Giovedì, 01 Giugno 2023

L'INTERVISTA. Maurizio D'Alessandro: dal disegno al tatuaggio, ''tra storia, arte e culture''

“Quando hai la fortuna di trasformare la tua passione in un lavoro, sei davvero fortunato”, lo ammette candidamente Maurizio D’Alessandro, classe 1980, giovane e affermato tatuatore di Nova Siri. Quando era adolescente passava gran parte delle sue giornate a disegnare, me lo ricordo anche durante le assemblee di istituto dell’Itcg “Manlio Capitolo” di Tursi. Poi però è subentrato “l’interesse per la cultura e l’arte del tatuaggio. Ho cominciato prima a disegnare e poi son passato alla pelle, a ‘sfregiare’ qualche amico”, scherza.

Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli ha cominciato a lavorare come tatuatore in uno studio di Napoli. Nel 2007 ritorna in Basilicata e apre il suo studio: “Respect Art Tattoo”, in viale della Libertà a Nova Siri Marina, dove ci incontriamo. Con lui lavora Antonio, shop manager che si occupa degli appuntamenti, mentre era già andato via Vincenzo Bruno, un ragazzo di Calciano specializzato nello stile pittorico iperrealista. Esposta in bella vista c’è la sua tesi di laurea in Antropologia culturale: “Un’arte antica come la storia dell’uomo: il tatuaggio”. Maurizio è specializzato nello stile maori e polinesiano. Tra i suoi hobby c'è la musica, fa sia il dj che il cantante e ha collaborato all'ultimo progetto dei Come Back “che si rifà allo stile con cui siamo cresciuti che è quello grunge”. Ma anche la lettura e lo sport. Si muove sempre in bicicletta e fa snowbord. Ci sediamo e iniziamo a scambiare quattro chiacchiere, come tra vecchi amici, e così, tra ricordi e prospettive future, iniziamo l'intervista, e solo per questo mi vedo costretto a dirgli di abbassare un po' il volume della musica dei Peral Jam...

D. Maurizio ha chi ha fatto il suo primo tatuaggio?
A un mio carissimo amico di Policoro, Pasquale, al quale ho fatto tanti tatuaggi all’henné. Ho cominciato così, quando ero ancora un adolescente e giravo per la spiaggia di Nova Siri a fare tatuaggi. Quando poi sono diventato maggiorenne mio padre mi ha regalato la mia prima attrezzatura professionale.

Da allora ad oggi quante persone ha tatuato?
Di preciso non saprei, ma tante, tante, tante! Una volta avevo fatto un conto ma adesso dovrei fare due calcoli, basta considerare una media di 3-4 al giorno..

Per quanti anni?
15 anni…

Come è stato ritornare a Nova Siri dopo i suoi anni a Napoli?
Ho cercato la realtà locale, sono tornato apposta. Ho portato avanti questa cultura piano piano. Anche quando lavoravo a Napoli,  ritornavo ogni mese per tatuare la gente del posto, era un modo per importare la cultura e le nuove tecniche di tatuaggio. E’ stato molto importante perché non ho mai perso i contatti.

Chi decide di tatuarsi, perché lo fa, per moda?
Principalmente per appartenere a un clan, perché è un fenomeno soprattutto d’arte prima che di moda. Però la richiesta del tatuaggio oggigiorno è di impatto, vuol dire avere un pezzo d’arte sul proprio corpo. Il tatuaggio nasce sull’anatomia del corpo, questa è una forza importante che ognuno di noi vuole avere, è come mettersi una bellissima maglia e non toglierla più.

Qual è la moda del momento?
Spesso si fa riferimento a calciatori, cantanti, attori ecc., sbagliando, perché se ognuno deve avere un proprio segno indelebile sul corpo, perché copiarlo? Non ha molto senso…

Sa benissimo che le persone che tatua si ricorderanno di lei per tutta la vita. Nei tempi antichi rappresentava di più un senso di appartenenza e un tratto distintivo, oggi forse è diventato un po’ troppo una moda. Quando arriva un cliente, che non ha le idee chiare e ne chiede uno, come si pone?
Eh… c’è gente che arriva e dice: ‘’Vorrei farmi un tatuaggio ma non ho nessuna idea, cosa mi consigli?”. Ecco questo è il cliente peggiore, cosa posso dire a una persona che non conosco? Ecco questi sono i clienti che non vorrei trovarmi davanti. Ogni tatuaggio rappresenta per noi qualcosa, un evento positivo o negativo, ha un valore che è prima di tutto soggettivo. Anche una semplice stellina, può ricordare un amico, una fidanzata, un parente che non c’è più. Ma se non conosco la persona che ho davanti, la sua storia, come faccio a consigliargli qualcosa. Altre volte arriva gente che ha idee troppo comuni e “sputtanate”.

Cosa consiglia a chi decide di tutuarsi, quali sono le cose che dice prima di cominciare il suo lavoro?
Cosa è successo nella sua vita, cosa vuole rappresentare, persone vicine, lontane, cerco di conoscere la persona che ho di fronte. Gli faccio un sacco di domande, un po’ come fai tu con me (ride, ndr). Da anni sto portando avanti un progetto, quello del tatuaggio tribale, che si rifà all’appartenenza etnica di simboli che appartengono al popolo marchesiano, maori e polinesiano. E quindi per sapere cosa disegnare devo avere informazioni della persona che vuole tatuarsi. In questi casi faccio dei questionari ai miei clienti perché voglio sapere tutto quello che vogliono inserire nel tatuaggio.

Quindi prende spunti dalle loro storie personali e le traduce in simboli?
Esatto, ci sono alcuni simboli che rappresentano l’amicizia, la famiglia, il legame con il mare o la terra, ma poi il tutto viene mixato e reso più grafico dal mio lavoro, un’unione di tanti simboli che rappresentano in qualche modo il soggetto tatuato.

C’è qualche tatuaggio che l’ha soddisfatta talmente tanto da pensare di replicarlo su qualcun altro?
Ripeterlo su qualcuno mai. E’ soddisfacente avere  una bella opera finita davanti. Ci sono tanti bei lavori che ho fatto e giorno dopo giorno ci sono bei progetti da portare avanti. Mi piace pensare che oggi ho fatto un bel tatuaggio, ma domani ne devo fare uno più bello.

Il tatuaggio è un’arte indelebile che si esibisce sul nostro corpo. C’è qualcuno che si pente?
C’è gente che si è pentita solo di avere dei tatuaggi comuni. Quando vengono qua gli dico è inutile che ti incidi il nome o le lettere della tua ragazza. Ecco questo è uno dei maggiori casi di pentimento.

Tradotto, pensa che a pentirsi di più siano quelli che si tatuano per moda non perché ne condividono la filosofia?
Certo. Arriva gente e dice voglio farmene uno, fammelo subito. Io preferisco quasi allontanarlo, non ha senso. In questo lavoro c’è della magia.
E’ capitato che sia arrivata gente con un tautaggio che non piace più, o sono fatti male, e vogliono modificarli?
Sì ma noi non pensiamo ad aggiustarlo, perché sappiamo che non possiamo ottenere il massimo. Allora cerchiamo di fare una copertura, cover-up diciamo in gergo americano, ci lavoriamo sopra con un altro nuovo. E non è facile.

Come si comporta quando arriva un minorenne che vorrebbe farsi tatuare?
Parlo solo con il genitore perché firmano un consenso informativo. A 17 anni possono farsi dei minimi tatuaggi in parti nascoste.

Farsi tatuaggi comporta anche dei rischi. Farlo in uno studio dovrebbe essere sinonimo di affidabilità, cosa pensa di tanta gente che si fa tatuare clandestinamente in posti che in quanto a igiene e pulizia lasciano a desiderare. Cosa consiglia a chi si fa tatuare e a chi fa questo?
Bisogna dare importanza all’arte del tatuaggio e non farsi un marchio senza nessun significato, chi tatua deve sapere bene quello che fa. In tanti abbiamo cominciato a casa ma con la speranza di realizzare qualcosa di più grande e importante. C’è tanta gente che fa prezzi stiacciatissimi e alcuni preferiscono tatuarsi lì per risparmiare 10-20 euro. Ma non è il caso nostro. Non ho di questi problemi, siamo ricercati per quello che facciamo.

Da dove arrivano i suoi clienti?
Da Potenza, Matera e dai comuni del comprensorio, ma anche dalla Calabria. Alcuni da Roma e da Napoli. E poi ho la fortuna che anche io mi sposto, lavorando a Roma e a Monopoli, quindi allargo un po’ il raggio di azione.

Cosa fa a Roma e Monopoli?
Attualmente collaboro con lo studio Macko Tattoo di  Antonio Todisco a Monopoli, dove sto portando avanti lavori davvero grossi, con richieste specifiche, c’è gente preparata che dice “voglio questo stile maori”, con tanto di simbologia su tutta la coscia. E qui c’è massima espressione artistica, è una gran piacere. E poi collaboro  a Roma con Simone Marchesini dove porto avanti un progetto orientale, oltre ai maori, perché comunque tatuando da così tanti anni faccio qualsiasi cosa.

C’è un tatuaggio che avrebbe voluto fare e non ha mai fatto?
No. Fortunatamente faccio tutto quello che voglio.

Quale l’ultimo finito?
Uno stile body (schiena, braccia e natiche) maori che quando sarà finito abbiamo intenzione di presentarlo ad una convention. Quello è uno dei progetti più belli che ho fatto sino ad ora (foto 3) ed è tutto dedicato alla Nuova Zelanda, con i simboli classici maori. La fortuna è che ora tanta gente si fida e quindi se ho un progetto posso realizzarlo. Noi non facciamo mai i tatuaggi che ci presentano, a volte viene gente e ci chiede il tatuaggio come quello del  calciatore di turno, noi lo guardiamo ma la cosa non funziona. Perché farsi lo stesso tatuaggio di un calciatore? Non ha senso. Magari piace l’idea di un guerriero che ha Totti, va bene, allora presentiamo noi un progetto simile, è spesso va così.

E’ capitato che qualcuno chieda un tatuaggio maori uguale ad un altro che ha visto?
Riferimento dello stile maori è l’attore Dwayne Johnson, detto The Rock. Molta gente vieni qui con il file perché lo vogliono uguale. E noi sCome fai ad averlo uguale? Scusa ma che ne sai della simbologia che lui ci ha messo, hai la stessa vita sua? Non penso. Ti faccio nello stesso stile un tatuaggio mi dai alcune notizie di te e mettiamo gli stessi simboli…

Noto che ha diversi tatuaggi..
Anche in diverso stile.

Cosa rappresenta quella rosa sulla tua mano?
E’ il simbolo dell’amore, ce l’ho sulla mano perché è quella che uso per tatuare, quindi è l’amore per il tatuaggio. E qui (indica sotto) c’è scritto respect, tutto nasce dal rispetto. Lo studio si chiama Respect tattoo art: rispetto per l’arte del tatuaggio. Rispetto per me e per quello che facciamo tutti i giorni. Rispetto per tutti.

Leandro Verde

 

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