Venerdì, 22 Settembre 2023

"La città fra architettura e fumetto" di Giancarlo Manolio

"In un mezzo di comunicazione come il fumetto, in cui i personaggi occupano il primo piano, lo sfondo (o lo scenario) sembra condannato a un ruolo secondario, trovandosi in secondo piano". (P.Lefèvre)

Il linguaggio dell'architettura e dell'urbanistica risulta spesso noioso e talvolta incomprensibile,  eppure chi detiene il "controllo spaziale-sociale" della città  ha la possibilità  di disporre liberamente del territorio e delle risorse. Come leggere la città è, da sempre, uno dei temi fondamentali dell'urbanistica. Il fumetto, uno dei più sfruttati mezzi di comunicazione di massa, può offrire al lettore (cittadino) una nuova modalità di lettura della sua città, attraverso la rappresentazione di ambienti urbani o di interpretazione delle norme urbanistiche. Nel nostro territorio, il Metapontino, l'approccio “fumettistico” al tema urbano offre una doppia possibilità di racconto: la forte presenza della memoria dei luoghi storici e culturalmente qualificati (il passato) e le prefigurazioni future delle città-paese (il futuro). Il fumetto può contribuire, nel presente, alla conoscenza dei fenomeni urbani e quindi ad interpretare o immaginare in modo immediato il nostro territorio,  evidenziandone luci e ombre, con l'obiettivo di stimolare il lettore alle questioni urbane. Invitare tutti a guardare e capire l'architettura in un altro modo, a sollevare lo sguardo quando si trovano per le vie, a fermarsi davanti a un edificio.

La prima grande esposizione dedicata al rapporto tra architettura e fumetto è stata realizzata nel 1985 dall'Institut Francais d'Architecture. Diversi sono gli architetti che hanno utilizzato il codice del fumetto  Rem Koolhaas negli anni ottanta a Euralille, Herzog&deMeuron con il progetto urbano di Basilea, Metrobasel, Jean Nouvel , Archigram e tanti altri. Uno dei lavori più interessanti, per meglio comprendere la relazione che può coesistere tra città, architettura e fumetto, è di Francesc Ruiz, catalano di Barcellona, che ha analizzato la planimetria del Barrio Gotico e il Plan di Cerdà a Barcellona. Infine, Roy Lichtenstein  uno dei più celebri esponenti della Pop Art, anche se con un approccio molto diverso, ha analizzato nel dettaglio la struttura dell'immagine figurata (il tempio di Apollo).

Giancarlo Manolio - Architetto

Read 4253 times Last modified on Mercoledì, 06 Luglio 2016 12:56
Rate this item
(0 votes)