Del resto, quanto è vero che “chi rompe paga e i cocci sono i suoi”, è giusto che chi rivendica l'idea del formaggio, pianga i suoi buchi. C'è chi i cerchi li avvista nei campi, chi li dipinge e ci diventa famoso (vedi anche: Giotto di Bondone) e chi, sui cerchi, lucra (e non parliamo dei carrozzieri). Lì sui monti in provincia di Heidi, i caseifici hanno capito come far cassa bucando formaggi, senza ricorrere ai vermi. E si sono inventati l'Emmentaler, per gli amici: “groviera”.
Ma negli ultimi tempi all'aumentare del denaro nelle banche, diminuivano i buchi nei caseifici: innumerevoli i fori venuti a mancare e di certo non per negligenza da parte dei topi. Ma gli Svizzeri, che nel sangue hanno piastrine e orologi, non potevano passare per Italiani, lasciando cadere la vicenda nell'oblio. Così un neurone tira l'altro, si inizia a cercare la soluzione.
Non tornando i fori al pettine ed infittendosi il mistero della caseina, aprono le indagini, coinvolgendo Agriscope, il Centro di competenza della Confederazione Elvetica per la Ricerca Agronomica, l'Empa (Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca) ed il Padre Eterno.
Conclusione? Tutta colpa del fieno. Pare infatti che causa dei fori siano le sue microparticelle che contaminano il latte delle mucche allevate nelle stalle e provocano buchi. Se tanto mi dà tanto, vedendo le mucche - oggi - una stalla esattamente come Banderas le merendine, chiaramente questa contaminazione non avviene più perché le mucche ormai vengono munte negli stabilimenti industriali, su pavimenti in cristallo di Boemia. Quindi, ricapitolando: un latte senza fieno fa un formaggio senza buchi.
Svelato, quindi, quello che pareva essere il quinto mistero di Fatima, ora il prossimo interrogativo a cui gli elvetici sono chiamati a dare una risposta è: “Fori e pasticceria. Perché non tutte le ciambelle riescono col buco?”.
ALBA GALLO