Probabilmente i vandali si sono recanti nel cimitero nella notte tra lunedì e martedì, anche se non ci sono segni sulle mura o altro che lo lascino intendere; in alternativa, anche se le autorità preposte non danno molto credito, si pensa che possano aver compiuto il gesto durante la pausa pranzo, dalle ore 12 alle 14, quando il cimitero è aperto al pubblico ma senza nessun custode. Pare da escludere l’ipotesi che con questi atti si sia voluto colpire qualcuno. Sul posto sono intervenuti stamani i carabinieri della stazione di Tursi e gli agenti di Polizia Locale, che dopo aver fatto accurate indagini stanno cercando di far luce sul caso. Negli ultimi tempi sono stati tanti, forse troppi, gli atti vandalici contro il patrimonio pubblico, e anche privato, che hanno colpito la città di Tursi, ma anche gli altri comuni del Metapontino. Segnali che non vanno sottovalutati, in quanto campanello d’allarme di un disagio, culturale e sociale, prima che economico, sui quali occorre riflettere e porre rimedio, prima che possano assumere connotati e conseguenze più gravi e irrimediabili.
Giuseppe Labriola, sindaco di Tursi, da poco rientrato nelle piene funzioni dopo più di un mese di assenza per motivi si salute, è costernato: “Continuo ad essere mortificato per queste notizie, non voglio pensare che siano stati atti compiuti da persone che hanno il sale in testa. Non voglio accusare nessuno, ma confidare esclusivamente nella collaborazione delle forze dell’ordine e delle polizia municipale potrebbe non bastare: bisogna coinvolgere l’intera cittadinanza a una collaborazione per l’individuazione di questi soggetti che continuano non solo a creare disagio e danni alla comunità, ma a depauperare il nostro patrimonio reale e simbolico”. E poi aggiunge: “Non sottovalutiamo in ogni caso aspetti che possono rivelare fenomeni di estrema anormalità magari legati all’insorgenza, nel territorio, di presunte sette legate al mondo del macabro”. Intanto, dopo un’attesa durata un decennio, nei prossimi giorni le ossa abbandonate nell’ex convento di San Francesco saranno trasferite nel loro posto naturale: il locale camposanto. Finalmente.
Leandro Verde