L’eccezionale scoperta dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, con il gruppo dell'università di Cambridge diretto dall'italiana Emanuela Cristiani - l'origine dell'agricoltura fa improvvisamente un balzo all'indietro di quasi mezzo millennio, da 8.200 a 8.600 anni fa, quando le ultime comunità di cacciatori-raccoglitori convivevano con i primi gruppi di agricoltori, al punto di mangiare anche i loro cibi a base di grano e orzo – diventa uno stimolo a proseguire gli studi del Centro di Agro-archeologia di Metaponto (in attività presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Pantanello di Metaponto) che riguardano le origini dell' agricoltura lucana e le trasformazioni che avvennero in agricoltura nell' epoca della Magna Grecia. E’ quanto afferma Rudy Maranchelli, presidente Agia-Cia Basilicata ricordando che nel mese di luglio scorso Joe Carter, archeologo dell'Università del Texas, in un convegno della Cia a Castellaneta dal tema “Coltiviamo l’arte”, ha fatto il punto delle attività di indagine archeologica.
Gli obiettivi dell’attività di “agro-archeologia” – sottolinea Maranchelli - sono quelli di approfondire e divulgare gli studi sulle origini e la storia dell' agricoltura lucana, del paesaggio e dell’alimentazione, a partire dai siti archeologici del Metapontino, coinvolgendo i maggiori esperti mondiali e di portare alla luce e studiare reperti archeologici, connessi a realtà rurali preesistenti sempre nella zona del Metapontino.
Carter iniziò gli studi lucani nel 1974 sotto la guida del soprintendente ai Beni archeologici per la Basilicata, Dinu Adamesteanu, scoprendo fondamentali aspetti della storia agricola della Magna Grecia. Nei vari anni ha realizzato interessanti scoperte che attestano come già nel IV secolo avanti Cristo nell’area di Metaponto sussisteva una florida agricoltura con oltre 100 fattorie operanti e che piantagioni come il grano, la vite e l’olivo fossero razionalmente presenti e coltivate. Era inoltre fiorente la zootecnia.
Nel corso delle campagne di scavi, avviate nel 2000, sono stati rinvenuti alcuni elementi delle piante coltivate all'epoca dalla popolazione rurale. Semi, pezzi di legno, pollini e persino chicchi di uva con uno stato di conservazione che, a parere del prof. Carter, ha dell'incredibile.
Gli studi hanno una rilevanza culturale eccezionale sulle origini dell’agricoltura lucana e più in generale per la ricostruzione delle trasformazioni che avvennero in agricoltura nell’epoca della Magna Grecia. Noi giovani imprenditori agricoli in questa storia ritroviamo i motivi per difendere la biodiversità anche attraverso il recupero di un patrimonio storico che appartiene ad antiche civiltà rurali. Inoltre, intendiamo far diventare il Centro di Metaponto un punto di riferimento per tutti gli studiosi dei Paesi del Mediterraneo oltre che strumento di conoscenza e diffusione della storia dei popoli della Magna Grecia.
Il Metapontino – conclude il presidente Agia-Cia - non è solo il comprensorio agricolo più importante della Basilicata ma anche un giacimento di patrimonio culturale che con l’istituendo Parco della Magna Grecia è possibile promuovere e valorizzare.