Tra canti, balli, specialità gastronomiche tipiche della tradizione culinaria tursitana e scene di giubilo tra piccini e adulti, si è consumata anche quest’anno un’antica tradizione che fonda le sue radici circa sessant’anni fa. Tradizione questa quasi esclusivamente tursitana visto che negli’altri comuni del comprensorio non esistono iniziative analoghe. La “procedura” era ed è molto semplice: ogni rione nei tempi della potatura delle piante d’ulivo si organizzava portando i fasci dei succhioni degli alberi negli appositi spazi per poi dare inizio a quella che era una vera e propria festa popolare. Le donne, dal canto loro, preparavano le prelibatezze da gustare e da accompagnare all’ottimo vino che veniva fatto nelle cantine della Rabatana. Con l’avvento del metano e il graduale spopolamento della cittadina, la tradizione d’"U’minarie" si è andata mano mano affievolendo, anche a causa delle diffuse condotte del metano presenti nel centro abitato. Oggi grazie ad alcune associazioni culturali locali e all’attivismo di alcuni cittadini si è respirata ancora l’antica aria festosa che ha da sempre anticipato la festa del papà.
Salvatore Cesareo