E deve essere più o meno quello che pensano tanti atleti americani quando sognano di giocare professionisti in una squadra di football, diventando miti strapagati in grado di ‘andare in pensione’ a soli trentacinque anni.
Tutto vero e tutto giusto, se non fosse per un piccolo inconveniente di sole tre lettere: CTE.
La CTE è l’encefalopatia traumatica cronica di cui possono soffrire, a fine carriera, i pugili, i giocatori di football, i lottatori di wrestling, i rugbisti, gli hockeisti e persino i più placidi giocatori di lacrosse, uno sport in America prevalentemente adolescenziale e femminile.
I ripetuti traumi al cranio portano, secondo gli studiosi della CTE, a comportamenti erratici, sintomi psicotici, cambiamenti della personalità, paranoia, perdita di memoria, linguaggio ed udito e, in alcuni casi, morte improvvisa.
Un rischio ed un potenziale tributo davvero grandi da pagare alla fama ed al denaro.
Raffaele Pinto