È (quasi) il più buono d’Italia ed è di tradizione tutta lucana. È lo yogurt prodotto da latte di ‘signore mucche’, residenti, domiciliate, in-’stallate’ a Potenza. Ed è precisamente in Contrada Centomani (periferia ovest del capoluogo lucano) che da qualche mese a queste parte l’omonima Fattoria/Taverna può farsi vanto di produrre il ‘più buono d’Italia’, lo yogurt più buono d’Italia. 85 quelli in concorso, selezionati in 17 regioni d’Italia da 20 maestri degustatori (agronomi e tecnologi alimentari) ed infine valutati da 5 giudici in base a caratteristiche visive, olfattive e gustative.
È così che Taverna Centomani si assicura, nel novembre 2016, il secondo posto al Concorso Nazionale ‘Agri Yogurt’, giunto alla sua settima edizione, in quel di Cremona.
Ma come si fa ad… ‘essere buoni’? Sarà per i fermenti, più vivi di quelli che fanno riattivare persino l’intestino della Marcuzzi? Sarà per il latte di ‘signore mucche, ma mucche mucche’ e persino più buono di quello ‘della Lola’? Sarà per le buone azioni dei produttori?
Niente di tutto questo. Perché, in Basilicata, l’eccellenza non la si produce a scapito di nessuno, nemmeno dei competitor nazionali.
Quindi, qual è il segreto che rende questo yogurt buonissimo? Come per la Coca Cola, la formula è segreta. Ma tra gli ingredienti c’è di nuovo, c’è di buono, il ‘latte nobile’, che, lungi dall’esser munto da bovini dal sangue blu, deve esser registrato. Il ‘latte nobile’ è un po’ come il Dop, il Docg: il ‘latte nobile’ è ‘un marchio, non una marca’, precisa l’omonima Associazione, con un su Disciplinare.
Insomma, per essere ‘nobile’ il latte, le mucche devono, stando al Disciplinare,Nutrirsi al 70% di erba e fieno, con un numero di essenze pari a 5. Questo tipo di alimentazione permetterebbe, infatti, di ottenere un latte non solo più gustoso ma anche più ricco di tutte le componenti nutrizionali e, soprattutto, un miglior rapporto omega-6/omega-3, mai al di sotto del 5.
Insomma, se buoni si nasce, nobili si diventa, con la Lucania (ancora una volta) chiamata a scrivere il ‘sussidiario dell'eccellenza’, per il resto d’Italia.
Alba Gallo