Venerdì, 31 Marzo 2023

Ingegnere? No grazie. Ha scelto il pianoforte, la Germania,Bach, Beethoven, Brahms ... Featured

Maurizio Viggiani, 29 anni, originario di Montalbano Jonico, è solo uno dei tanti giovani che hanno deciso di lasciare l’Italia. Meta prescelta? La Germania dove sono presenti, secondo l’ultimo censimento dell’Aire del 2012, 651.852 cittadini italiani. “La mia è una storia come molte altre. Conosco tanti ragazzi italiani emigrati all'estero per arricchire il proprio bagaglio di esperienze”, è stata la sua premessa prima di raccontarsi. La sua è una storia che nulla ha a che fare con la cosiddetta “fuga di cervelli” alla ricerca di un futuro migliore che faccia spendere dignitosamente il titolo di laurea. Il suo è un viaggio di esplorazione verso se stesso attraversando quel mondo, che da sempre lo ha contraddistinto, chiamato musica. Indubbio è che gli italiani che partono si sentono figli della globalizzazione e possono trincerarsi dietro un “Voglio fare un’esperienza all’estero”. Vogliono partire in molti perché considerano la Germania più di tutti, il paese delle meraviglie, la Mecca per chi vuole sentirsi vivo. La vita di Maurizio è in perfetta simbiosi con il pianoforte sin dall’età di 8 anni.

 

Come nasce la passione per la musica?

“Ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte in maniera del tutto spontanea e senza nessun tipo di pressione da parte dei miei genitori. A dodici anni sono entrato al Conservatorio "E.R. Duni" di Matera, dove ho avuto la fortuna di studiare col Maestro Pier Francesco Forlenza, il cui contributo alla mia esperienza musicale è stato assolutamente fondamentale. Ricordo ancora con gioia e affetto quegli anni a Matera”. Un tuffo spontaneo nel mondo della musica. Quando ti sei accorto di non poterne fare a meno? “Fino all'età di 16 anni, e cioè relativamente tardi per un pianista, non ho mai pensato che il pianoforte avrebbe potuto avere per me un ruolo cosi importante per il mio futuro. E' stato proprio in questo periodo che il Maestro Forlenza è riuscito a farmi capire, attraverso il repertorio pianistico, quanta potenza espressiva e spirituale ci potesse essere dietro ogni battuta, una differente sfumatura di pedale o una semplice pausa. E' stato in questo periodo che ho iniziato a sviluppare un mio gusto musicale e a considerare la musica come un’occasione per elevarsi spiritualmente”.

Vincitore di numerosi concorsi musicali. Ce n’é uno in particolare che ti ha segnato?

“Fra i vari concorsi pianistici vinti durante il periodo adolescenziale, quello sicuramente più significativo, è stato il Primo Premio vinto alla "Società Umanitaria" di Milano. Per la prima volta ho avuto l'occasione di mettere la testa fuori dal sacco, di confrontarmi direttamente con musicisti provenienti da tutta Italia e di avere consapevolezza dei miei difetti e punti di forza. Mi ha dato anche modo di dare concerti in molte città italiane. Questo è stato sicuramente il periodo più stimolante durante tutta la mia permanenza in Italia”.

A parte l’amore per la musica, cosa avresti immaginato per il tuo futuro?

“Dopo il diploma al liceo ho dovuto affrontare il classico problema che assilla molti studenti di musica: frequentare l'università o continuare solo col pianoforte? Non sono mai stata una persona troppo razionale, ho sempre seguito il mio istinto. Il mio istinto in quel momento mi diceva che avrei dovuto frequentare l'università; così mi sono trasferito a Bari dove mi sono laureato in Ingegneria Gestionale.

E' stata certamente una decisione forte dal momento che ho sacrificato gli anni migliori dal punto di vista pianistico, gli anni in cui un pianista dovrebbe formarsi in maniera quasi definitiva, soprattutto tecnicamente. Nonostante ciò non rinnego quella esperienza, sono stati anni di sacrifici e ho imparato tanto, ho avuto ancora una volta modo di mettermi alla prova, anche se in un ambito diverso.

Dopo la parentesi universitaria ho sentito però di nuovo l'esigenza di rituffarmi a capofitto nella musica. Sentivo che una vita da ingegnere, in ufficio, dietro una scrivania, non sarebbe stato quello che desideravo. Avevo inoltre bisogno di nuova linfa, di nuove esperienze, non solo da un punto di vista musicale, ma più ampia. Avevo voglia di guardarmi intorno. Sapevo che se non l'avessi fatto in quel momento, non l'avrei fatto mai più”.

Ora vivi a Mannheim, in Germania. Hai trovato lì ciò di cui avevi bisogno?

“Il trasferimento è stata l'occasione che mi ha offerto tutto ciò, si. Continuare gli studi nel paese di Bach, Beethoven, Brahms è stato certamente a dir poco stimolante. Ho avuto modo di studiare col grande pianista Robert Benz (vincitore di concorsi come il Busoni, Liszt-Bartok, etc), sotto la cui guida ho ottenuto il Master e il Diploma da Solista suonando con la Baden-Baden Philarmonie in occasione del mio concerto finale”.

Dall’Italia alla Germania. Ti senti anche tu figlio della globalizzazione?

“Ho avuto inoltre modo di confrontarmi con un ambiente internazionale, non solo tedesco, ma mondiale, dal momento che le Hochschule tedesche sono frequentate da studenti provenienti da tutti i continenti, specialmente da paesi asiatici. Insomma un mix di culture e pensiero davvero niente male. Ciò mi ha consentito di recarmi spesso in Cina, dove ho dato alcuni concerti, sono stato invitato come insegnante di pianoforte, e soprattutto dove ho avuto modo di approfondire la conoscenza di una cultura e di luoghi (Cina, Giappone, Corea) che mi hanno affascinato sin dalla mia infanzia, e che forse avranno un ruolo importante nel mio futuro”.

Per alcuni la musica è un hobby per altri un mestiere. Tu che ne pensi?

“Non mi piace considerare i miei interessi (hobby è un inglesismo che a me non piace) come qualcosa di separato da quello che si pensa sia la mia attività principale. Ad essere sincero, non so nemmeno se considerare il pianoforte come mia attività principale. Quando leggo l’antica filosofia cinese o osservo un'antica stampa giapponese, se mi trovo da solo su di un isolotto coreano o nella foresta tedesca, o mi capita di trascorrere una notte nella campagna montalbanese (ormai raramente) osservando lontane galassie con il mio telescopio, provo lo stesso tipo di sensazioni che sento quando faccio musica. Allo stesso modo quando suono il pianoforte cerco, per quanto possibile, di dimenticare di suonare uno strumento musicale, e di immergermi anzi in un mondo che va oltre la mera esecuzione, un mondo in cui tutti i miei interessi hanno un ruolo importante. Il pianoforte insomma per me è solo un mezzo, un’occasione per cercare qualcosa di spiritualmente superiore e guardarmi dentro,  esattamente nella misura in cui possa esserlo un viaggio particolarmente stimolante, o  la lettura di una poesia. Non mi stupisco se mi capita quindi di non esercitarmi a lungo per intraprendere un viaggio solitario in estremo oriente o immergermi in letture entusiasmanti. Ho sempre avuto la tendenza a diffidare da quelli che si immergono in un mestiere in maniera del tutto sterile, senza cercare di allargare il proprio sguardo. Qualcuno ha detto ‘La musica non si nutre di musica’, un'espressione che mi piace moltissimo e dovrebbe valere non solo per qualsiasi forma d'arte, ma per qualsiasi tipo di attività. Mi rendo però anche conto che la società moderna non offre sempre questa possibilità”.

Il tuo idolo?

“In campo pianistico devo dire che il pianista Andras Schiff ha influenzato molto il mio gusto musicale, in particolare mi ha avvicinato in maniera entusiasmante al repertorio bachiano; che adoro. Ho inoltre una particolare affinità col repertorio francese, in particolare Debussy e Ravel”.

Aspirazioni per il futuro?

“Attualmente mi sono orientato verso l'insegnamento, nonostante continui a dare concerti come solista. Lavoro in Germania e in Cina, dove da cinque anni sono invitato per dare Master estivi e concerti. La Germania è un paese che offre molto e dove l'interesse per la musica cosiddetta classica è alto e valorizzato. Il mio futuro più prossimo lo vedo quindi in Germania, ma non escludo che prima o poi avrò bisogno di nuove esperienze. Magari in un altro continente”.

foto di GIUSEPPE RANOIA

Read 2807 times Last modified on Giovedì, 07 Luglio 2016 11:29
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