
Pochi giorni fa ho ricevuto una segnalazione molto interessante: pare che negli ultimi tempi non solo le virgole stiano facendo le monelle, bensì anche alcune letterine. Infatti, come se avessero mangiato un pezzo del fungo magico di Alice nel Paese delle Meraviglie, i caratteri minuscoli s’ingrandiscono a dismisura e senza logica alcuna, come per magia.
Ma non tutti, attenzione: lo strano fenomeno presenta a ben vedere una certa regolarità giacché colpisce esclusivamente le iniziali di alcune parole, precisamente di quelle che alludono a cariche, mestieri e titoli per così dire “autoritari”. Non è ancora stata scoperta la causa di questa improvvisa ed innaturale metamorfosi e tuttavia è urgente scoprire una cura poiché l’epidemia si sta rapidamente diffondendo. Dal momento che ormai ha infestato anche i comunicati stampa che arrivano alla nostra redazione, mi sono presa la briga di buttar giù di righe, una sorta di incantesimo, di scongiuro, che argini questo fiume in piena che è la “maiuscolite”:
La grammatica non è un’opinione,
poco importa se indossi il frac o un maglione.
La norma non fa sconti a nessuno,
o meglio rispetta ognuno.
Mi chiedo allora perché
Prenda la maiuscola la parola re.
Questo male è assai diffuso
Ed è più grave di un refuso.
È noto come “maiuscolite”
E rende le lettere rimbambite.
Alcuni infatti ritengon necessario
Elogiare a caratteri grandi il commissario.
Ma non c’è differenza tra lui e un agricoltore:
sempre comune di un mestiere è il nome.
Non è mica un nome di città
Né tanto meno sta sulla carta d’identità.
Perciò basta Poliziotti, Sindaci e Podestà
Non è una lettera ingrandita a far l’autorità.
Io sorrido a quest’errore
Ma fa arrabbiare il direttore!
Sara Calculli