Le indagini condotte dai finanzieri hanno dimostrato come in realtà l’intero ciclo produttivo non sia mai entrato in funzione ed anzi lo stesso titolare, per giustificare il ritardo, abbia addirittura fatto ricorso ad un fantomatico contenzioso in corso.
Inoltre, sempre nel corso degli approfondimenti eseguiti - come è riportato nel comunicato della GdF di Matera - “è emerso che l’imprenditore ha impiegato e trasferito l’ingente somma percepita in altre attività economiche sempre al medesimo riconducibili, ostacolando concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa di tali proventi oggetto di impiego, configurando così, oltre al reato di cui all’art. 640 bis del C.P. “truffa ai danni dello Stato”, la fattispecie penale – introdotta nel nostro ordinamento con la Legge n. 186 del 2014 – del c.d. 'autoriciclaggio' ”.
“Le conclusioni investigative sono state altresì portate all’attenzione della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Basilicata, in relazione all’ipotesi di danno erariale”.