C’erano paesaggi (tanti), colori e aggettivi (smisurati, variopinti, infiniti). C’erano tre (tipi), che non erano amici (ma sono finiti per diventarlo a forza di suole rotte), che al bar ci sono stati, poi, dopo. Dopo due anni di scarpinate, pennelli, seggiolini e intemperie e di seggiolini incuranti delle intemperie. Di tetti, strade (strade…?), sogni, aspettative e parole.
Il progetto? Quello di girare la Basilicata e di ritrarla, scompigliata, arsa o assolata, in desabille, con la pinza tra i capelli e i panni stesi e un crusco in testa. Coi mercati, i balconi, i peperoni appesi o coi sagrati delle chiese pronti ad accogliere promesse d’amore eterno (!). Le discese ardite (e le risalite) di Pisticci, Potenza, Muro, Bella… bella (!). A scoprire scorci, a indovinar paesi. Insomma, per girare 131 comuni ci sono voluti 2 anni per chili in dare (sangue, “scettare s.”, espressione idiomatica) ed in avere (vedi sotto la voce: “cavatelli mollicati con pezzente”), in una partita doppia che si fa con endecasillabi e colori.
I patti erano questi: Fabrice (Moireau) ci avrebbe messo i pennelli, le parole le avrebbe portate Norac e… Carlo Pastore, pisticcese, lungimirante, sognatore, una casa editrice fresca di pacca. Ora, non chiedetevi cosa han potuto fare della Basilicata, ma cosa la Basilicata ha potuto fare per loro, per noi, ogni giorno. Affacciatevi alla finestra, guardatevi intorno. Anzi, fate una cosa: prendete un bicchiere e soffiateci dentro. Poi puntate verso lo spazio, infinito, immenso, che avete intorno. E sarà poesia e sogno, vento e cielo, nuvole e mare. E anche nuvole sul mare, che non stancano mai. Saranno suoni di posate alle 12, gorgoglii di pentole e sugo dalle nove del mattino. Scordatevi le brioche e immaginate il pane, l’eau de... “granò” a spargersi in via Morlino/Sinisgalli/Morra, alle sei quanto alle cinque (antimeridiane), quando anche il sole si sta ancora domandando che ora sia. Per ogni vicolo ci sarà sempre una vecchia a sporgersi dall’uscio ad offrirvelo,caldo e in-tagliabile, il pane. Perché caldo non si affetta mai. Per ogni strada uno stendino, per ogni sedia una cassetta di percoche o di arancia staccia.
Ora aprite gli occhi, spalancate le finestre. E ricordate, per una volta, di esser fortunati che Dio si sia fermato ad Eboli.
Basilicata, Terra, Acqua, Fuoco e Cuore d’argilla, di F. Moireau e C.Norac, Menabo.
(Info: shop.basilicataeventi.it)
Alba Gallo