di «interferenze» di ordine «tecnico» e oggi la Sogin spiega alla Gazzetta che per il laboratorio atomico lucano «l’interferenza più significativa è quella tra le attività di bonifica della Fossa 7.1 (nota come la fossa del monolite; ndr) e la realizzazione dell’edificio di processo dell’Impianto di Cementazione Prodotto Finito (Icpf) in quanto il monolite che si trova nella Fossa 7.1 insiste sulla superficie sulla quale sarà costruito questo edificio». La società aggiunge che «al momento sta portando avanti la realizzazione delle opere civili del deposito temporaneo (l’altro edificio che completa l’impianto Icpf)» e che «in parallelo» è «impegnata ad accelerare le operazioni di bonifica della Fossa 7.1, che permetterà di completare l’Icpf e, quindi, svolgere la solidificazione anche del cosiddetto “prodotto finito”». Stando al progetto approvato dallo Stato italiano, infatti, le scorie lucane dovranno essere manipolate in loco e, a tal fine, Sogin deve costruire due edifici: una sorta di laboratorio in cui «neutralizzare» e «solidificare» i rifiuti liquidi radioattivi e un deposito.
Va detto che in questa «fossa», interrata per circa 7 metri dal piano di campagna, ci sono veleni radiotossici da almeno mezzo secolo, da quando questo laboratorio atomico fu costruito nel bel mezzo della Basilicata per fare esperimenti nel ciclo del nucleare. Nell’estate 2014, proprio mentre Sogin cercava di operare su questa macedonia micidiale, dal monolite è colata una sostanza che ha contaminato qualche metro di terreno e gettato nel panico lucani e pugliesi. Oggi Sogin spiega come in quella fossa «suddivisa in 20 manufatti, sono stoccati rifiuti di bassa e media attività fra i quali: teste e puntali degli elementi di combustibile, filtri e resine dell’impianto di trattamento dell’acqua della piscina dell’impianto e residui delle manutenzione che erano svolte durante l’esercizio dell’impianto. Questi rifiuti, dopo essere stati recuperati, saranno messi in sicurezza al fine di destinarli al Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi». Ovvero, visto che la data d’approntamento di questo fantomatico Deposito di scorie a bassa e media radioattività dovrebbe essere il 2025 - se tutto va bene - i veleni del monolite resteranno all’Itrec almeno per altri otto anni.
E la medesima sorte dovrebbe toccare alle famose barre uranio-torio di Elk-River. In proposito la Sogin chiarisce che «come riferito in sede di audizione parlamentare, allo stato attuale per queste barre è previsto lo stoccaggio a secco in appositi Cask (speciali contenitori blindati; ndr)». E se, come pare, nessuno Stato estero accetterà di prendersi il particolare concentrato di isotopi lucano? Sogin dice di prevedere «lo stoccaggio a secco dei 64 elementi di combustibile Elk River. Al riguardo verranno inseriti in due Cask che conterranno, ciascuno, 32 elementi. I Cask saranno, temporaneamente, ospitati all’interno dell’impianto, fino al loro conferimento al Deposito nazionale».
Circa il «dove» sorgeranno il Deposito per le scorie a bassa e media intensità e il Deposito per quelle altamente radiotossiche, la Sogin tace e passa la parola ai ministeri competenti. Però, in seguito alle domande poste in audizione, dall’on. barese Dario Ginefra (Pd), Sogin dovrà presto rispondere ai quesiti relativi agli assetti antiterrorismo che dovranno avere i magazzini sempiterni dell’esperienza nucleare italiana.
Intanto, tra problemi «tecnici», nuovi assetti interni alla società, e nuovi interlocutori nazionali (con un ritardo scandaloso sta diventando operativo l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) i lavori in Basilicata vanno a rilento. Ovviamente sono stati già spesi un po’ di soldi pubblici: stando alla Sogin «allo stato attuale, i costi delle attività connesse allo smantellamento di Itrec sono pari a circa 70 milioni di euro. Il costo complessivo delle attività di decommissioning (lo smantellamento; ndr) del sito di Trisaia è stimato in circa 250 milioni di euro».
Febbraio 2016 Un sopralluogo chiesto dall’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer per dar seguito ai lavori del tavolo di trasparenza, allargato a comitati, associazioni, amministratori e organi di stampa: l’impianto Itrec di Rotondella apre così le porte in una visita per spiegare le attività in itinere, la sicurezza degli impianti, l’allontanamento del combustibile nucleare esaurito, la decontaminazione, e la gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Attivo dagli anni Sessanta, l’impianto è attualmente gestito dalla Sogin. Presenti, al sopralluogo, anche i vertici dell’Ispra e dell’Arpab. Sono stati essenzialmente quattro i siti visitati: la bonifica del deposito interrato (la cosidetta Fossa 7.1), un monolite di circa 8 metri di altezza; l’impianto di cementazione del prodotto finito e annesso a deposito temporaneo, la sistemazione a secco del combustibile Elk-River, le famose barre arrivate dall’America in Italia negli anni Settanta e i depositi temporanei di rifiuti radioattivi.
possibilità di coinvolgimento delle imprese di Rotondella negli appalti di lavori, servizi e forniture presso l’impianto Itrec di Trisaia. Nella lettera, inviata anche al responsabile dell’impianto di Trisaia Edoardo Petagna, e al sindaco di Rotondella Vito Agresti, il presidente di Confapi evidenzia che il piano di committenza per i lavori di dismissione del sito Itrec di Rotondella rappresenta un’importante opportunità per le imprese locali. Tuttavia, finora la forte limitazione delle condizioni di accesso alle gare ha prodotto una scarsa ricaduta sul territorio dei lavori di dismissione del sito. Tra Sogin e Confapi Matera esiste un protocollo d’intesa che instaura un rapporto di collaborazione e corrette relazioni tra la Spa governativa e l’Associazione imprenditoriale, con lo scopo di creare nel tempo maggiore valore per le imprese locali e per il territorio in generale. Per l’Associazione è importante coinvolgere le imprese del territorio in un’opera di informazione e formazione dei lavori da effettuare, del sistema di qualificazione e delle procedure di gara. Confapi Matera auspica, tuttavia, che le imprese locali siano maggiormente coinvolte, quando sussistono i requisiti tecnici ed economici per partecipare alle gare d’appalto, nel pieno rispetto del codice degli appalti e del regolamento di qualificazione proprio di Sogin. Conosciuti i piani di committenza, Confapi chiede la suddivisione degli appalti in lotti più piccoli e, soprattutto, la previsione di criteri di qualificazione non preclusivi per le imprese del territorio. Inoltre, Confapi chiede che, data la discrezionalità che la legge concede negli inviti per determinate procedure di gara, Sogin inviti un numero più elevato di imprese del territorio rispetto al minimo previsto per legge, al fine di garantire una piena e leale concorrenza e qualità, dando a tutti gli operatori locali l’opportunità di concorrere.
Le attività di decommissioning termineranno fra il 2028 e il 2032, un intervallo di quattro anni che risponde alla necessità di rappresentare l’alea legata alla natura prototipale di molte attività di decommissioning, con la data centrale più probabile come anno di fine dei lavori.
Raggiunta questa fase i rifiuti radioattivi, già condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, saranno pronti per essere trasferiti al Deposito Nazionale (raggiungimento della fase chiamata brown field).
Con la disponibilità del Deposito Nazionale i rifiuti radioattivi saranno allontanati e il sito potrà quindi essere riportato allo stato di green field, ovvero a una condizione priva di vincoli radiologici, che consentirà il suo riutilizzo. partita del deposito nazionale è ancora tutta da giocare. Il prossimo passo sarà la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il sito (CNAPI), che darà poi il via alle consultazioni popolari.
Nel frattempo, a Trisaia non tutti passano sonni tranquilli. La vera paura, infatti, è che non solo le barre di Elk River non se ne andranno, ma che a Rotondella potrebbero convergere tutte le scorie nucleari d'Italia.
A Rotondella inziativa PD: "Il tuo sì può cambiare l'Italia"
Il Circolo del partito Democratico "Carlo Stigliano" di Rotondella organizza Venerdì 11 Novembre 2106, alle ore 19,00 presso la sala consiliare "A.Bianco", un incontro pubblico dal titolo "IL TUO SI' PUÒ' CAMBIARE L'ITALIA"
Dopo il saluto del Segretario cittadino Vincenzo MONTESANO interverranno Antonio AULETTA, Avvocato, e Giovanni DESANTIS, membro della locale segreteria. Seguirà il dibattito con i Consiglieri Democratici della Regione Basilicata Achille SPADA E Mario POLESE.
L'evento - continua la nota - ha l'obiettivo di illustrare ai cittadini rotondellesi i veri contenuti della riforma: superamento dell'attuale sistema bicamerale, modifica del Senato in una Camera di rappresentanza delle Autonomie locali in favore di una maggiore efficacia nell'azione legislativa; la revisione del Titolo V della Costituzione che prevede il superamento dell'attuale frammentazione del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni; la soppressione del Cnel e una conseguente riduzione dei costi della politica.
La cittadinanza è invitata a partecipare attivamente.
"Basta un sì per cambiare l'Italia", il prossimo 23 ottobre se ne discute a Rotondella
Il Circolo del partito Democratico "Carlo Stigliano" di Rotondella organizza Domenica 23 Ottobre, alle ore 19,00 presso la sala consiliare "A.Bianco", un incontro pubblico dal titolo "BASTA UN SI' PER CAMBIARE L'ITALIA".
Rotondella: presentazione del documentario ''Pitagora tra noi'' di Giovanni Pastore (12 aprile)
Serata culturale promossa dall’Assessorato alle politiche culturali del centro jonico in programma per sabato 12 aprile con inizio alle ore 18.30 nella sala multimediale comunale “R. Laguardia” in via Aspromonte. Verrà presentato il documentario “Pitagora tra noi”, con sottotitolo “Influenze della filosofia scientifica pitagorica nel mondo moderno e contemporaneo”, realizzato dall’ing. Giovanni Pastore con testi tratti dal suo studio “Il Planetario di Archimede ritrovato” (edito anche in inglese) ed adattati, nonché arricchiti per le esigenze tecniche.