Lunedì, 04 Dicembre 2023

Le sigarette Hiroshima e gli effetti della dissoluzione del blocco sovietico. Wired

Le sigarette Hiroshima e gli effetti della dissoluzione del blocco sovietico. Featured

Se vi capitasse di passare dal confine tra la Georgia e la Turchia oppure tra l’Armenia e la Turchia, forse sarebbe saggio non chiedere sigarette a degli sconosciuti.

E sì: un gesto altrove banale e sicuramente amichevole, da quelle parti, potrebbe rivelarsi fatale per la vostra salute.

Infatti, è capitato che la polizia di frontiera georgiana o turca o armena fermasse, nel passaggio da uno stato all’altro, anonimi individui che, ad onta del loro aspetto più che comune e fantozziano, stavano tentando di contrabbandare non i soliti alcool e sigarette ma addirittura materiali nucleari.

Dal 1999, a causa della dissoluzione dell’impero sovietico e delle tensioni che agitano da sempre quelle aree del pianeta, gente senza scrupoli e mossa dalla sola avidità di guadagno, a qualunque rischio personale e collettivo, tenta di vendere a gruppi terroristici o a stati canaglia uranio 235 e 238 (quello da cui si ricava il plutonio) e cesio 137, insomma tutto il paniere dei materiali radioattivi che serve per preparare una bella atomica fatta in casa.

Alcuni di essi, come ‘saggio’ del materiale per i loro potenziali acquirenti, sono stati così pazzi da nascondere addosso, nella tasca della giacca, 13 grammi di uranio arricchito (HEU nel linguaggio internazionale) in un porta-sigarette fatto in piombo: letteralmente da pazzi.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) nei due documenti che annualmente produce (conosciuti come IDTB e DSTO) ha rimarcato da tempo il pericolo rappresentato da questo contrabbando di nuovo conio, semplice, redditizio e pericolosissimo.

Sia Stati Uniti che Russia sono preoccupati di questo smercio ‘alla minuta’ di materiale radioattivo, tanto più che, con l’ISIS in attività, ci si può aspettare di tutto.

Non rimane che sperare che la paura della morte per cancro sia, per i contrabbandieri, più forte della speranza di arricchirsi: altrimenti c’è poco da stare allegri.

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