Una madre ormai sola, una donna ritrovatasi stupita e stupida davanti all’abbaglio di quello che doveva essere amore ma che diventa solo uno strumento di apparenza e di morte. Una donna posseduta, tarantata, un’isteria causata da invidie e giudizi reciproci da e verso il mondo circostante che provoca una sorta di annullamento, di solitudine che vede come unica protezione l’immagine di Dio : “è colpa mia se gli altri mi invidiano?”. Un amante perverso e pedofilo che ha come unico risultato una morte innocente che dalle parole dei personaggi sembra spesso ignorata o dimenticata. Nessuno di loro è colpevole ma tutti si accusano reciprocamente implorando – poi - un perdono senza salvezza.
Invidiatemi come io ho invidiato voi, narra una malattia dei tempi moderni accentuata dall’incontrollato progresso delle strategie mediatiche. Lo spettacolo, in scena fino a domenica 11 ottobre, riapre la stagione teatrale in Via dei Filippi 17/A ed è il primo appuntamento del percorso monografico del collettivo artistico milanese Proxima Res che ci accompagnerà fino al 25 ottobre con la Prima Nazionale di Fuorigioco di Emiliano Masala e il coinvolgente Antropolaroid che rivede protagonista Tindaro Granata.
Marianna Zito