Curata nelle minuzie, a partire dalle maschere, dall’inflessione rigorosamente francofona, le quali distribuivano locandine e accompagnavano i presenti al posto; la commedia ha contato, tra le altre cose, sulla magistrale interpretazione del giovane Alfonso Palmieri, il quale, alla sua prima apparizione nella parte di Arpagone, ha dato prova di un talento atavico, trasmettendo ai presenti nevrosi e idiosincrasie tipiche del protagonista molieriano . Bravi anche gli altri interpreti; impeccabili coordinamento linguistico e costumi, adeguata la scenografia.
A tratti ostica da comprendere a quanti ,non conoscendo l’idioma d’oltre Alpe, hanno dovuto far affidamento su reminiscenze scolastiche, questa però, è stata la riprova della poliedricità del teatro, che , se ben fatto, consente persino al più profano di piangere o sorridere, immedesimandosi anche con il più bieco dei personaggi.
“E’ stato un progetto fortemente voluto da Antonella Antonucci e che ha avuto il via a Scanzano Jonico, quando la scuola media prendeva il nome di “Filippo Rondinelli”, è quanto ha affermato Giorgio Pucciariello(nella foto con Antonella Antonucci), regista della commedia nonché addetto alle musiche. “L’esperienza di Scanzano e il successo avuto con la messa in scena de “La Bella e la bestia”, sempre in lingua francese, ci ha convinti ha tentare qualcosa di simile anche a Policoro”, conclude il maestro, il quale, pochi istanti prima l’inizio della rappresentazione, assieme al preside dell’istituto, prof. Francesco Dello Russo, chiede un minuto di silenzio in ricordo di Melissa Bassi, la ragazza deceduta nella strage di Brindisi. In un giorno, sicuramente infausto della storia italiana, un gruppo di quattordicenni, ha deciso di mettersi in gioco, portando in scena uno dei maggiori capolavori del teatro francese e non; che siano stati tecnici o abbiano rispettato gli spazzi scenici è d’importanza relativa, quel che conta è quanto siano riusciti a trasmettere, e a giudicare dalla sala gremita e dai lunghi applausi, l’obiettivo è stato raggiunto in pieno.
Valentina Nesi