CVDP (Movimento astensionista)I dati finali dello spoglio elettorale in Basilicata hanno sancito l’elezione a Presidente della Regione Basilicata di Marcello Pittella, candidato del Centrosinistra lucano. Il suo è stato un ampio suffragio, attestato da un secco “60 per cento” dei consensi utili espressi. Ciò, non rappresenta una novità assoluta per la Basilicata, poiché, ordinariamente, l’elettorato lucano si è sempre espresso privilegiando con grandissimo margine l’area del centrosinistra, che qui l’ha sempre fatta da padrona. Ma a differenza di tutte le altre volte, le dichiarazioni rese a caldo da questo neo-presidente non hanno dato, tuttavia, l’impressione di quella sfrenata vittoriosità da proclamare ai quattro venti, addentrandosi immediatamente, invece, nell’analisi delle gravissime emergenze che lo attendono, numerose, sul tavolo all’atto del suo insediamento. Pittella si è giustamente detto “profondamente preoccupato e rammaricato” del dato elettorale più “eclatante”, registrato in una regione che ha sempre risposto massicciamente alla chiamata alle urne, e che invece stavolta ha disertato con un altrettanto secco “60 per cento” l’attuale chiamata… (aggiungendo al 53 per cento di mancata affluenza un altro 7 per cento abbondante di schede bianche e nulle). Che è come dire che, alla fine dei conti, i consensi attivi della sua investitura sono dell’ordine del 24 per cento “effettivi” rispetto all’intero elettorato sovrano lucano. In merito a tutto ciò, non c’è giorno da quel lunedì 18 novembre che il neo Presidente Pittella non dichiari che sarà il Presidente di tutti, dicendosi addirittura “favorevole” ad aprire i confini del dialogo, della trasparenza e della partecipazione all'attività amministrativa "anche" alla società civile e a chi non l’ha votato. Affermando, inoltre, la necessità per la salvezza degli stessi partiti e dell’intera Regione Basilicata di un drastico programma di riduzione degli sprechi e rilancio della trasparenza e della comunicazione amministrativa. Il Movimento Astensionista Politico Italiano, nel ritenere molto positive tali aperture, rilancia affermando che se il Presidente indirizzerà effettivamente i suoi sforzi in questa direzione avrà centrato il 100% dei suoi obiettivi, e il movimento astensionista non resterà "impassibile", ma è pronto a schierarsi al suo fianco! A differenza dei suoi predecessori, è la prima volta in assoluto, per la Basilicata, che un neo Presidente eletto "apre”, almeno a parole, alla sovranità popolare, a mezzo di dichiarazioni logiche e lucide rese sia sui social networks che sugli organi di stampa, riconoscendo che gli astensionisti non sono alieni, ma semplici ex-elettori non desaparecidos! In bocca al lupo, Presidente! E non dimentichi che “lupo”, stavolta, sta diventando l’intero popolo lucano…
MASSIMILIANO AMENTA (Matera si muove con la Provincia). Abbiamo appena iniziato la nostra battaglia politica,certi che le nostre proposte serie e pragmatiche –condivisibili o meno- sono le uniche in grado di dare una risposta di futuro ad una Città e all’ intero Territorio Materano,così da rendere ancora giustificabile e sostenibile un “unità-utilità” Regionale. Il voto di Domenica ha fatto emergere qualcosa di più di un malessere di un Provincia e del Materano rispetto ad una” Regione capoluogo” . Nessuno si illuda . Nessuno festeggi nulla. Nemmeno la nuova antipolitica, perché nessuna forza politica tranne noi ha affrontato il vero problema di una Regione che non c’è ,non solo- come abbiamo più volte denunciato -nelle scelte strategiche e nelle politiche programmatiche e nelle compensazioni territoriali . Da domenica non c’ è soprattutto nell’ urna ,causa il grande astensionismo, che in parte nemmeno noi siamo riusciti a convincere e coinvolgere nella nostra proposta politica. Del resto già da oggi , commentatori nazionali , e non solo , nel valutare il “non voto “ Lucano cosi massiccio, pongono interrogativi sulla stessa sopravvivenza e necessità di una “piccola istituzione-apparato- Regionale” ,da domenica ancor meno influente in quanto delegittimata e ignorata dalla maggioranza del suo popolo. La scommessa principale è soprattutto questa: Giustificare con i fatti la sopravvivenza di un ente Regionale e Noi ci saremo. Denunciando con maggior puntualità sprechi , inefficienze ,contestando le scelte politiche sbagliate , offrendo sempre un proposta ,una strada ,una prospettiva di futuro per le nostre comunità,ampliando il nostro raggio di azione oltre i confini della nostra Città, sollecitando il Metapontino a muoversi, la collina materana a muoversi e l’area limitrofa Pugliese ad unirsi a noi. Presto annunceremo iniziative in tal senso. Ma, consentiteci solo da ultimo un pensiero ed un ringraziamento a quanti hanno compreso sin da subito la vera portata innovatrice e rivoluzionaria del nostro Movimento ,consegnandoci a rappresentare, per il momento , in Città, il 7 per cento di chi si è recato alle urne .Un ringraziamento ai nostri coraggiosi candidati ed in primis al nostro candidato Presidente Manuello ,che ha condotto una campagna elettorale di denuncia e di proposta ,di serietà e competenza, ma soprattutto di passione e di amore verso la propria,la nostra comunità. Un fatto è certo ,MATERA SI MUOVE CON LA PROVINCIA -nata solo alcuni mesi fa- ha cominciato a muoversi per davvero e da domani riprenderemo la nostra azione : difenderemo il Materano sempre, cercando di coinvolgere in questo progetto prima di tutto quei cittadini - sfiduciati e demoralizzati -che hanno inteso disertare le urne : la vera “Battaglia “è appena iniziata!
ROCCO LEONE, sindaco di Policoro. La “depressione” colpisce l’uomo quando non riesce ad intravedere un orizzonte, la voglia di credere in un mondo migliore…la speranza. Ed io, da uomo di centrodestra attento alle dinamiche locali e regionali e da Sindaco di una Città importante come Policoro, traggo amare considerazioni su quanto accaduto qualche giorno fa in Basilicata. Più della metà dei lucani hanno volutamente deciso di non scegliere. Un dato eclatante e, per certi aspetti, allarmante. Gran parte del popolo lucano, laborioso e dotato di grande dignità, ha deciso, non andando a votare, di rinunciare all’autodeterminazione del proprio destino. Una vera e propria “depressione” che, oltre a colpire me, ha colpito gran parte del popolo lucano che ha visto un Governo Regionale - vecchio di oltre 20 anni e stanco - “morire” su una vicenda miserevole come quella di Rimborsopoli, e “rinascere” dietro mentite spoglie, senza che vi fosse la benché minima possibilità di scelta. Quando si va a votare lo si fa per scegliere una proposta, magari alternativa a quella precedente, come dovrebbe essere in democrazia, oppure per scegliere una forma di protesta. Il popolo lucano, mite e laborioso, ma anche molto intelligente e dotato di grande spirito di osservazione, al contrario del passato, ha scelto il non voto. Bocciando di fatto la classe dirigente uscente, chiusa e convinta nella sua arroganza del “tanto vinco sempre io!”, ma bocciando di fatto anche un Centrodestra che non ha saputo fare sintesi, in una Regione con forti contraddizioni, a metà tra grandi ricchezze e grandi povertà, e che, facendo un po’ come lo struzzo, si è nascosto dietro ad una battaglia volutamente non vinta, sostenendo la tesi del “Continuate a governare voi, perché forse noi non siamo in grado”. Non si può costruire un’alternativa di governo andando a cercare un candidato Presidente negli ultimi 15 gg di campagna elettorale. La classe dirigente regionale di questo Centrodestra deve fare un mea culpa perché ha “abdicato”. Il Centrodestra lucano - e lo dico con la “depressione” tipica di chi, attualmente, non vede l’orizzonte di cambiamento – ha la grave colpa di aver voluto abbandonare il suo popolo, perché un movimento, un partito, degli schieramenti, se motivati e seriamente dotati di uomini e idee, trovano al momento giusto le energie e l’ottimismo giusto per proporsi come forza di Governo. Non ho la presunzione di insegnare nulla, ma la “Rivoluzione Gentile” tanto invocata durante la mia campagna elettorale delle comunali a Policoro di poco più di un anno fa, si è attuata portando la fantasia giusta al centrodestra locale che si è aperto alla società civile, alle forze civiche, chiamando a raccolta le migliori risorse locali e soprattutto uscendo fuori dagli schemi di partito. Dando una speranza. Rivolgo un appello agli uomini del Centrodestra lucano: mettiamoci insieme per affrontare seriamente i problemi di questa Regione; creando movimenti di opinione, facendo un’opposizione seria e costruttiva. Una opposizione che non dica no a tutte le proposte, ma possa e debba individuare i temi, saperli tirare fuori e capire dove va una società. Attrezziamoci, parliamone, guardiamoci in faccia e costruiamo assieme un’alternativa democratica che guardi al futuro in maniera diversa.
DC Libertas, Giuseppe Potenza. “E’ con un pizzico di legittimo orgoglio che registriamo i consensi raggiunti dal nostro giovane sindaco di Pomarico Domenico Martino, candidato nella lista CD, che ha portato il CD a diventare il primo partito di Pomarico e complessivamente ha ottenuto 520 preferenze, dando un contributo sicuramente rilevante per la rielezione di Nicola Benedetto”. A sottolinearlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “è stata premiata la scelta della DC-Libertas di non polverizzare il voto dei cattolici moderati e di candidare un giovane a simbolo del rinnovamento generazionale della nostra classe politica e dirigente. Siamo convinti perciò che i consensi ottenuti da Martino lo proiettano in un ruolo di protagonismo nelle prossime elezioni comunali di Pomarico”.
“Non possiamo però nascondere la viva preoccupazione: più della metà dei lucani hanno rinunciato al voto. E’ un ulteriore e pesantissimo segnale della frattura politica-cittadini. Adesso confidiamo nel Presidente Pittella e cogliamo l’istanza di rinnovamento che è venuta con chiarezza dall’elettorato che ha in Pittella un punto di riferimento puntuale in quanto è stato capace di interpretare i bisogni di cambiamento e di confronto con l’area cattolica moderata. Ma adesso che si è riaccesa la speranza del mondo cattolico per creare le condizioni di una Basilicata più solidale, più vicina al disagio sociale delle famiglie, degli anziani, dei poveri, dei giovani senza lavoro, è compito di tutti non deluderla. Noi democratico-cristiani, più volte e da più parti tirati in ballo a conferma dell’attualità del pensiero di don Sturzo-Moro-Colombo siamo disponibili a favorire ogni forma di dialogo-confronto per evitare che la frammentazione della presenza dei cattolici in politica continui a produrre innanzitutto marginalità e scarso peso nelle più importanti scelte del futuro delle nostre comunità. L’insegnamento a realizzare la buona politica resta quello dei vescovi lucani, ribadito nel messaggio di auguri ai neo consiglieri regionali: favorire il coinvolgimento di uomini e donne che, motivati da una reale vocazione alla promozione del bene comune e del governo della nostra Regione, possano ispirarsi alle indicazioni consegnateci da Benedetto XVI, il quale parlando di una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, traccia in cinque punti il profilo di riferimento: coerenza con la fede professata, rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale, passione di servizio. Un profilo che – conclude Potenza – ritroviamo in buona parte del comportamento di Pittella”.
GIUSEPPE D'ARMENTO (FdI).Meno della metà degli aventi diritto si è recata alle urne: se si fosse trattato di un referendum il risultato sarebbe stato annullato. Bruno Bara afferma nel volume “Dinamica del cambiamento e del non-cambiamento”: “Cambiare in peggio è facilissimo, basta restare immobili e lasciare che la vita faccia il resto. E’ cosi semplice che almeno metà dell’umanità pensa che stare male sia normale e non tenta neppure di alleviare la propria infelicità” , una triste e assoluta verità di cui la nostra terra sembra essere lo specchio. Il record di astensionismo testimonia l’amara realtà di un popolo che, abbandonato a se stesso, non ha più fiducia nelle istituzioni dello Stato, tantomeno nella forza del voto che non è più strumento di piena espressione della sua volontà, perché una politica malsana lo ha reso efficace solo se veicolato verso poco credibili agglomerati di potere fusi a freddo nelle stanze dei bottoni, sia a destra che a sinistra. Ecco perché la gente non vota: ha perso ogni residua speranza nel rinsavimento della politica e, anche quando si propone cambiamento, cerca ma non trova autentici leader popolari, tanto più se sono riottosi e inconcludenti urlatori come i grillini, che hanno perso il 10%.
E’ una politica sorda alle urla di dolore dei territori e delle genti, miope nel proporre guide indegne, quella a cui la gente risponde rifugiandosi nel non voto. Un rifugio pericoloso, però, che accondiscende al mantenimento del disastrato status quo: la roccaforte clientelare del PD ha funzionato ancora una volta e funzionerà ancora, statene certi, alimentata dalle dispersione assistenzialistica del capitale finanziario. Una foto di Pittella e Speranza intenti a vuotare coppe di champagne provoca vero disgusto: siamo riusciti mettere nel sacco i Lucani un’altra volta, sembrano pensare, a loro i dolori, a noi lo champagne. E l’infestazione continua. “Cosa hai fatto tu per i giovani?” chiedeva il giovane-vecchio Speranza a Giorgia Meloni in un salotto televisivo, lui che ai giovani lucani la Speranza ha tolto: disoccupazione, emigrazione, emarginazione, questi i regali di Speranza e dei suoi compagni alla nostra terra.
Unica nota positiva è l’elezione di Gianni Rosa, uomo onesto e politico preparato, per quanto non abbia condiviso le sue scelte. Una promozione accompagnata da una crescita al 5,1% di FdI. Concordo pienamente con quanto afferma l’on. Rampelli: ”La candidatura di Rosa alla presidenza avrebbe rappresentato una svolta per il territorio, una rottura attesa dai Lucani contro il sistema di potere, una opportunità per provare a vincere”. Proprio questa una delle ragioni del mio dissidio, era il momento più propizio per osare, per provare a vincere, incarnando in modo pieno la disperazione e la volontà di riscatto dei cittadini: Rosa doveva essere il candidato presidente non un discutibile Carneade. Si poteva fare di meglio, si poteva fare di più. A suffragio di ciò la debacle dell’ex-PDL (-7%): ciò che rimane in Lucania dei brandelli del PDL sono consorterie di politici compromessi col sistema trasversale di potere capeggiato dal PD, gente inaffidabile che, essendo parte del problema, reputo priva dell’autorevolezza morale di proporsi come parte della soluzione. Questo ho sempre pensato, nulla ha che fare con costoro Gianni Rosa né Fratelli d’Italia, cosi come nulla hanno a che fare con un personaggio come il sen. Di Maggio. Specie diverse del pianeta. Fratelli d’Italia crescerà in Basilicata, ne sono certo e per questo mi impegnerò sin da ora, ma crescerà solo attraverso un impegno univoco e condiviso che va costruito su una imprescindibile matrice di coerenza, pluralismo e collegialità, sempre nel segno dei valori nobili e profondi del partito, tesoro inestimabile e indisponibile al mercato della politica. Buon lavoro a Gianni Rosa, ripartiamo.
LEONARDO GIORDANO, consigliere regionale Pdl. "Non esito a riconoscere che il risultato del Popolo della Libertà sia stato non solo deludente ma addirittura scadente. Chi volesse cercare alibi nel successo del non voto ciurla nel manico perché il non voto è esso stesso la dimostrazione della assoluta non competitività del centro destra lucano. Anni di assenza politica sui problemi e nel cuore degli interessi dei lucani con una semplice presenza formale limitata a ciò che si riesce a fare nel vari consessi, una prolungata direzione dei coordinamenti provinciali lontana e distante dai territori, una scelta del candidato presidente all’ultimo minuto con una aprioristica rinuncia ad una candidatura endogena annunciata a tempo debito non potevano che produrre questi risultati. Ovviamente non mi tiro indietro dalle responsabilità perché queste sensazioni le avvertivo da tempo e, forse, mi sono limitato ad esternarle debolmente perché esse potessero diventare fertile elemento di riflessione e dibattito all’interno del PDL. Anche per il futuro non vedo all’orizzonte promettenti segni di rinnovamento e di cambiamento. Mi consola il dato della mia Montalbano, laddove il Popolo della Libertà è la formazione maggiore con percentuali da 2009, laddove anche la stima espressa nei miei confronti,persino da elettori dell’altra sponda, è stata assai lusinghiera".
M5S. La dura e civile protesta espressa giovedì 14 novembre in Piazza Vittorio Veneto a Matera in occasione dei comizi di Beppe Grillo prima e di Sergio Epifani poi, ha avuto un importante riscontro nelle urne. Il risultato generale, sicuramente al di sotto delle attese, non può tuttavia far ignorare quello conseguito dal Movimento5Stelle nella città di Matera. Il candidato presidente Piernicola Pedicini è stato infatti il secondo più suffragato con un ottimo 24% e la lista ha conseguito il 19% delle preferenze, seconda solo a quella del Partito Democratico con appena un migliaio di voti in meno. Cui vanno aggiunti quelli, pochi ma importanti, della lista fantasma Franco Grillo che ha “rubato” al Movimento5Stelle l’1,5%.
Matera quindi ha confermato di essere una città a 5 Stelle dopo l’eccellente risultato delle scorse elezioni politiche di febbraio. Il dato davvero deludente è invece l’elevatissimo astensionismo, anche questo però un po’ più basso in città rispetto al dato regionale (52% contro il 47%). E comunque per i prossimi 5 anni il Movimento5Stelle sarà rappresentato in Consiglio Regionale da due ottimi rappresentanti, Gianni Perrino e Gianni Leggeri, che con grande impegno e buona volontà si accingono a scardinare dall’interno l’asfittico sistema che da oltre 20 anni opprime la nostra amata Lucania.
Il loro lavoro sarà sostenuto e arricchito dal contributo delle centinaia di attivisti e dei tanti che in queste ore si stanno avvicinando al movimento offrendo la propria disponibilità. Il Movimento5Stelle ora ancor di più si sente motivato nel proseguire con rinnovata energia l’attività civica e politica che negli ultimi anni ha portato concreti risultati, premiati dal voto della gente. E che certamente sarà ulteriormente gratificato nelle prossime occasioni elettorali, quando l’impegno concreto del Movimento indurrà i tanti astensionisti a tornare alle urne e a votare con entusiasmo.
TABACCI, Centro Democratico. “Complimenti al neo presidente Pittella e a tutti i candidati del Centro Democratico che hanno contribuito ad un nostro risultato superiore al 5%”. “Siamo ora la prima forza della Basilicata tra quelle che nelle diverse coalizioni si richiamano al centro, davanti all’Udc e a Scelta Civica. Si tratta di un segnale importante, di cui tenere conto anche a livello nazionale. Pittella ha saputo interpretare correttamente lo spirito di una coalizione vincente. Sono certo che Renzi, se sarà lui il nuovo segretario del Pd, dimostrerà la stessa lungimiranza; diversamente – conclude Tabacci - il centrosinistra più che i successi di Blair e Obama, rischierebbe di imitare il flop di Occhetto”.
ANTONIO DI SANZA, coordinatore CD Matera. “Dopo il risultato elettorale di ieri, il Centro Democratico è ormai a pieno titolo una componente politica essenziale del centrosinistra lucano che ha vinto le elezioni regionali. Questo hanno detto i cittadini lucani confermando peraltro un dato che era già emerso con le primarie e dimostrando di riconoscere il nostro ruolo chiave di forza moderata nell'ambito della coalizione”. “Il grande risultato di Nicola Benedetto e della provincia di Matera in particolare, l'8,5% dei consensi, apre una prospettiva nuova per il Centro Democratico in Basilicata: per noi si tratta di un dato fondamentale su cui non rimarremo seduti, ma da cui vogliamo partire per continuare a crescere. Grazie dunque, e di cuore, a tutti i candidati che hanno contribuito a questa affermazione e ai cittadini lucani che hanno creduto nelle serietà del messaggio del nostro leader Bruno Tabacci, che in questa campagna elettorale si è speso molto per la nostra terra, incontrando migliaia di cittadini e visitando gran parte dei Comuni della Basilicata. I migliori auguri al neo Presidente della Giunta Pittella che, ne siamo certi, saprà rimettere in moto la Regione e restituirle quel ruolo virtuoso che già in passato ha saputo esercitare nel confronto con altre regioni d'Italia”.
CANTISANI (Idv). “A urna chiuse e a prescindere dal risultato elettorale finale, il primo impegno di Italia dei Valori sarà quello di riportare i lucani al voto”. Lo ha detto il commissario regionale di IdV Gaetano Cantisani aggiungendo che “la frattura che si è determinata tra cittadini e politica è molto più marcata di quanto si potesse prevedere alla vigilia di queste “anomale” elezioni. So bene che non è un’impresa facile e soprattutto che ci vorrà tanto lavoro per riacquistare la fiducia degli elettori. La “vicenda Rimborsopoli” ha avuto sicuramente un peso determinante nell’incremento dell’astensionismo perché in tempi di crisi economica, particolarmente dura per le fasce sociali più deboli, l’esempio che è venuto sull’uso del denaro pubblico è stato dirompente nel rapporto politica-cittadini. Ma noi dell’ Italia dei Valori terremo fede al patto che abbiamo lanciato in questo mese con i lucani: trasparenza, meritocrazia, partecipazione saranno i principi da affermare, insieme alla riforma elettorale regionale perché la riduzione del numero dei consiglieri produrrà sicuramente la mancata rappresentanza di molti territori e comprensori mentre il “listino di maggioranza” (che va abolito subito) è destinato, molto probabilmente, a scorrere per intero”. Cantisani sottolinea che oggi il segretario nazionale dell'Italia dei Valori Ignazio Messina ha incontrato il Capo dello Stato e tra i temi sollevati ha ribadito la necessità di una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere da chi essere rappresentati e che garantisca, allo stesso tempo, la governabilità. L'Italia dei Valori a Roma come a Potenza vuole tornare ad essere protagonista e vuole lavorare per la ricostruzione di un nuovo centrosinistra di governo che sia alternativo al centrodestra e all'antipolitica, quell’antipolitica che – continua il dirigente di IdV – ha aperto oggi una ferita nella storia della democrazia della nostra regione, una ferita che va al più presto rimarginata con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione.