È la giusta punizione e non discuto, Esopo mi aveva avvertita. Tuttavia, giacché ormai sono una cicala, la mia nuova natura m’impone di ritagliarmi del tempo per frinire e cicaleggiare malgrado gli esami incombenti. Ecco allora che zittendo i rantoli estremi e disperati della formichina morente che abita nella mia testa apro un libro e chiudo occhi e orecchie a tutto il resto. Oggi che la tristezza proprio non vuole rinunciare alla mia compagnia, ho ripreso tra le mani il caro Benni. Non è un caso: quando stamattina mi sono svegliata pensando ossessivamente alla mia metamorfosi mi è tornato in mente “Il Carnevale degli Insetti”, “melologo” contenuto in “Teatro 2”, e non ho potuto resistere alla tentazione di assistere ancora una volta agli scherzi infelici della blatta dispettosa, allo sfogo dell’ape frustrata, alle minacce di ragni e zanzare sanguinarie e, naturalmente, all’ “ostinato concerto” dei grilli.
Ma una pagina tira l’altra e dopo la profezia dello scarafaggio misantropo si apre il sipario sulla stanza di Grimilde, la vecchia strega di Biancaneve che interroga impaziente il motore di ricerca per scoprire “chi è la più bella del reame”. Certo non lei, che ormai ha quattrocentotrentadue anni e nessun ingrediente raccapricciante per le sue pozioni di bellezza e gioventù. Niente incantesimi, solo tisane per i reumatismi. E poi c’è il Dottor Divago, che proprio non riesce a portare a termine un discorso di senso compiuto senza impelagarsi in racconti e proverbi senza capo né coda. Sta lì a filosofare goffamente, con la testa fra nuvole e parole, persino mentre bacia la sua misteriosa compagna, mentre aspetta il camion che lo stapperà agli insulti e all’indifferenza dei suoi interlocutori.
C’è una Pinocchia a pile che si ribella al suo Geppetto e fugge di casa per scalare la vetta del poprock. Ma, ahimè, il gatto e la volpe hanno beffato entrambi e si prenderanno gioco di loro nel talk show “Balena balena, che bello fare pena”. E leggendo tra le righe di Onehand Jack s’incontra anche un certo Mike Consenta, “l’uomo più assolto della città”, coi suoi sgherri Emmy Faith, Bixie Bossi, Chuck Costronzo e Ciccio Sparasassi…
“Teatro 2” è una sfilata di personaggi e tipi umani che strapperebbe un sorriso persino ad una maschera di cera. Una risata che, come sempre quando si tratta del Lupo, è segnata da una duplice natura: è amara e divertita insieme, figlia di ironia e disillusione, ma sempre e comunque catartica. La penna di Benni è laboriosa e leggera come un’ape, dolce e crudele come il miele che produce, arrabbiata come le operaie del terzo sciame eppure suadente come la farfalla ballerina. E mentre io mi accingo ad imitarne l’industriosità, la blatta grida vendetta contro gli umani che distruggono il suo mondo e le cicale intonano il proprio inno:
“E resteranno i grilli a cantare
Quando l’ultima stella sarà spenta
Il grillo canoro che fa del corpo corda e arco
Spiritello musico in un sipario d’erba
Il grillo, respiro inquieto della terra
Il grillo che i poeti e i morti sanno ascoltare
Il grillo con una zampa d’amore e una di pena
Il piccolo peccatore, il notturno santo
Quando tutto sarà notte, resterà il canto
Né lamento né gioia, né riso né pianto
Quando tutto sarà visto, morto, scoperto,
resterà dei grilli l’ostinato concerto”.
Sara Calculli