L’incontro segue un processo verticale d’informazione e comunicazione che, sotto il cappello dell’operazione trasparenza, mira a fare il punto sulle attività di decommissioning attorno a cui ruotano, in attesa della disattivazione dell’impianto, numerose e complesse operazioni tra le quali il trattamento e condizionamento di rifiuti solidi, la bonifica del deposito interrato detto “fossa 7.1” e la sistemazione dei rifiuti liquidi radioattivi, eredi dell’impianto in esercizio e contenuti nel monolite in cemento armato.
Punto di partenza del sopralluogo: la sala di controllo, è qui che i tecnici del centro sono al lavoro 24h su 24h, analizzano e monitorano ogni singola area del centro. Seguendo le procedure di sicurezza e procedendo a gruppi ristretti, il percorso si è snocciolato passando per diverse zone ed edifici, ognuno adibito ad un’operazione particolare, tra impianti di ventilazione, antincendio e di monitoraggio radiologico.
IL PUNTO SUL DECOMMISSIONING. Nella zona più comunemente detta della “piscina” giacciono, coperti da una coltre d’acqua demineralizzata, gli elementi di combustibile del reattore di Elk River, degli 84 originari, 20 sono stati ritrattati mentre i 64 residui sono in attesa di essere “sistemati a secco” e trasferiti all’interno di “cask”, speciali contenitori metallici, prima del loro conferimento al deposito nazionale (ancora in via di definizione). I rifiuti solidi sono stipati all’interno di 21 containers e le attività di trattamento e condizionamento degli stessi sono affidate al progetto SIRIS.
È in corso inoltre la realizzazione dell’impianto (un’area di cantiere di cui è visibile la palificata) di cementazione (ICPF) con annesso il deposito temporaneo, studiato per cementare la soluzione liquida uranio-torio derivante dal riprocessamento del combustibile, attività interrotta dal referendum abrogativo del 1987 quando, reduci dal disastro nucleare di Chernobyl, gli italiani vennero chiamati ad esprimersi sul nucleare e sulla localizzazione delle centrali.
La “fossa 7.1” ha subito delle varianti a seguito del percolamento di liquido registrato nell’agosto 2014, e vede oggi il monolite completamente isolato e sorretto da travi metalliche, oltre che circondato alla base da un canale di scolo che eviterebbe l’eventuale sversamento nel terreno sottostante.
SODDISFATTO L’ASS.BERLINGUER. Soddisfazione è stata espressa dall’ass. all'Ambiente della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer, “abbiamo voluto dare un contributo istituzionale- ha dichiarato- ad un’esigenza che sentiamo come la sente la popolazione cioè condividere informazioni e capire qual è l’iter delle lavorazioni in atto recandoci in sito, consentendo- ha concluso- alle associazioni e ai cittadini un momento comune affinché istituzioni e cittadini siano l’uno a fianco dell’altra”.