E’ la sorte toccata alle due immigrate romeni, mentre, insieme ad altre cinque connazionali e due bulgari, stavano viaggiando da Rossano, dove vivevano, a Policoro, dove lavoravano come operai nei campi, in una delle realtà agricole più produttive del Mezzogiorno. "Non è la prima volta - denunciano i segretari dell’Ugl, Giordano e D’Amico - che la Statale 106 miete vittime tra i braccianti agricoli che dalla zona dell’Alto Ionio Cosentino si spostano nella nostra vicina Basilicata per andare a lavorare nei campi. Il 29 agosto del 2005 erano state due braccianti calabresi, Lucrezia Matarrese, di 58 anni, di Villapiana, e Michelina Napoli, di 22, di Albidona, a rimanere uccise ed anche allora denunciammo, come sempre, la pericolosità della Ss 106 ionica. Tra tutti i sistemi di trasporto, quello su strada è di gran lunga il più pericoloso e comporta il prezzo più alto in termini di vite umane. Per questo motivo il programma d’azione europeo per la sicurezza stradale prevedeva una serie di misure quali il rafforzamento dei controlli stradali, l’ampio ricorso a nuove tecnologie per la sicurezza, il miglioramento delle infrastrutture stradali ma, non ha portato in Basilicata e Calabria buoni frutti auspicati". "L’Ugl – concludono D’Amico e Giordano – richiama l’attenzione dei politici sulla sicurezza di tutte le nostre arterie principali, in assoluto le strade più trafficate e pericolose della regione. Il nostro sindacato ha più volte denunciato questa insostenibile situazione, ma le risposte sono state deludenti ed insufficienti a causa dei tagli agli investimenti e in infrastrutture che ci hanno penalizzato”.
Ugl su morte delle due lavoratrici rumene in incidente d'auto

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