Mercoledì, 04 Ottobre 2023

I cazzotti (ed anche gli urti) fanno male, eccome!

I cazzotti (ed anche gli urti) fanno male, eccome! Featured

Io sono della generazione cresciuta a pane e Rocky Balboa: se c’è un’epopea contemporanea che è ben chiara in tutte le sue fasi, per la nostra generazione di quarantenni belli fatti e finiti, è proprio quella del pugile italo-americano buono e tontolone che prendeva e dava cazzotti pesanti fino allo sfinimento.

Nella storia a lieto fine di quel personaggio inventato ed interpretato da Sylvester Stallone c’è anche un po’ il mito americano: se tu ti impegni, ti sacrifichi, rinunci a tante cose, e magari ti fai massacrare anche un po’, prima o dopo il treno della Fortuna passerà e ti farà salire in prima classe.

E deve essere più o meno quello che pensano tanti atleti americani quando sognano di giocare professionisti in una squadra di football, diventando miti strapagati in grado di ‘andare in pensione’ a soli trentacinque anni.

Tutto vero e tutto giusto, se non fosse per un piccolo inconveniente di sole tre lettere: CTE.

La CTE è l’encefalopatia traumatica cronica di cui possono soffrire, a fine carriera, i pugili, i giocatori di football, i lottatori di wrestling, i rugbisti, gli hockeisti e persino i più placidi giocatori di lacrosse, uno sport in America prevalentemente adolescenziale e femminile.

I ripetuti traumi al cranio portano, secondo gli studiosi della CTE, a comportamenti erratici, sintomi psicotici, cambiamenti della personalità, paranoia, perdita di memoria, linguaggio ed udito e, in alcuni casi, morte improvvisa.

Un rischio ed un potenziale tributo davvero grandi da pagare alla fama ed al denaro.

Raffaele Pinto

Read 1788 times Last modified on Sabato, 06 Agosto 2016 01:00
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