La scelta di uno sport come il calcio, frequentemente al centro di gravi episodi di intolleranza e di interessi economici non sempre limpidi e trasparenti, appare significativa e motivata dall’esigenza di affermare, prioritariamente, che il calcio è un gioco di tutti e, come tale, può rappresentare un ottimo antidoto alla paura della diversità, in qualunque forma essa si manifesti.
"Con il Torneo antirazzista - si legge nel comunicato stampa - intendiamo fornire un ulteriore apporto a quella cultura dell’inclusione e del rispetto che, in un momento storico come quello attuale, comporta impegno e responsabilità da parte di ciascuno. In quest’ottica Il calcio e, più in generale lo sport, possono realmente tradursi in un potente mezzo di aggregazione e integrazione sociale, favorendo il dialogo e la conoscenza reciproca".
"Dopo la proficua esperienza degli scorsi anni - spiegano gli organizzatori -, ci è sembrato opportuno tornare a coinvolgere l’eterogenea comunità di stranieri presenti nella nostra città, in quella che è non soltanto una festa dello sport, ma anche una preziosa occasione di confronto con mondi e culture altre, spesso confuse nell’anonimato di contesti urbani sempre più spersonalizzanti, che alimentano paure irrazionali e infondate".
La novità della presente edizione è rappresentata dall’altro numero di nazionalità coinvolte: i giocatori che prenderanno parte al Torneo (una sessantina circa) rappresenteranno infatti più di 10 differenti nazionalità.