Mercoledì, 04 Ottobre 2023

La Valle del Sarmento rappresenta un territorio strategico per l’agricoltura, per garantire uno sviluppo durevole, assicurare un’alimentazione sana e diversificata e salvaguardare l'ambiente. E’ da questa premessa che prende le motivazioni il protocollo siglato a Terranova del Pollino tra Agia (Rudy Marranchelli), Cia (Nicola Serio) e Università Popolare del Pollino (Federico Valicenti). Uno strumento importante per valorizzare le "aziende presidio" del territorio rurale dei piccoli comuni dell'area in difesa dell'identità e della riconducibilità di prodotti legati a microterritori, produzioni enogastronomiche tipiche, preziose e di qualità e a sostegno di un nuovo modello di sviluppo locale basato sulle risorse territoriali e paesaggistiche, tradizioni culturali e popolari.

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Il bio cresce nei consumi e nei campi. Il settore evolve rapidamente in tutt’Italia, dove la conversione colturale nelle aziende raggiunge percentuali a due cifre in pochi anni. Aumentano anche gli investimenti verso nuove tecnologie, con l'agricoltura di precisione che fa breccia tra gli agricoltori biologici. 100 mila aziende agricole bio e hi-tech entro il 2030. E' la previsione che fa la Cia-Agricoltori Italiani dal Sana di Bologna. Assieme alla sua associazione di riferimento Anabio è l'unica organizzazione di rappresentanza del mondo agricolo che sostiene e partecipa quest'anno al Sana.  

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Venerdì, 17 Febbraio 2017 16:01

Cia: +3% export agroalimentare lucano nel 2016

Per l’export agroalimentare lucano il 2016 segna un nuovo risultato positivo con un giro di affari di 79 milioni 439 mila euro e un più 3%.

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Mercoledì, 11 Gennaio 2017 17:03

Gelo, neve e vento: agricoltura in ginocchio

L'organizzazione di produttori Asso Fruit Italia, fra le più rappresentative del comparto del Mezzogiorno d'Italia,  parla di "situazione drammatica" e invoca misure urgenti. La Cia sottolinea: "Calo dei prodotti e impennata dei prezzi". Entro il 30 gennaio dovranno essere presentate le stime per la richiesta dello Stato di Calamità naturale, a lavoro l'assessore regionale Luca Braia e gli uffici regionali competenti in materia: giornate di sopralluoghi 

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"Nonostante i rialzi al consumo sugli alimentari, i prezzi spuntati dagli agricoltori sui campi non riescono, in molti comparti, a coprire i costi di produzione"

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Lunedì, 05 Dicembre 2016 15:17

CIA: OPERAZIONE “LA SPESA IN CAMPAGNA”

Fare la spesa in campagna non solo conviene perché si risparmia ma perché garantisce genuinità e tipicità dei prodotti che non possono mancare sulle tavole delle festività. A sottolinearlo è la Cia Basilicata rilanciando le iniziative “La Spesa in Campagna” in occasione delle imminenti festività natalizie e di fine anno e il “patto anti spreco” tra agricoltori e consumatori.
In Italia finiscono ancora nel bidone 146 kg di cibo a persona. Succede nella Grande distribuzione organizzata, con i prodotti in scadenza o invenduti, fino ad arrivare alle mura domestiche, dove si concentra più del 40% del totale degli sprechi alimentari del Paese. La cultura contadina, invece – sottolinea la Cia - non conosce lo spreco. Gli agricoltori non gettano mai niente dei prodotti della terra e del loro lavoro: anche quelli meno presentabili, quelli "brutti", sono tutti buoni. I bitorzoli di una verdura, qualche ammaccatura in un frutto, è una questione di estetica non di qualità. Così come in cucina, dove si può dare valore anche agli avanzi della tavola, con le ricette contadine che usano ciò che resta del pasto per ri-creare piatti eccezionali.
Su tutto il territorio quella di recuperare la frutta e la verdura "brutta" è una prassi ormai consolidata degli agricoltori che fanno vendita diretta. "Perfino quando si va a fare la spesa, più che alla qualità, spesso si bada ai dettagli estetici: il colore di un frutto, qualche ammaccatura sull'ortaggio. Da qui lo spreco, lo scarto, con il 20% circa del cibo sugli scaffali dei supermercati che finisce nel bidone -ha spiegato il presidente nazionale della Spesa in Campagna, Matteo Antonelli-. Noi invece insegniamo ai consumatori che vengono in azienda, nei mercatini degli agricoltori, che una mela un po' rovinata certo non è una mela cattiva, che fino a cinquant'anni fa i nostri nonni mangiavano prevalentemente frutta e verdura brutta ma buona". Qui sta anche il valore per così dire didattico della vendita diretta, che consente di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore.
Si tratta – sottolinea una nota della Cia – di un progetto molto importante già avviato sperimentalmente in Basilicata da qualche tempo con l’adesione di una trentina di aziende, in gran parte agrituristiche e sul quale puntiamo con la massima decisione. Al momento la spesa in campagna non ha certo i numeri della grande distribuzione, né dei negozi e dei mercati. Crediamo, però, che se si porta avanti un’iniziativa seria e responsabile, questo tipo di vendita diretta può arrivare a coprire il 4-5 per cento dell’intero mercato”.
Oggi andare in campagna a fare acquisti permette, d’altra parte, risparmi significativi per i consumatori. Se, ad esempio, si spendono 100 euro di prodotti alimentari, c’e un taglio netto di 30 euro rispetto alla tradizionale catena distributiva. La vendita in azienda agricola - rileva ancora la Cia- è un chiaro esempio di una filiera cortissima, direttamente dal produttore al consumatore, che porta vantaggi reciproci per ambedue le parti. Un’iniziativa estremamente valida per integrare in modo adeguato il reddito delle piccole e medie aziende, specialmente quelle che si trovano in zone montane, collinari e periurbane. Nello stesso tempo per i cittadini rappresenta un’occasione ideale per acquistare un prodotto di qualità a costi contenuti”.
D’altra parte, una filiera lunga comporta una spesa maggiore per i consumatori. Oggi i prezzi dei prodotti, nel loro viaggio dal campo alla tavola, subiscono, proprio a causa dei troppi passaggi e dei troppi intermediari e dei costi di trasporto, aumenti considerevoli.
E questo si riflette in maniera negativa per le tasche dei consumatori che per acquistare anche prodotti di prima necessità sono costretti a fronteggiare continui e insostenibili rincari.
“Con il progetto (che ha un proprio marchio registrato e un nuovo sito www.laspesaincampagna.net) si punta a favorire inoltre l’incontro tra città e campagna, attraverso la valorizzazione dei territori rurali. Non solo. E’ una risposta alle esigenze più volte espresse dai cittadini di voler acquistare prodotti agricoli a prezzi ragionevoli. Cosa che nelle fattorie è oggi possibile”.

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Secondo la CIA, il mercato italiano della cosmesi vale 10 miliardi di euro con le esportazioni in crescita a doppia cifra

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Il ricambio generazionale in agricoltura è legato all'alto costo della terra che può raggiungere anche i 17mila euro a ettaro

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Produrre un litro di latte arriva a costare in molti casi anche 40 centesimi di euro, ma agli allevatori viene pagato al massimo 29 centesimi: questo è un trend fallimentare. Per avere un'idea: un litro di latte è pagato alla stalla circa il 40% del costo della tazzina di caffè servita al bar. Tutto ciò è ancora più assurdo in questa fase dove, in tutta Europa, la domanda di prodotto è alta. Inoltre si raggiunge il paradosso con il latte fuori dagli accordi contrattuali, quello che gli addetti ai lavori chiamano "spot", che viene scambiato a un prezzo di quasi 10 centesimi più alto. Una situazione – secondo la Cia che ha rilanciato il grido d’allarme e annuncia la ripresa della mobilitazione degli allevatori – diventata insostenibile.

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Lunedì, 26 Settembre 2016 10:23

FOOD - Enoteca Regionale. Cia delinea "mission"

L’Enoteca regionale di Venosa, di cui la Cia è stata tra i più tenaci sostenitori e che oggi riprende la sua attività, ha una “mission” importante da svolgere, recuperando il tempo perduto dal 2008, anno di istituzione, attraverso un carattere innovativo e un metodo di concertazione viticoltori-produttori-istituzioni-organismi commercializzazione ed export e di integrazione a un progetto di promozione del territorio che veda l’agricoltura al centro delle grandi scelte come settore trasversale in grado di dare forma e forza al valore primario che le produzioni agricole e la fatica degli operatori hanno saputo conseguire e difendere pur nelle gravi difficoltà che conosciamo.

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