“La crescita della presenza dei migranti in Basilicata, così come evidenziato nell'ultimo rapporto Caritas-Migrantes, impone un complessivo ripensamento delle politiche di accoglienza e integrazione”.
Lo sostiene il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, secondo il quale “il contributo dei migranti è determinante per la tenuta del settore agricolo lucano e per mantenere in equilibrio la bilancia demografica della regione, ma le istituzioni locali hanno fatto ben poco per accogliere e includere i circa 16 mila stranieri che vivono stabilmente in Basilicata o che raggiungono periodicamente la nostra regione, soprattutto durante la stagione dei raccolti nelle aree del Vulture-Melfese e del Metapontino, come dimostra l'annosa e mai risolta questione di Palazzo San Gervasio”.
Per il segretario della Fai “il recente inasprimento delle norme contro il caporalato è una misura necessaria che il sindacato invocava da tempo per sottrarre migliaia di lavoratori stranieri e non solo al giogo dello sfruttamento, ma non può esaurire l'impegno del legislatore su una materia che presenta ramificazioni e implicazioni ben più profonde nella società.
In fatto di accoglienza, ad esempio, la Basilicata, nonostante gli annunci e i buoni propositi, è ancora all'anno zero”. “Il tema delle migrazioni – osserva Lapadula – deve essere affrontato principalmente sul piano delle politiche sociali”.