
Ricorrere a termini quale "terrorista della politica" e "affarista" fa sorridere pensando al pulpito dal quale viene la predica e dovrebbe suscitare in ogni cittadino onesto di Montalbano un moto di sdegno almeno pari a quello che si prova di fronte a chi mente sapendo di mentire.
Attacchi così vili possono provocare un autocompiacimento all'ego frustrato di chi li pronuncia e all'interesse inconfessabile di un competitor politico, ma spero provochino anche un sussulto di disgusto in tutti coloro che si apprestano a vivere, da posizioni diverse, la prossima campagna elettorale. Se vi sarà anche la presenza di un provocatore come il sindaco, degno di un passato ormai rinnegato da tutti, di certo tutte le persone per bene che democraticamente si proporranno a servizio della comunità non se ne sentiranno intimorite.
Capisco che con il concetto di tecnico il sindaco non abbia, froidianamente parlando, un buon rapporto, ma se non vorrà risponderne in altra sede, e' bene che dimostri le illazioni che pronuncia, altrimenti chieda scusa a tutti e taccia definitivamente. Le sue calunnie e la sua arroganza non potranno impedire di far conoscere ai cittadini in che modo ha ridotto questo glorioso paese.
E' però doveroso fare qualche amara riflessione: quando potremo dirci un paese civile, in cui si può esprimere la propria opinione, anche se spiacevole, senza essere attaccati con calunnie? Quale maledizione è stata mandata a questa ridente cittadina per meritarsi amministratori del genere e dirigenti insipienti capaci di calpestare il più elementare concetto di diritto e di convivenza civile? Perché nessuno reagisce a questo vergognoso comportamento di chi dovrebbe farsi ultimo tra gli ultimi? Quando potremo confrontarci sui fatti, sulle idee e sulle proposte politiche, anche con la durezza di ragionamenti, ma senza perdere il rispetto dell'altro? Cosa dobbiamo ancor fare per impedire a volgari mestieranti di aggredire chi non la pensa come loro?
Per il resto fa bene il sindaco a stare all'ombra e che sia ombra fitta: perché si notino le fioche fiammelle ci vuole il buio, appunto.
Consigliere comunale
Francesco Gioia
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