Pasquale Bellitti nasce cinquant’anni fa a Pisticci, è medico specialista in Endicronologia e Diabetologia presso l’Ospedale di Tinchi e da sempre attivo nel mondo politico. Inizia il suo percorso nella Federazione Giovanile Comunisti italiani nel 1976, seguendo poi varie tappe e ricoprendo vari ruoli a livello istituzionale che l’hanno portato ad essere anche sindaco di Pisticci dal 2002 al 2007. Successivamente, dopo un periodo di riposo, ha ricoperto la carica di segretario provinciale del Pd, ruolo dal quale ora è sospeso per partecipare a questa tornata elettorale.
Dopo la recente riforma elettorale regionale, in provincia di Matera saranno eletti solo sei rappresentanti. Nonostante ciò sono molti (intorno ad un centinaio) i candidati che hanno deciso di provarci in questa impresa ardua e difficile. Cosa l’ha spinta a candidarsi?
Un uomo che fa attività politica non ha bisogno di essere spinto a partecipare. Chi fa attività politica trova la spinta, le motivazioni, dietro le stimolazioni di chi gli sta intorno e dietro la naturale evoluzione della sua vita politica. Forse è un gene particolare che chi fa politica ha dentro di sé. Io dico sempre che la politica è un mix di vanità e masochismo. In alcuni prevale la vanità ossia la voglia di mostrarsi e di prevalere sull’altro senza tener conto del bene collettivo, in altri invece prevale il masochismo inteso come servizio verso il cittadino, dal quale non può e non deve mai sottrarsi.
Quali sono i principali temi della sua campagna elettorale?
La campagna elettorale delle regionali è da sempre impegnativa e anche i temi che devono essere presentanti bisogna essere molto realisti e vicini alla gente. Tra questi sulla mia agenda ci sono gli annosi problemi che attanagliano la nostra comunità ossia il lavoro, la disoccupazione giovanile, l’ambiente e l’assetto del territorio e la sua infrastrutturazzazione, senza dimenticare il rilancio dei settori produttivi. Tuttavia ci tengo a precisare che per infrastrutturazione intendo sia quella materiale, fatta di strade, ponti e ferrovie, ma anche quella immateriale intesa come banda larga e velocità negli scambi di dati. Quindi se vogliamo possiamo parlare anche di ottimizzazione dell’informatizzazione della nostra regione che non merita di essere tra i fanalini di coda anche in questo. Per quanto riguarda l’agricoltura, settore portante e principale della nostra economia, l'incentivazione di questa, con politiche oculate e mirate porterebbe anche alla naturale e conseguente occupazione giovanile in tale ambito, con la diffusione anche delle fiere a km zero che sempre più successo trovano sul mercato. Cosi si innescherebbe un meccanismo che porterebbe benefici sul piano sociale per tutti.
Un impegno concreto che prende con i suoi elettori in caso di elezione e se le dico giovani e lavoro, lei cosa mi risponde?
Il tema fondamentale è sicuramente il giovane e il suo futuro. Non a caso lo slogan della mia campagna elettorale è “Diamoci un Futuro” e per creare questo bisogna definire quali sono le vie per raggiungere adeguatamente questi obiettivi e rendere davvero vivibile questa regione.
Ecco perché il futuro è alla base di ogni nostra attività, sviscerando il significato di questo termine in tutta la sua essenza fatta di programmi e di opere concrete per rilanciare questa nostra terra, partendo dal rafforzamento delle piccole e medie imprese che rappresentano il motore della nostra economia, magari facilitando gli aspetti burocratici che ruotono intorno a loro. Solo cosi potremo avere un rilancio economico e culturale concreto e diventare di nuovo attrattori di tutti quei giovani che sono andati via di qui per cercare fortuna altrove.
Una piccola parentesi sul suo comune, Pisticci. Alle passate comunali il Parito Democratico si è presentato per certi versi diviso in due correnti e al ballottaggio l’ha spuntata il candidato di una lista civica costituita da una costola del partito ufficiale, ossia il dottor Vito Di Trani. Questa frattura, con tanto di risonanza mediatica anche a livello nazionale, ad oggi si è ricomposta nell’ambito del Pd cittadino e se la risposta è si, lei dall’alto della sua pluriennale esperienza politica, si sente di contare sull’appoggio compatto di tutta l’amministrazione della sua città?
Io conto sull’appoggio di tutti, a prescindere dalle fratture vere o presunte che si sono lette e sentite in questi anni intorno al Pd. Oggi ciò che conta è che chiunque vada a comporre l’assemblea regionale, sia munito di uno spirito di sacrificio verso il cittadino e verso una terra, riferendomi al territorio della mia città in particolare, che ha bisogno di un riscatto. In definitiva torno a ripetere che bisogna essere più forti delle divisioni e più certi che mai sul fatto che l’unica cosa che realmente conta in questo delicato momento che stiamo vivendo a livello nazionale, è che tutti muoviamo verso un obiettivo comune che è quello del rilancio della nostra amata Basilicata.
Tre aggettivi per definire la Basilicata?
La Basilicata può essere definita con tanti aggettivi straordinari che è davvero difficile sceglierne solo tre. Il primo innanzitutto è bella. Bella perché abbiamo una straordinaria varietà di territorio che il mondo può offrire. Altri aggettivi sono sicuramente accogliente e solidale. Il primo perché il popolo lucano si è sempre contraddistinto per la cortesia con cui sono stati accolti coloro che sono giunti qui migliorare la propria condizione lavorativa o anche per intavolare degli investimenti. Il secondo aggettivo, quindi solidale, fa riferimento invece al grande cuore che hanno i lucani e alla loro grande capacità di contraddistinguersi sempre quando c’è da dare una mano a qualcuno in situazioni di difficoltà. Con questo chiudo dicendo che mi sento sempre fiero di essere lucano.
(A cura di Salvatore Cesareo)