Battersi per la salvaguardia del patrimonio storico, culturale e artistico, oltre a diffondere la cultura dell’etnofolk, in uno stile originale, interpretato grazie ai canti lucani, e grazie a un lavoro di ricerca di testi “montalbanesi” ai più sconosciuti. Sono questi gli “ingredienti” ma soprattutto gli obiettivi cui si è prefisso il Gruppo “l’Eco dei calanchi”, formidabili, se si pensa che l’associazione culturale è di recente costituzione, poco tempo fa, il 2014.
Il gruppo, si è esibito in diverse “performance”, in un repertorio di 16 canzoni, su temi come: “l’amore, il brigantaggio, e l’emigrazione”, intervallando momenti musicali di canti popolari, con musiche come il sensuale “tango argentino” che si presta proprio e si adatta a contesti sociali, culturali, etici e filosofici di diverse epoche e in tutto il mondo.
Le originalità delle musiche poi, create dagli stessi, su testi esistenti, oltre al gruppo formato da giovani cui l’età media (25 anni), come: Domenico D’Alosio al violino; Donatella Longo e Nicola Tancredi alla voce; Saverio Cavallo al clarinetto; Donato Continanza alla chitarra; Alfonso Quinto al basso; Marco Guerra alla fisarmonica e Salvatore D’Alessandro alla batteria e percussioni e tastiera, oltre a due ospiti in alcuni pezzi come Giuseppe Grieco alla chitarra classica e Dino Franchini al flauto traverso.
Le voci narranti, sul palcoscenico, interpretate magistralmente dai bravissimi: Cristina Longo e da Gianluca Ciancia, hanno incantato la platea con alcuni “pezzi” di Carlo Levi; Neruda; Gibran; narrati anche dei testi di Gianni Rodari; Ambrogio Sparagna oltre che di “Vincenzo Rosano”, indimendicabile ricercatore e divulgatore di canti folk-popolari di Montabano.
La serata graditissima dal pubblico che ha affollato la sala all’inverosimile fino all’ultimo momento, proprio quando si è chiusa con “Nuj simme Briganti”, un pezzo che quasi suona come inno di identificazione del popolo lucano, legato alla sua terra rimarcando e richiamando quel pensiero che “A terra je’ a nostr’ e non s’adda’ tucca’”.
Un intervento di ringraziamento, a fine della serata da parte di tutta dell’Amministrazione Comunale che ha patrocinato l’evento, con in primis il Sindaco Pietro Marrese, congratulandosi anche con l’associazione e con i tantissimi sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, porgendo poi anche gli auguri di un buon 2016 ai suoi concittadini. Canti di libertà, di tradizioni a volte anche di protesta, che ha coinvolto l’animo del pubblico numeroso in sala, alla riscoperta del passato attraverso un linguaggio di uno spettacolo unico innovativo ed originale.