Il tirocinio nel reparto di bibliopsichiatria si fa sempre più interessante, non ci si annoia mai. E di sicuro risolvere il caso è un’ottima occasione per farmi notare. Per prima cosa devo pormi le giuste domande: chi ha interesse a fermare la sperimentazione del vaccino anti-abibliofico? Chi, nonostante lo statuto di segretezza, può esser venuto a conoscenza del nostro lavoro? E come ha fatto ad introdursi nella clinica senza essere scoperto? C’è un complice di mezzo, questo è certo, ed è un interno che aveva accesso ai locali del reparto. Non posso credere che qualcuno del team abbia fatto la spia… ma certo! Ecco il primo tassello: è stato uno dei pazienti su cui stavamo testando il farmaco. Uno scrittore da spiaggia dunque. L’astinenza gioca brutti scherzi, eppure qualcosa ancora non mi torna. Ma un passo alla volta, se la mia supposizione è giusta lo troverò al mare: il richiamo dei lettori che lo ammirano è troppo forte…
La spiaggia pullula ancora di estatisti last-minute che battagliano per accaparrarsi gli ultimi raggi di agosto. Davanti a me uno stuolo di asciugamani che pare un campo minato, sotto i piedi sabbia rovente che scongela il mio sangue freddo. La missione si prospetta più difficile del previsto, ma bando all’ansia da prestazione, dispongo di ottime tecnologie: lenti scure con radar integrato e fotocamera annessa, block-notes antifurto, penna ad inchiostro special-simpatico, berretto con registratore nascosto. Hop hop Detective Lola in azione. Chi tra i dieci ricoverati può aver capito che li stavamo usando come “cavie”? E chi può essersi spinto a tanto? Nessuno di loro mi sembra tanto scaltro, anzi…
Un Dip dip mi distoglie dalle mie riflessioni. È un sms dal direttore generale: “A TUTTO IL PERSONALE DEL REPARTO DI BIBLIOPSICHIATRIA: il paziente numero 8, rispondente al nome di Roberto Luigi Stefanofiglio, è scomparso qualche ora fa portando con sé il manoscritto al quale stava lavorando. È necessario ritrovarlo prima che…”
…prima che si rivolga all’ennesimo editore – continuo a recitare a memoria la strasentita cantilena dopo aver richiuso, non senza una smorfia annoiata, lo sportellino del mio cellulare preistorico. Editore…. Anticorpo anti-e… Ecco la soluzione! Stefanofiglio è un self publisher, perciò su di lui l’anti-e deve aver scatenato una sorta di reazione allergica, se non addirittura un rigetto. Ha compreso che lo stavamo “drogando”, ma soprattutto l’editore che è in lui ha fiutato il pericolo: combattendo l’abibliofobia gli scrittori da spiaggia diminuirebbero repentinamente, potrebbero addirittura estinguersi un giorno, e loro, i tipogr-editori non avrebbero di che vivere (sono gli unici che letteralmente mangiano con la “cultura”). Sarebbe un disastro per l’industria dell’editoria- a- pagamento, una vera e propria Apocalisse. Ognuna di quelle fabbriche di carta straccia rilegata svanirebbe dal pianeta nel giro di qualche mese. Una rivoluzione, la fine di un’era, di un intero sistema economico basato esclusivamente sulla quantità e sul profitto facile. E i lettori stagionali sull’orlo del diabete di tipo bibliofilo? Non avrebbero più il loro miele prediletto, sarebbero costretti a calarsi in letture impegnate, a scoprire i Classici, a farsi una Cultura… un vorticoso circolo virtuoso, un effetto domino di portata epocale. Il nostro vaccino è un’arma letale per costoro, per gli editori da strapazzo, per gli scrittori dalle tasche piene e le pagine vuote, per i lettori dal gusto ineducato; è il seme di un mondo nuovo fondato su meritocrazia e talento, qualità e originalità; è la ramazza che spazzerà via i refusi dalla carta stampata e dalla faccia della terra. Stiamo lavorando ad una bomba ad orologeria e Stefanofiglio l’ha capito prima di noi.
Devo trovarlo prima che la nostra formula venga distrutta o, peggio, finisca nelle mani sbagliate. Devo recuperarla. Assolutamente.
TO BE CONTINUED…