Pentimone 7,5: un campionato a buoni livelli, impreziosito da ben sei penalty parati su sette. Non è mancata qualche indecisione, ma è molto giovane. Nel complesso si è mostrato pronto e reattivo, sicuro di sé.
Semeraro 5: poche apparizioni, convincenti alcune, deficitarie le altre. Una meteora, spesso infortunato.
Barreca 5,5: prestazioni di livello sufficiente, impiegato solo nel finale di stagione, fase difensiva discreta, nessuna spinta offensiva.
Ambrosecchia 6: tenuto in naftalina a lungo, quando ha giocato ha dato un buon contributo sulla fascia, unico fluidificante in rosa è stato poco utilizzato, eppure la sua presenza era indispensabile, in assenza di un trequartista, per far arrivare qualche cross a Di Gennaro.
Maglione 4: il capitano non è mai riuscito a dare la dovuta sicurezza al reparto difensivo, flemmatico nei movimenti troppo lenti, compassati, e spesso scoordinato, tanto che è stato autore di qualche autorete. Una delusione.
Caridi 6: senza infamia e senza lode. Quando ha giocato il suo compito l’ha svolto, ma dopo poche giornate è apparso giocare senza entusiasmo, senza passione. Qualche diverbio da spogliatoio con il tecnico? Comunque scarso attaccamento alla maglia. E poi quel rigore fallito a Grottaglie…
Lorusso 6: scarse apparizioni, solo nel finale il tecnico si è deciso a inserito nel ruolo di Maglione, rispetto al quale ha fatto sicuramente meglio. Ma comunque senza brillare.
Grittani 4: lavoro oscuro, senza bagliori, ha faticato a dare una mano al centrocampo e non è riuscito mai a essere protagonista di incursioni pericolose. Evanescente.
Iennaco 8: arrivato a fine autunno, ha cominciato in sordina per via di una condizione fisica precaria, poi ha preso in mano il centrocampo, diventando l’anima della squadra. Il suo compito l’ha fatto bene, sia pure scarsamente coadiuvato.
Cadaleta 4,5: impalpabile, la sua presenza non si è avvertita, nessun bagliore, mai in luce, solo un girovagare in mezzo al campo senza frutto, senza aggressività. Ci si aspettava molto di più da lui.
De Tommaso 3: aveva lasciato intravedere buone cose nella prima uscita prenatalizia, poi si è spento sempre più, fino a costringere il tecnico a collocarlo in panchina. Il gol? Una chimera. Eppure era stato acquistato proprio per fare gol. La delusione più grande. Fallimento.
Di Gennaro 5: è stato scarsamente aiutato dalla squadra, ma è palese che lo scatto non c’è più, i movimenti sono lenti, sempre in ritardo sulla palla, sovrastato dagli avversari anche sulle palle alte. Comunque qualche gol l’ha fatto, l’esperienza c’è, ma da sola non basta.
Di Senso 7: tra i più positivi, ha fatto gol pesanti, più volte gli è riuscita la prodezza, ma ha giocato più per sé che per la squadra. Innamorato del pallone, il suo campionato è stato condito da troppi personalismi.
Altri, come Marino, Cati, Tundo, Fiorentino, Cirigliano, Orlando, Bongermino, hanno fatto da comparse, poche apparizioni senza incidere.
Mister Catalano 4: subentrato a Logarzo, ha preteso e ottenuto la rivoluzione dell’organico, impreziosito in apparenza ma non irrobustito da nomi di grido. Dopo un promettente inizio, la squadra è presto calata, dilapidando il vantaggio di alcuni punti e riprendendosi solo nel finale. Troppo tardi. Non ha ottenuto i risultati che la società si attendeva, solo nel finale si è vista una squadra più razionale e compatta, ma il calendario era in salita e niente punti per la magra classifica. La netta impressione è che qualcosa non sia andato per il giusto verso nello spogliatoio. La continuità è rimasta una chimera, troppe gare abuliche. La squadra è apparsa lacunosa in alcuni ruoli, come il trequartista. Senza nerbo.
Antonio Romano