Venerdì, 09 Giugno 2023

Primo intervento di chirurgia robotica al San Carlo di Potenza

“Sono stato ben felice – dice Michele Gallucci, il primario urologo del Regina Elena che ha collaborato con il San Carlo sul progetto Da Vinci  - di supportare l’ansia di crescita dell’azienda ospedaliera regionale. E’ una forma di rispetto che dobbiamo ai cittadini: in questi tempi duri si guarda anche all’opportunità di risparmiare i costi e i disagi di un viaggio della speranza. E così si potranno operare non solo i lucani ma anche attrarre pazienti di regioni limitrofe.

In tutto il Sud sono infatti una decina scarsa i robot attivi, quattro in Campania, un paio in Puglia e in Sicilia, a fronte di ben ventitré presenti in Lombardia. Così quando a dicembre abbiamo tenuto qui un congresso nazionale, molti colleghi del Nord si sono meravigliati che la piccola Basilicata si potesse munire di una tecnologia di avanguardia”.

“La disciplina è in continua evoluzione – prosegue il professor Gallucci – un giorno si potranno fare cose impensabili. Applicando un microscopio al robot, ad esempio, sarà possibile effettuare l’esame istologico in tempo reale. Io devo molto al mio maestro, Bracci, che è stato fondamentale per me ma oggi la sua chirurgia è più vicina a quella del ‘700 di quanto non lo sia a quella di oggi. E così mi immagino che tra 20 anni i miei allievi facciano altre cose. L’ho detto al dottor Guaglianone che mi accompagna in questo progetto Basilicata e alla dottoressa Vita: dovete andare avanti e cogliere tutte le innovazioni tecnologiche. Così come nessuno si illuda sul ruolo del “grande” chirurgo: a questi livelli senza il lavoro collettivo non si va da nessuna parte. E i chirurgi, poi, devono essere sempre pronti a mettersi in discussione”. “Il robot – conclude Gallucci – non è uno strumento di esclusiva vocazione urologica. Ha importanti applicazioni in chirurgia toracica, generale, otorino, così come in ambito ginecologico.  Il collega Giulianotti è partito da Grosseto e oggi è capodipartimento di Chirurgia generale robotica a Chicago, Università dell’Illinois. Tra l’altro il fatto che il San Carlo ha un Da Vinci di ultima generazione consente di avere un paio di cose in più rispetto all’attrezzatura di cui dispongo a Roma. E così possiamo dire che la Basilicata non ricomincia da tre ma da dieci”.

L’intervento del primario Angela Vita parte da un ringraziamento al direttore generale: “Eravamo una buona urologia, ma per continuare a crescere abbiamo fortemente voluto il robot e la formazione con il professor Gallucci. Con il Da Vinci per noi si chiude un cerchio e comunque è chiaro che questo robot non è dell’urologia, è del San Carlo ed è a disposizione di tutti i professionisti del sistema sanitario regionale che vorranno collocarsi alla frontiera dell’innovazione in ambito chirurgico”.

MARUGGI: UN SUCCESSO DELL’ORGOGLIO LUCANO

“Un anno fa, quando presentammo il protocollo d’intesa con il Regina Elena di Roma, gli scettici si misero subito al lavoro: chissà con tutti gli impegni internazionali che ha quando troverà il tempo il professor Gallucci di venire a Potenza. E invece oggi è al mio fianco, per raccontarvi il primo intervento eseguito stamattina, con il robot Da Vinci, su un paziente di Ferrandina. Un intervento che corona un anno di confronto continuo, di scambio di pratiche, di attività formative in una virtuosa triangolazione tra il professore, la nostra Urologia e la Direzione strategica”. Il direttore generale del San Carlo, Giampiero Maruggi, rivendica, all’inizio della conferenza stampa, il diritto all’orgoglio. Anche perché uno dei fattori decisivi per il successo dell’ “operazione robot” è stato l’amore per la Basilicata, l’orgoglio lucano di Michele Gallucci.

“L’Azienda ospedaliera regionale – prosegue il dg – deve coltivare la complessità. Per circostanze uniche e irripetibili la sanità lucana può attrarre pazienti residenti nelle regioni limitrofe, dove le strutture sanitarie hanno sofferto i tagli lineari del commissariamento, invertendo la tendenza prevalente alla migrazione passiva”.

“Non è stata una scelta facile – spiega Maruggi – ma alla fine abbiamo potuto investire i nostri soldi, quasi tre milioni di euro tra attrezzatura e costi accessori (software, formazione), e munirci di un’apparecchiatura d’avanguardia, che sempre più rappresenta lo standard, uno strumento che mettiamo a disposizione dell’intero sistema sanitario regionale, così come ben presto anche altre aree chirurgiche cominceranno a usare il robot. E’ già in programma una seduta interdisciplinare che vedrà coinvolti i chirurgi di otorinolaringoiatria e di ginecologia. E poi l’innovazione interesserà anche le altre chirurgie”.

“Questo investimento importante – precisa Maruggi – è stato possibile perché abbiamo i conti in ordine, perché la manovra di razionalizzazione dei costi avviata nel 2012 e non ancora completata ha già raggiunto significativi risultati, come del resto attestato dall’Oscar di bilancio, a noi assegnato nel 2013”.

“Un altro motivo di soddisfazione – conclude il dg del San Carlo – è la rapidità dei tempi: un anno dall’annuncio alla messa in opera è motivo legittimo di orgoglio. Tra i fattori di questo successo va segnalato l’entusiasmo del professor Gallucci, della dottoressa Vita e della sua equipe. I nostri medici mi hanno tenuto sotto pressione e a loro devo riconoscere il merito di un eccellente spirito di collaborazione. Si sono messi in gioco accettando l’idea che bisogna continuare a crescere confrontandosi con l’autentica eccellenza. E si può dire, senza falsa modestia, che sul robot in urologia Gallucci è tra i numeri uno al mondo”.

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