“Le attività criminali preminenti sono quelle legate al traffico di stupefacenti - c’è scritto nella relazione -, con particolare riguardo all'area tirrenica, condizionata dalla contiguità alla Campania ed alla Calabria. Resta sotto lente la particolare attività predatoria di reti elettriche, finalizzata all'estrazione di conduttori di rame da destinare al mercato illecito del riciclo dei metalli”. "La provincia di Potenza - si legge -, ove si conferma la presenza dei clan Cassotta, Di Muro, Martucci, Riviezzi, Martorano e Stefanutti, è interessata dalla consumazione di reati in materia di stupefacenti oltre che predatori, posti in essere anche da criminalità territorialmente contigue e/o straniere che non disdegnano i classici furti di rame”. Infine, “i tradizionali clan Scarcia, Mitidieri-Lopatriello e Zito-D’Elia, presenti nella provincia materana - conclude la relazione -, non hanno evidenziato profili di operatività”.
La Basilicata nella ''Relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia''
“Nella Regione si registra la presenza residuale di gruppi criminali che, disarticolati nel tempo dalle censure penali, non manifestano segnali palesi di vitalità. Tale situazione di stasi agevola l'operatività dei gruppi omologhi provenienti dalle regioni limitrofe”. E’ quanto si legge sulla Basilicata nella “Relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia” nel primo semestre 2014, presentata dal ministro Alfano e trasmessa alla Presidenza del Consiglio il 13 gennaio scorso.
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