All’interno della città la strada ha valenze diverse rispetto alla piazza. Se la piazza è luogo di incontro e sosta e punto di osservazione, la strada invita al movimento sviluppa opportunità di conoscenza, più della rete “non-stradale” degli attuali social-network. Le strade costituiscono l'ossatura delle città in continua trasformazione. E' indispensabile che siano esattamente proporzionate alle loro funzioni, nelle dimensioni e nel tracciato. Infatti, nell'economia di una pianificazione urbanistica, se l'edilizia rappresenta l'attivo le strade rappresentano il passivo, in quanto, oltre ad avere un notevole costo di costruzione, comportano alti costi di manutenzione. Questo spiega l'esistenza delle gerarchie stradali sin dall'antichità.
In sintesi, dai primi sentieri in semplice terra battuta si è passati alla formazione di una rudimentale pavimentazione. Ma sono i romani a creare una vera e propria tecnica stradale con rilievi e sottofondi. Nella Parigi di Haussmann la strada è stata eletta a trionfo della borghesia sulla città operaia. Da un punto di vista funzionale, fino agli anni Venti-Trenta la strada era ancora concepita come all'epoca dei romani. E' proprio in questi anni che si inizia ad avere la grande diffusione dei veicoli a motore e il conseguente collasso della rete stradale pensata per l'uomo o per l'animale. Sorge la necessità di differenziare le strade a seconda delle finalità. Si inizia così a staccare la rete urbana da quella extraurbana realizzando varianti e circonvallazioni che snelliscono la circolazione nell'agglomerato urbano. Ma la grande strada di comunicazione continua però ad avere interferenze sia con strade secondarie sia con la ferrovia. Nascono così le autostrade.
Come afferma Luigi Piccinato (1899-1983): “Può dunque essere la strada un elemento di bellezza; e anche come tale va considerato nelle sue proporzioni, nel suo profilo, nel suo tracciato.” Pertanto, anche le proporzioni stradali determinano la qualità dell'ambiente urbano. Nel corso degli anni, il rapporto tra “altezza edificio” e “larghezza stradale” è cambiato notevolmente. Le norme igieniche non consentono più la grande altezza di fabbricazione contro la esigua larghezza stradale come accadeva nel medioevo o nel rinascimento. Il dimensionamento di una strada, inteso nel suo rapporto con l'altezza degli edifici, non è diverso da quello di un ambiente. Le strade caratterizzano le città. Infatti, la “lettura” degli agglomerati urbani avviene attraverso le strade. Percorrendole ci offrono infinite viste prospettiche dello spazio circostante. L'immagine della città, che deve essere la più gradita possibile, non dipende solo dai “monumenti” ma anche dalla rete stradale. In passato la strada è stata valutata più come uno spazio scisso dagli edifici che la delimitano, asse di scorrimento, percorso per i cortei, tragitto casa-lavoro, che come un piacevole luogo per passeggiate, elemento di aggregazione e non di separazione, simbolo della qualità urbana.
Una delle più vivaci e suggestive arterie viarie cittadine, presenti nel Metapontino, è senza dubbio Corso Umberto a Bernalda. Interessata nel 2005, nel tratto da Piazza San Donato a Piazza Garibaldi, da un Concorso di Idee rivolto alla riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale. Si tratta di un fondamentale asse viario cui è affidato ormai da decenni il senso di appartenenza e di aggregazione sociale della comunità bernaldese. Presenta funzioni urbane consolidate nel tempo e favorite dall'ampia sezione stradale, in “armonia” con le quinte architettoniche degli edifici prospicienti. Infatti, percorrendola, di sera, si ha la sensazione di trovarsi, appunto, in una “stanza comunitaria” con gente che vive, impara, compera e lavora, proprio come diceva Louis Kahn.
E' stato proprio Corso Umberto ad ispirare questo contributo che non costituisce nessuna novità, ma vuole semplicemente fornire lo spunto per una lettura della “Città Metapontina”.
“Agglomerato di esseri che racchiudono la loro storia biologica entro i suoi limiti e la modellano con tutte le loro intenzioni di creature pensanti, la città, per la sua genesi e per la sua forma, risulta contemporaneamente dalla procreazione biologica, dall’evoluzione organica e dalla creazione estetica. Essa è, nello stesso tempo, oggetto di natura e soggetto di cultura; individuo e gruppo; vissuta e sognata; cosa umana per eccellenza” Levi-Strauss
Giancarlo Manolio – Architetto
Fonti:
La progettazione urbanistica, L.Piccinato
Enciclopedia dell'Architettura, Garzanti
Immagine: Maniera di pensare l'urbanistica, Le Corbusier