Mercoledì, 31 Maggio 2023

Ripoli risponde all'ex vicesindaco Merlo: "la maggioranza continuerà a lavorare"

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Torna ad occupare le cronache politiche cittadine il confronto fra il sindaco di Scanzano Jonico, Raffaello Ripoli, e l'ex vicensindaco, Maria Giovanna Merlo alla quale sono state tolte le deleghe perché venuto meno il rapporto di fiducia. Nei giorni scorsi, l'ex vicesindaco ha denunciato il mancato rispetto del programma elettorale e accusato il sindaco di fare politica con "i mi piace" (il riferimento è al social network, facebook, ndr). Oggi, il primo cittadino replica sostenendo che il programma è stato osservato e ripreso nel DUP e nel bilanci.  Ha inoltre molto poco velatamente accusato l'ex vicesindaco di aver fornito informazioni politiche riservate ad alcuni esponenti della minoranza

Avrei evitato volentieri, poiché ciò mi provoca amarezza e diffuso malessere, di esternare le ragioni che mi hanno indotto a revocare le deleghe alla sig.ra Merlo, ma i suoi comunicati a raffica, conditi di ingiustificato vittimismo, di subdole menzogne e di omissioni, mettendo in piazza, come è suo costume, versioni di comodo, mi costringono a farlo. “La qualità della politica non si misura dai like su facebook” dice la Merlo, tentando di sminuire i reali motivi che hanno portato alla sua revoca. Stranamente questa frase l’ho già letta in anteprima sul post di un consigliere di minoranza che troppo spesso conosceva fatti e pensieri oggetto di discussione “a porte chiuse” della maggioranza. D’altronde, la strenua difesa dell’ex vicesindaco da parte di alcuni componenti della minoranza nonché il rammarico ed il dispiacere mostrato da questi ultimi, sono apparsi da subito “singolari” giacché in politica, da che mondo e mondo, l’opposizione esulta quando la maggioranza perde qualche pezzo, mentre in questo caso sembra quasi essere la minoranza ad aver perso qualcosa. Misteri della vita. Se è vero, dunque, che la qualità della politica non si misura dai like, ed io non ho mai detto questo, è altrettanto vero che la fiducia in una persona la si può misurare eccome da semplici like, soprattutto quando questa persona nega categoricamente l’ipotesi di essere stata lei a riferire dei fatti ad un’altra persona, asserendo di non aver alcun rapporto con quest’ultima, tanto da averla addirittura “bloccata” sul social ed invece si scopre subito dopo che così non è. Le menzogne, in qualunque modo si manifestino, inficiano eccome la fiducia in una persona e gli episodi in questo caso sono tanti, sui social e non. Perdere la fiducia equivale a perdere serenità nel lavoro per la comunità. Sono stati nove mesi di terremoto, di offese gratuite, di bugie, di continue fuoriuscite di notizie, di dissapori, liti, critiche e di fango gettato all’indirizzo di tutti, o quasi, gli altri membri della maggioranza, compreso il sottoscritto, sia nelle riunioni interne che sfacciatamente in pubblici contesti. Ho cercato, pazientemente ed innumerevoli volte, di farle capire che non era di certo buttando letame sugli altri che lei sarebbe diventata o sarebbe stata vista come un amministratore od una persona migliore, ma lei replicava che poteva fare e dire ciò che voleva, aggiungendo, in segno di sfida, che io non avrei mai avuto il coraggio di revocarla da vice sindaco ed assessore, visti i 450 voti dalla stessa ottenuti. Ora ha scoperto che si sbagliava, con la speranza, invero flebile, che faccia un bagno di umiltà. E che dire della sensazione di continue ingerenze di suoi “consulenti di fiducia” (così definiti dalla stessa) nelle faccende amministrative del comune di Scanzano, soprattutto in relazione ad atti ancora in fase istruttoria. Chiedere ad un direttore di banca, ad esempio, di verificare un bilancio di una pubblica amministrazione, allorquando questo “signore” non ha competenze specifiche può essere, oltre che scorretto, fuorviante e destabilizzante. E che dire degli scarsissimi risultati conseguiti dalla Merlo? Tante, troppe, iniziative intraprese dalla stessa con dinamismo (parole sue) e poi, eccetto un paio di eccezioni, rimaste miseramente incompiute, costringendo il sottoscritto ad assumersi responsabilità ad ella ascrivibili, od a porre rimedio, pur di tutelarne l’immagine. E dell’amara scoperta del tentativo della Merlo (naufragato miseramente) di costituire un gruppo nel gruppo, cercando di creare speciosamente contrasti tra gli altri componenti della maggioranza, adducendo motivazioni inventate e strumentali, ne vogliamo parlare? Qual era il fine di costituire sottogruppi nel gruppo di maggioranza se non il ricatto politico finalizzato a soddisfare ancor di più il suo egoismo e la sua mania di protagonismo personale ovvero, addirittura, la volontà di mandare a casa l’amministrazione? Pur volendo tralasciare quanto sin qui detto, rilievo primario hanno avuto nella vicenda, altri fattori politico-amministrativi, già di per sé sufficienti a giustificare l’atto di revoca. Nella riunione di giunta del 08.03.2017, infatti, dopo aver approvato ben tredici delibere tutte prodromiche e contenute nel bilancio, la Merlo, probabilmente per una decisione già presa prima, da sola o forse dietro suggerimento di suoi pessimi consiglieri, pur nella visibile difficoltà di addurre valide ragioni, si determinava liberamente a non approvare il DUP (documento unico di programmazione) ed il bilancio. Nel bilancio vengono trasfuse in numeri, o meglio in poste, tutte le azioni che vengono decise dalla maggioranza e contenute, per l’appunto, nel DUP. Orbene, il cuore del DUP è costituito dalle linee programmatiche (cioè da ciò che si intende realizzare) nelle quali, udite udite, era stato trascritto integralmente e letteralmente, parola per parola, rigo per rigo, azione per azione, il nostro programma elettorale. Detto in altre parole la Merlo si determinava a non approvare quello stesso programma elettorale che era stato da noi depositato all’atto della presentazione delle liste e per il quale, come dice lei, eravamo stati votati ed avevamo vinto le elezioni, salvo ora leggere nei suoi comunicati, conditi da vittimismo e becero populismo, che intende comunque rimanere in maggioranza per onorare il programma elettorale nel rispetto dei suoi 450 voti. Assurdo e contraddittorio, tanto da non sapere se ridere o piangere. Ora, piuttosto, è la Merlo che dovrebbe spiegare ai suoi elettori perché ha tradito il mandato elettorale affidatole, non votando il programma che è rimasto assolutamente invariato ed immutato nonché in larga parte già realizzato. D'altronde, ciò che dice è smentito categoricamente dai citati documenti, il che fa pensare, nella migliore delle ipotesi, che neanche avesse letto gli atti che stavano per approvarsi, e ciò sarebbe possibile giacché a febbraio, mese in cui si è lavorato di più per la predisposizione degli atti di bilancio (scritti, ovviamente, dagli uffici che da sempre li scrivono, sulla scorta delle indicazioni di indirizzo politico datigli, altrettanto ovviamente, dalla maggioranza, sottoposti al vaglio del revisore unico dei conti e, con la massima trasparenza, oggi pubblicati sul sito del comune e da chiunque consultabili, tanto per allontanare ombre speciosamente gettate ancora una volta dalla Merlo), ella è stata quasi del tutto assente (come anche negli altri mesi), nonostante all’atto delle nomine assessorili avessi richiesto una assidua presenza in comune, soprattutto da parte del vicesindaco. Nell’ipotesi peggiore e deprimente - stante i tempi ristretti che la legge dà ai comuni e nel tentativo di far slittare l’approvazione del bilancio sia in giunta che in consiglio, sforando i ridetti perentori termini - per far sì che l’amministrazione andasse miseramente ed inesorabilmente a casa. In ogni caso, il fatto che la Merlo non abbia approvato il bilancio ed il DUP, e quindi il programma elettorale presentato agli elettori, dimostra inequivocabilmente che i suoi programmi erano frattanto evidentemente cambiati, con la logica ed inevitabile conseguenza che le strade si dividessero e che, dunque, il sottoscritto revocasse le deleghe assessorili. Non può più sottacersi, inoltre, l’episodio gravissimo, ben noto alla Merlo, accaduto alla fine di quella riunione di giunta tenutasi nella casa comunale, in orari di chiusura al pubblico, allorquando, l’ennesima intrusione ed ingerenza da parte di estranei all’amministrazione, ha minato la serenità d’animo, con incidenza notevole sulla libertà d’azione dell’amministrazione stessa, costringendo ora, viste le continue provocazioni, a procedere oltre, qualunque sia la conseguenza per gli interessati. La smetta, infine, la Merlo, essendosi sufficientemente massacrata da sola, di continuare a gettare fango ed ombre sinistre sull’amministrazione, sostenendo tesi vittimistiche di inesistenti complotti orditi ai suoi danni, adombrando influenze esterne all’amministrazione altrettanto inesistenti, almeno ora che non c’è più lei. Concludo, rievocando un vecchio adagio che mi ripeteva sempre mia nonna quando, piangendo, mentivo a fronte di rimproveri sulle marachelle realmente combinate “il bugiardo quando è scoperto si offende e fa la vittima”. Rassicuro, altresì, i nostri elettori e l’intera comunità, che la maggioranza, quella vera, continua e continuerà a lavorare, con impegno ed umiltà, senza scopi o manie di protagonismo personali, per l’attuazione del programma amministrativo che era e rimarrà sempre quello presentato ai medesimi elettori. Per me la vicenda finisce qui.

Raffaello Ripoli, sindaco di Scanzano Jonico (Movimento Civico Scanzanese)

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