Mercoledì, 04 Ottobre 2023

L’INTERVISTA. Enrico Rossi a Policoro: “Mi candido alla segreteria nazionale del Pd per difendere i ceti popolari”

L’INTERVISTA. Enrico Rossi a Policoro: “Mi candido alla segreteria nazionale del Pd per difendere i ceti popolari” Featured

Il presidente della Regione Toscana ha presentato ieri (sabato) nella città jonica il suo libro “Rivoluzione socialista” nell’incontro organizzato dall’associazione Archenar

Ricostruire la sinistra dentro il Pd. Questo il messaggio che Enrico Rossi, presidente della Toscana e futuro candidato alla leadership del Pd, ha lanciato a Policoro per la presentazione del suo volume “Rivoluzione socialista - Idee e proposte per cambiare l'Italia”. Un libro-intervista a cura di Peppino Caldarola con il quale Rossi spiega le sua proposta in vista del congresso nazionale del Pd.

Presidente, è la prima volta per Lei a Policoro. Come le è sembrato questo territorio?
Bello innanzitutto e mi pare anche economicamente attivo grazie all’agricoltura e al turismo. Per i pochi minuti che ho potuto vederlo mi è sembrato anche un posto ordinato. La parte civile del nostro Paese insomma.

Lei qualche giorno fa ha lanciato l’associazione "Democraticisocialisti". È ufficiale, quindi, la sua candidatura alla segreteria nazionale del Pd?

Sì. La candidatura si ufficializzerà poi con le forme burocratiche del caso però sono convinto che devo provarci perché presentando le mie idee, anche tramite questo libro, trovo attenzione, consensi e voglia da parte di tante persone giovani e meno giovani di impegnarsi per costruire nel Pd un’area che si ispiri agli ideali di giustizia e alla necessità di un cambiamento più profondo nel Paese.

Quando si celebrerà il congresso?
Probabilmente l’anno prossimo perché scade anche il mandato del segretario e quindi si aprirà la campagna congressuale. Io vorrei che fosse un congresso non tanto sulle persone, ma sui contenuti.
Lei parla di rivoluzione socialista. Come si concilia con la nostra società capitalista?
Io non propongo una rivoluzione socialista per abbattere il sistema capitalistico. Io propongo più semplicemente che non tutto debba essere dominato dal mercato e che gli interessi dei ceti popolari, delle persone più deboli, dei ceti medi preoccupati del loro futuro, dei lavoratori dipendenti, dei giovani senza lavoro, delle persone ai margini, siano posti al primo punto dell’impegno e della battaglia politica del Pd. Quindi spostare a sinistra l’asse politica e sociale di questo partito.
Cosa non le piace del Pd di Renzi?
Che, invece, tendenzialmente si sposta verso destra in poche parole. Io credo che questa cosa vada corretta. Poi non mi piace l’idea di un partito troppo liquido da essere quasi evaporato.
Lei, nonostante qualche critica, ha dichiarato che voterà Sì al referendum costituzionale. Perché?
Ho detto con una battuta che voto Sì malgrado Renzi perché questa legislatura nasce con l’impegno di fare le riforme istituzionali e le larghe intese si sono giustificate così. Non è che tutte le volte si può fare come nel gioco dell’oca e ritornare al punto di partenza. Per quanto la riforma sia non tutta condivisibile, non perfetta e ci sono aspetti da correggere, io credo che può essere un passo avanti. Poi molto dipenderà dall’applicazione attraverso le leggi e i regolamenti. Vorrei che il Pd si aprisse alle ragione del No e cercasse anche di dare risposta su come verrà data attuazione alla Costituzione.
Dal suo punto di vista, c’è una questione meridionale aperta?
Io credo che ci sia. Dico, però, che il Paese per tanti aspetti si assomiglia. I problemi non sono diversi da zona a zona, cambia solo il loro grado e la loro accentuazione. Dal Sud sono andati via molti giovani, non ci sono infrastrutture e c’è un’alta migrazione sanitaria verso le regioni del Nord. Bisogna stare ancor più vicini alle imprese sane che investono e che hanno dimostrato di essere dinamiche. Per tutto questo si deve aumentare per il Sud la dose di investimenti pubblici nelle infrastrutture, nell’industria 4.0, nel sistema universitario e nella sanità. È un inizio che Renzi abbia firmato i patti con diversi presidenti di Regioni però se nel Paese continuiamo a spendere soltanto 36 miliardi di euro di investimenti credo che non riusciremo a crescere.
Nei giorni scorsi il Pd di Policoro ha organizzato la “Festa democratica” e da quello che mi risulta non era un ospite gradito. Perché secondo Lei?
Non lo so e non è un problema.

Uno degli ospiti è stato l’onorevole Roberto Speranza, un altro dei possibili candidati alla segreteria nazionale del Pd. C’è la possibilità di una candidatura unica per la minoranza Dem?
Io spero di si anche se noi non dobbiamo andare tutti uniti contro Renzi. Non è questo il punto. Spero che ci siano le condizioni di contenuto per poter trovare il modo di incontrarci. Me lo auguro. Ho moltissima stima nei confronti di Speranza. C’è un processo che porterà poi a definire le candidature. È giusto che ognuno di noi abbia modo di dire la sua e penso che senz’altro parleremo.


I sondaggi dicono che Lei è in vantaggio rispetto a Speranza?
Si, ma per primo c’è sempre Renzi. I sondaggi poi bisogna comunque vedere se corrispondono alla realtà.

Roberto Mele

Read 1840 times
Rate this item
(0 votes)